Appena istituita, la Scuola Media di Alesso venne intitolata a Michele Gortani (1883-1966).
Quella di Gortani è stata una figura assai complessa: egli può essere ricordato come scienziato, uomo politico, uomo di cultura (vedi il suo profilo in: https://it.wikipedia.org/wiki/Michele_Gortani).
Ieri, a Tolmezzo, si è svolto un convegno sui diversi aspetti della sua figura. Il sindaco Brollo, in particolare, ha ricordato che "se la Costituzione parla della montagna nell'art 44 è grazie a lui". Per questo ha letto in pubblico il suo intervento in assemblea Costituente nel pomeriggio del 13 maggio 1947 (un discorso - aggiungiamo noi- che può essere riletto anche per verificare quanto di quelle premesse e di quegli auspici siano stati raccolti):
"Onorevoli colleghi, vi è in Italia una regione che comprende un quinto della sua popolazione, che si estende per un terzo della sua superficie e in cui la vita di tutti i ceti e categorie si svolge in condizioni di particolare durezza e di particolare disagio in confronto col rimanente del Paese.
Questa regione, che non ha contorni geografici ben definiti, ma si estende ampiamente nella cerchia alpina, si allunga sulle dorsali appenniniche e si ritrova nelle isole maggiori, risulta dall'insieme delle nostre zone montane.
È una regione abitata da gente laboriosa, parsimoniosa, paziente, tenace, che in silenzio lavora e in silenzio soffre tra avversità di suolo e di clima; che rifugge dal disordine, dai tumulti e dalle dimostrazioni di piazza, e ne è ripagata con l'abbandono sistematico da parte dello Stato. O meglio, della montagna e dei montanari lo Stato si ricorda, di regola, e si mostra presente, quando si tratta di imporre vincoli, di esigere tributi o di prelevare soldati.
Matrigna la natura, al nostro montanaro, e matrigna la patria; e tuttavia è pronto, così per la patria, come per la nativa montagna, a sacrificare, ove occorra, anche se stesso. Perché la montagna è la sua vita, e la sua patria è la sua ragione di vivere. E in lei non ha ancora perduto la sua fiducia. Facciamo che non la perda.
Ad ora ad ora voci si sono levate in favore della montagna voci altruiste reclamanti giustizia, e voci utilitarie reclamanti la restaurazione montana come fonte di pubblico bene.
Ma le une e le altre sono cadute o nell'indifferenza o nell'oblio.
Ed intanto le selve si diradano, inselvatichiscono i pascoli, cadono le pendici in crescente sfacelo; le acque sregolate rodono i monti ed alluvionano ed inondano le pianure e le valli; intristiscono i villaggi a cui non giungono le strade né i conforti del vivere civile; la robustezza della stirpe cede all'eccesso delle fatiche e delle restrizioni, e la montagna si isterilisce e si spopola.
Ora è tempo che al montanaro si volga con amore questa Italia che si rinnova.
Noi chiediamo che nella nuova Carta costituzionale, dove tante sono le norme ispirate all'amore e alla giustizia, ci sia anche una parola per lui.
A tal fine abbiamo presentato questo comma aggiuntivo all'articolo 41: «Nel medesimo intento» (cioè di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e stabilire equi rapporti sociali) «la legge dispone provvedimenti in favore delle zone montane».
Molto probabilmente i tanti ragazzi che sono usciti dalla Gortani non hanno mai saputo chi fosse la personalità cui era intitolata la scuola.
Forse anche questa è una occasione per "riparare". Ce disêso?
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