"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 3 gennaio 2015

Ospedale di Gemona, un declassamento di fatto e di nome. E i Comitati protestano

Riceviamo e pubblichiamo un nuovo comunicato dei Comitati che si battono contro il declassamento dell'ospedale San Michele di Gemona. Ovviamente le valutazioni, soprattutto quelle politiche, sono espressione del parere dei Comitati stessi e possono pertanto essere più o meno condivise. Quel che è sicuro è che anche da "di là da l'aghe" si segue con preoccupazione la sorte dell'ospedale gemonese, da sempre punto di riferimento per la sanità del territorio. (A&D)
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"Roma declassa gli Ospedali di Sacile, Maniago, Gemona e Cividale e la Regione, per bocca dell’Assessore Telesca, dice che è solo un “ problema tecnico “! Ormai le sue bugie sparse a piene mani nei mesi scorsi sono state  smentite dalla scheda relativa al San Michele. Nel documento giuntale è scritto chiaramente che  verranno azzerati gli  attuali 74 posti/letto per acuti, P.S. compreso. Una amara verità venuta ulteriormente a galla , grazie al rilievo romano. D’altronde il Friuli/Venezia Giulia, oggi governato da una “ visitor “, non si è dimostrato né autonomo né tantomeno Speciale, come recita il suo Statuto. A conferma di ciò, la Presidente Serracchiani ha affermato che il suo principale incarico è la vicesegreteria del PD e dopo la Governatrice della Regione!  L’iniqua Legge 17/2014, votata dalla Serracchiani e dal CentroSinistra con SEL che la sostiene, intende trasformare i 4 Ospedali in grandi RSA, poliambulatori e/o cronicari. Con questa norma la nostra Presidente, che ha anche la delega alla Montagna, lascia a nord di Udine, quasi mezza Regione,  solo l’Ospedale tolmezzino, mentre da Udine a sud si contano ben 15 nosocomi più diverse strutture ospedaliere private. Questa è l’equita’ di una norma che in sostanza privilegia i Capoluoghi, alcune periferie governate dal Centro Sinistra e agli altri solo poliambulatori e cronicari. Tutto ciò in contrasto col principio costituzionale che sancisce il diritto alla salute uguale per tutti i Cittadini. E’ una Legge che non produrrà risparmi, afferma la Presidente Serracchiani, ma ridistribuirà le risorse disponibili, in particolare al territorio. Dove verranno recuperate queste risorse, quantificate in 100 milioni di E? Tagliando posti/letto e P.S. in particolare agli Ospedali periferici, dove verranno azzerati. Ospedali minori, ma non certo per importanza, visto che finora hanno fatto da prezioso filtro ai grandi. Vorrebbero questo per non eliminare doverosamente i doppioni e/o i doppi o tripli primariati oggi esistenti in alcuni nosocomi. Ma la Legge di riforma è stata calata dall’alto, senza condivisione con i territori, scritta da burocrati profumatamente pagati e incentivati, che non conoscono le necessità del territorio e soprattutto dalle baronie mediche, intenzionate a mantenere i loro privilegi. Questi personaggi sanno benissimo, ad es., che nei codici gialli e rossi i minuti sono determinanti per il paziente e che i tempi lunghi per la risposta sanitaria possono avere anche conseguenze gravissime. Però fanno chiudere i nostri P.S., anziché potenziarli, come vorrebbe la logica. Ma la gente della Montagna e della Pedemontana, conta poco politicamente e perciò può avere un trattamento inferiore. Ma noi,  non ci arrendiamo, lottiamo da vent’anni e continuiamo la nostra battaglia per il diritto alla salute della nostra gente, invitando i Friulani  a venire il 6 Gennaio a Gemona per la Messa del Tallero. In questa occasione, lungo Via Bini esporremo i nostri striscioni contro la riforma Serracchiani, per sensibilizzare ancora una volta la politica e l’opinione pubblica sull’iniquità della stessa e chiederne la radicale revisione".

Coordinamento dei Comitati a difesa del San Michele

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