E in Carnia, da Timau a Somplago, si riaccende la discussione:
L'appello dei Comuni: "Ascoltateci"
L’opera toccherebbe Paluzza, Cercivento, Sutrio, Arta, Zuglio, Tolmezzo e Cavazzo
UDINE. Quando sentono la parola “interrato” si rilassano. Il tono di voce cambia e quell’iniziale atteggiamento sulla difensiva, divenuto negli anni una reazione epidermica dinanzi al suono Wurmlach-Somplago, sembra attenuarsi. Una nuova ipotesi progettuale per l’elettrodotto? Sindaci e comitati della Carnia paiono disposti ad approfondirla, se quella vecchia diventi carta straccia e finisca nel cestino.
Contro l’elettrodotto aereo i sindaci della montagna friulana con loro i comitati si battono da anni. Stessa determinazione. Da Tolmezzo fino a Paluzza, al valico di Monte Croce, dove il tricolore cede il passo alla bandiera austriaca.
Insindacabile il “no” che nel tempo è dilagato tra la gente, ha animato più d’una manifestazione e la cui eco è arrivata fino al Capo dello Stato, al quale nel 2014 i sindaci della Valle del But si sono rivolti per chiedere l’annullamento del decreto interministeriale relativo alla valutazione d’impatto ambientale dell’opera.
Alla loro contrarietà si è aggiunto il “niet” austriaco, che ha cassato il progetto ritenendolo paesaggisticamente impattante, e pure la posizione della Regione che non lo ha inserito tra le infrastrutture del suo piano energetico. A meno della disponibilità a valutane l’interramento da parte della società proponente.
Oggi i tempi sembrano maturi. Ma dopo tanti anni è difficile azzerare le perplessità e nella voce di chi ha combattuto questa battaglia in prima linea è difficile non leggere un filo di amara ironia. (...)
Margini di trattativa non ce n’è. L’infrastruttura aerea che dovrebbe portare energia da Wurmlach a Somplago, correndo lungo 45 chilometri, di cui 11 in territorio austriaco, passerebbe stando all’ultimo progetto attraverso Paluzza, Cercivento, Sutrio, marginalmente toccherebbe Arta Terme, quindi Zuglio, Tolmezzo e infine Cavazzo Carnico. (...)
Dai tre progetti iniziali - di Pittini, Fantoni e Burgo - si è arrivati ad un’unica proposta, da rivedere, ma con uno “sponsor” niente affatto trascurabile, di stanza a Bruxelles. (m.d.c.)
(Messaggero Veneto, 9 marzo 2016)
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