Purtroppo l'attuale Maggioranza in Consiglio regionale, guidata dalla Presidente Serracchiani, sprezzante della nostra tragica storia e delle necessità di questo vasto territorio, nel 40° anniversario del terremoto, ha declassato il nostro Ospedale in un anonimo Presidio ospedaliero della Salute. Cio’ in base alla L.R. n. 17 del 16 ottobre 2014, togliendo alla Comunità servizi essenziali per la Salute pubblica".
Ha inoltre ricordato che il Sindaco, in qualità di autorità sanitaria locale ha il dovere di tutelare la salute dei suoi cittadini.
Cittadini e Amministratori durante la manifestazione, si sono alternati sul palco, enunciando le criticità della Riforma Serracchiani, con le sue pesanti penalizzazioni e in particolare il mancato coinvolgimento dei rappresentanti dei territori. La manifestazione, organizzata dai comitati gemonesi si è svolta presso l’Ospedale San Michele di Gemona, in piazza Rodolone, ove erano confluiti i manifestanti.
In questa occasione e’ stata denunciata la ventilata trasformazione, a partire dal 31 marzo, dell’attuale Pronto Soccorso + Area di Emergenza (ADE) in un Punto di Primo Intervento (PPI).
Tale struttura, in quanto definita "temporanea", in base al D.M. n. 70 del 2 aprile 2015, sarà poi trasformata in una postazione medicalizzata del 118 entro un arco temporale predefinito.
Quindi in sostanza diventerà un parcheggio per una sola ambulanza, che porterà il paziente in un altro Pronto Soccorso.
Il medico di turno del PPI di Gemona potrà eventualmente uscire per emergenze, interrompendo il servizio, come già accaduto a Maniago.
Con la chiusura del Pronto Soccorso di Gemona é fin troppo evidente che i tempi di risposta dei soccorsi in questo territorio si allungheranno inevitabilmente, con potenziali rischi e/o conseguenze alle persone!
Senza contare che cio’ provocherà ulteriore intasamento ai rimanenti P.S. di riferimento.
A questo depauperamento sanitario del territorio si aggiungerà nel Giugno 2016 la ventilata chiusura dell’attuale Reparto di Medicina con i suoi 50 posti letto. Lo stesso verrà sostituito da una nebulosa Struttura Intermedia Polifunzionale, dove non sarà gestita l’urgenza e la degenza ordinaria, ma solo la riabilitazione e/o cronicità.
E’ evidente che i nostri cittadini, tra cui molti anziani, saranno dirottati altrove, senza sapere preventivamente dove saranno ricoverati (a Tolmezzo, a San Daniele, a Udine o altrove?), con conseguenti problemi di trasporto, assistenza e conforto familiare.
Il San Michele da 750 anni è riferimento sanitario fondamentale per un vasto territorio e non può diventare un mero poliambulatorio/cronicario. La zona terremotata nel 40° anniversario del sisma del 1976, ad opera della Giunta Serracchiani, subirà l’onta della perdita di un Ospedale, completamente antisismico, ricostruito nel 1985.
La manifestazione si è conclusa con l’incatenamento dei presenti di fronte al Pronto Soccorso.
Comitati a difesa dell’Ospedale San Michele.
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