"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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martedì 1 marzo 2016

Il Lago e le acque nell'agenda della politica per la montagna

Laura M. Puppini ha pubblicato sul sito "Non solo Carnia" una lunga e articolata riflessione nata dall'incontro sull'idroelettrico tenutosi ad Alesso in Gennaio, in un discorso che si allarga alle complesse tematiche della politica per la montagna.
Riproduciamo le parti espressamente dedicate alle tematiche che riguardano il Lago, invitando i lettori a leggere tutto l'articolo cliccando su questo link:
http://www.nonsolocarnia.info/quale-politica-per-la-montangna-in-questa-italia/

Saranno, come sempre, gradite osservazioni e commenti.
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Quale politica per la montagna in questa Italia?


Il 9 gennaio si teneva ad Alesso un incontro sul lago di Cavazzo, sulle due grosse centrali e sulle centraline carniche e friulane, con riferimento, pure, al problema della politica regionale in un settore così delicato. 
Su detto incontro ha relazionato subito la stampa locale, ma forse in modo non esaustivo, e privilegiando la sequela dei politici presenti.
Esso aveva come oggetto, secondo Franceschino Barazzutti che lo introduceva, principalmente, il lago dei Tre Comuni e la sua salvaguardia, ma pure: «Il passamano delle centrali idroelettriche in Friuli», come precisava Piero Cargnelutti il 5 gennaio 2016 sul Messaggero Veneto, sottolineando che «in Friuli si produce energia ma i proventi finiscono nelle tasche di società extraregionali». (Piero Cargnelutti, Non svendete le centraline del lago dei tre comuni, in: Messaggero Veneto, 5 gennaio 2016). 
Quindi Barazzutti continuava riassumendo gli aspetti salienti del passaggio di mano delle centrali e centraline carniche e friulane per la produzione di energia elettrica, mai state però, come ben precisava Cargnelutti, in possesso e sfruttamento da parte di enti od agenzie territoriali carnico/friulane. (Ivi). 
Per dir la verità ai primi del Novecento, Vittorio Cella, in rappresentanza del gruppo delle cooperative carniche, ed altri avevano cercato di sfruttare, a fini energetici, le acque dei principali fiumi carnici, dopo aver creato, a livello provinciale, l’Ente Autonomo Forze Idrauliche in Friuli, proponendo un progetto globale che superasse la «proliferazione incontrollata delle piccole centraline». (Cfr. Laura (Matelda) Puppini, Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le Cooperative Carniche 1906-1938, Gli Ultimi, 1988, p. 175-192). Ma poi, quando pareva che la possibilità di iniziare i lavori per la derivazione del Tagliamento in zona Avons fosse cosa fatta, era venuto il fascismo, che aveva reso l’Ente inoperante regalando alla S.A.D.E., presieduta dal conte Giuseppe Volpi di Misurata, magnate dell’industria elettrica, Ministro dell’industria dal 1925 al 1928, presidente di Confindustria dal 1934 al 1943, promotore dell’industria di Portomarghera, e prima governatore della Tripolitania, lo sfruttamento delle acque carniche. (Ivi, p. 191). 
Ma ritorniamo all’ oggi.
Con un comunicato del 28 dicembre 2015, A2A, la multiutility lombarda che controlla Edipower faceva sapere che, per effetto di un’operazione di scissione, era stato assegnato a Cellina Energy Srl tutto il nucleo udinese costituito dal complesso di impianti idroelettrici di titolarità Edipower, fatta eccezione per le due grosse centrali di Ampezzo e Somplago.
Cellina Energy Srl è interamente partecipata dalla Società Elettrica Altoatesina (Sel srl), «società creata dalle Provincia autonoma di Bolzano, che aveva una partecipazione dell’8,4% in Edipower» (Ivi). Cellina Energy Srl, a sua volta, cedeva le centraline friulane, appena acquisite, a “Edison s.p.a.”, ricevendone in cambio le quote che “Edison” aveva nelle società satellite della stessa, l’altoatesina “SelEdison s.p.a.” e “Hydros”, di Bolzano. 
La nuova configurazione, che interessa anche le proprietà degli impianti friulani, è già entrata in funzione con il primo gennaio, e pare essere il frutto della volontà della società altoatesina Sel (ora sparita essendosi fusa con Azienda Energetica s.p.a. a creare Alperia s.p.a.) di rinunciare a diverse partecipazioni esterne per mantenere il controllo dell’energia locale in Sud Tirolo: «Ora le società pubbliche – ha dichiarato Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano – potranno attuare politiche energetiche e tariffarie per i cittadini». (Ivi). 
Di fronte a questa situazione, che vede ben 26 centrali friulane passare di mano in mano, i comitati carnici per l’acqua intendevano aprire la discussione sulla possibilità che la Regione si occupasse direttamente dell’energia che viene prodotta sul suo territorio ed allo stesso tempo cercasse di attuare politiche di sviluppo del settore a vantaggio degli abitanti delle zone montane. 
Il problema, a mio avviso, è di rilevanza notevole. In sintesi noi abbiamo la materia prima, ma non la sfruttiamo. Quanto valga per esempio lo sfruttamento della sorgente di Fleons, a Forni Avoltri, non perché sia esempio da seguire ma per capire quanto vale ora l’acqua, è presto detto: da che si legge su L’Adige del 28 gennaio 2014 la Società Goccia di Carnia, in quella data in mano a “Avm private equity”, milanese, che stava assorbendo la Pejo da San Pellegrino, aveva chiuso il bilancio, l’anno precedente, con un attivo del 3%, 20 milioni di euro di fatturato e 140 milioni di bottiglie vendute. (Nicola Guarnieri, Acqua Pejo sposa Goccia di Carnia, in http://www.cisltn.it/…/rass…/2014/01/20140128LAdige1.pdf).
Ma per ritornare all’incontro, Franceschino Barazzutti faceva notare come, in consiglio regionale, fosse stato presentato, nel corso del 2015, un ordine del giorno trasversale, chiedendo un disegno di legge sulla gestione dell’energia idroelettrica, per non giungere impreparati ma competitivi al 2020, data della scadenza delle concessioni in uso per le due grandi centrali di Ampezzo e Lago dei Tre Comuni, nel tentativo di raggiungere l’autonomia anche in detto importantissimo settore. 
Il problema però, secondo me, è come mai la Regione Friuli Venezia Giulia non sia intervenuta nell’acquisto delle centraline, lasciando in mano a privati la gestione e lo sfruttamento anche delle ultime acque carniche e friulane. Infatti nel 2015 essa ha prodotto il “Piano regionale di tutela delle acque (PRTA)”, strumento previsto all’articolo 121 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, avente lo scopo di descrivere lo stato delle acque nella nostra Regione e di definire le misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità attraverso un approccio di tutela della risorsa, di garanzia del minimo deflusso vitale ed attraverso il risparmio idrico. Ma detto piano prevede pure interventi per la sostenibilità dello sfruttamento delle risorse idriche. Naturalmente il Piano doveva avere una fase attuativa. Che ne è stato? 
Eppure a Tolmezzo, come in altri centri regionali, nel 2015 era stato pure previsto un incontro -convegno, svoltosi il 5 maggio 2015, con argomento: il Piano di gestione 2015 – 2021, direttiva quadro acque 2000/60/ce, per il distretto idrografico delle Alpi Orientali, ed in particolare: «l’incidenza della pressione determinata dall’uso idroelettrico sullo stato complessivo delle acque del Friuli Venezia Giulia», «La definizione dell’algoritmo di calcolo del deflusso minimo vitale in Friuli Venezia Giulia», «Le misure del Piano Regionale di Tutela delle Acque – Uso Idroelettrico», «Le misure del Piano di Gestione delle Acque per i corpi idrici in relazione all’uso idroelettrico». (http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/ambiente-territorio/pianificazione-gestione-territorio/Foglia20/). Ma poi … Ma poi? 
Non si sa, infatti, perché la Regione Friuli – Venezia Giulia non abbia tentato di presentarsi come acquirente delle centraline, allo scadere delle concessioni, come suggeriva anche Enzo Marsilio, ma forse tardivamente. Vi è chi ipotizzava la mancanza di un ente preposto da crearsi all’uopo, ma vi era anche chi diceva che forse in regione non si conoscono le potenzialità del già esistente B.I.M. 
Comunque ci si deve presentare preparati alle prossime scadenze del 2020-2021, in modo che la Regione F-vg, superando gli schieramenti politici, possa acquisire almeno le 5 piccole centrali della Val Meduna ed almeno una parte di quelle grosse di Somplago e di Ampezzo, iniziando a trattare con Edipower e vedendo come fare sin da ora.
Risultati immagini per Cavazzo + Ledra TagliamentoNella parte conoscitiva dell’PRTA, il Tagliamento, a valle di Ospedaletto, viene considerato come corpo idrico fortemente modificato. Il piano prevede, pertanto, lo studio di azioni di mitigazione del fenomeno e una valutazione costi/benefici delle possibili alternative agli usi specifici esistenti. Una soluzione evidenziata è quella di prendere in considerazione il progetto di realizzazione di una condotta di collegamento tra il lago di Cavazzo e il sistema derivatorio Ledra – Tagliamento, per garantire il fabbisogno di acqua per fin irrigui del Consorzio Ledra-Tagliamento da un lato, ed il miglioramento degli ecosistemi acquatici del fiume Tagliamento a valle di Ospedaletto dall’altro. In detto contesto, veniva ipotizzata, pure, la realizzazione di un canale di by – pass che convogliasse direttamente le acque della centrale di Somplago all’emissario del lago di Cavazzo, come da progetto dell’ingegner Dino Franzil, (http://comitat-friul.blogspot.it/2012/10/salviamo-il-lago-di-cavazzo.html) con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso. (Progetto di piano regionale di tutela delle acque. Lago Cavazzo).
Risultati immagini per franceschino BarazzuttiDi questo si è parlato, pure, ad Alesso, e Franceschino Barazzutti ha sostenuto con forza che si deve prima bypassare l’acqua della centrale di Somplago e poi dare risposta ai problemi del Consorzio in questione, pena l’avere un ulteriore problema. Si è inoltre ribadita l’importanza di seguire le linee dettate dalla conferenza sul clima di Parigi del 2015, modificando il piano energetico regionale che volge ancora, per esempio con la centrale a gas di Monfalcone, all’utilizzo di combustibile di origine fossile. Infine bisogna guardare ad esempi positivi già presenti sul territorio, come Secab, e tendere all’autogestione delle risorse idriche ed ambientali e loro sfruttamento. Ma per questo argomento rimando ai miei precedenti sempre su: www.nonsolocarnia.info. (...)

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