L'ultimo numero de "La Vita Cattolica" ha dedicato un articolo ai Lunaris di Dalés e di Bordan che, forse per primi, nell'imminenza del quarantennale, mettono l'accento sulle esperienze del dopo terremoto....
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Alesso e Bordano. Nel «Lunari» si ricorda il terremoto e il dopo
La Vita Cattolica, Mercoledì 13 Gennaio 2016
Due calendari, (nelle foto, le copertine) realizzati ad Alesso e a Bordano, in quello che fu il «cratere» del terremoto, anticipano la ricorrenza del quarantennale del grave sisma che colpì il Friuli il 6 maggio 1976.
Il «Lunari di Bordan», giunto all'11ª edizione, è stato redatto da Ivana Bellina, Flavio Piazza, Eraldo Picco, Silvia Picco, oltre a Linda e Luciana Picco che ne hanno curato anche i testi. Un progetto reso possibile anche grazie agli abitanti di Bordano e dintorni che hanno messo a disposizione documentazioni e foto.
Linda Picco sintetizza così i contenuti del calendario: «Il lunari di Bordan pal 2016 al ven fur a 40 agns di chel event che nus à cambiâts di plante fûr. Fintremai il timp si è spacât in doi, come cu la nassite di Crist, e si dîs "prime e dopo il taramot", par insuazâ la nestre vite intun moment temporâl dal passât. Scrit dut par furlan, al mostre lis fotos di bordanês e di forescj che a àn fermât su la pelicule moments pardabon dramatics, di no podêju descrivi cu lis peraulis».
L'edizione 2016 del «Lunari di Dalés» - «Sot da tenda» - è dedicato ai mesi che, quarant'anni fa, la gente di Alesso, come quella di tutta l'area terremotata, ha trascorso sotto le tende. Vengono così ricordate le tre tendopoli (il campo A, il campo B e quella di Oncedis) e l'organizzazione messa in piedi, con le strutture di distribuzione di cibi e vestiario, la scuola, le assemblee, le funzioni religiose. Particolare attenzione viene riservata alla esperie
nze che vivevano i bambini sotto le tende e ai matrimoni ed ai battesimi che nelle tendopoli trovarono una nuova cornice. Il Lunari, che conta più di 20 edizioni, è stato redatto da Zuan Cucchiaro, Luigi Stefanutti, Pieri Stefanutti, Decio Tomat, Elena Vidoni e don Giulio Ziraldo; anche in questo caso prezioso è stato l'apporto e la collaborazione dei concittadini per la sua realizzazione.
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