"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 23 maggio 2015

Avasinis ricorda Valentino Del Bianco, cui è stata dedicata una medaglia e una via

Giusto e Del Bianco, i primi alpini caduti


Messaggero Veneto, 22 maggio 2015

TRASAGHIS. In questi giorni densi di iniziative per ricordare gli accadimenti del primo conflitto mondiale, sarà ricordata anche la figura di Riccardo Giusto di Udine, primo dei 650 mila caduti nella Grande Guerra. Per questo motivo, domenica al Teatro Ristori di Cividale, sarà proiettato anche il film "Alpino Riccardo Giusto".
Ma domenica 24 maggio, a cento anni esatti di distanza, anche la gente di Avasinis ricorderà l'alpino Valentino Del Bianco "Zampares", anch’egli morto il primo giorno di quel sanguinoso conflitto. Ne dà notizia Ivo Del Negro, esponente politico già sindaco di Trasaghis.
Il Comune di Trasaghis e l’Associazione Nazionale Alpini, con i gruppi di Avasinis, Alesso e Peonis appartenenti alla Sezione di Gemona, «ricorderanno degnamente quello che può essere considerato il secondo caduto della Grande Guerra», ricorda Del Negro.
Alle 10.30 è previsto il ritrovo davanti al centro sociale di Avasinis, successivamente si formerà un corteo con il vessillo della sezione, quello dell’Associazione "Mai Daur" e i gagliardetti dei gruppi, che raggiungerà la chiesa parrocchiale di Avasinis.
Alle 11 il parroco don Giulio Ziraldo celebrerà la messa a ricordo dell’alpino Valentino Del Bianco e di tutti i caduti. Interverranno il sindaco di Trasaghis Augusto Picco e il presidente della Sezione Ana di Gemona Ivano Benvenuti. Del Negro tratteggerà una breve biografia dell’alpino scomparso. Successivamente davanti al monumento ai caduti posto all'esterno della chiesa sarà deposta una corona di alloro.
«È interessante ripercorrere brevemente la sua vicenda personale. Figlio di Domenico e Orsola Ridolfo - scrive Del Negro – Valentino Del Bianco era nato ad Avasinis di Trasaghis il 24 ottobre 1891, primo di sette figli, due dei quali morti in tenera età.
Prima e dopo il servizio militare, come tanti altri giovani friulani, era emigrato per lavoro in Austria, Germania e Romania. Il 25 ottobre 1911 venne chiamato alle armi e assegnato all'8° Reggimento Alpini Battaglione Gemona. Il 28 settembre 1912 partí per la Tripolitania e la Cirenaica imbarcandosi a Napoli. Il 23 luglio 1913 rientrò in Italia per rimpatrio sbarcando a Napoli.
Venne congedato il 25 novembre 1913. Gli era stata concessa la dichiarazione di aver tenuto buona condotta e di aver servito con fedeltà e onore. Il 14 agosto 1914 venne dispensato dalla chiamata alle armi perché era già in servizio il fratello Antonio, classe 1894. Il 30 aprile 1915 venne richiamato alle armi per mobilitazione per la guerra. Il 23 maggio giunse in Val Dogna in zona dichiarata in stato di guerra».
La sua vista si sarebbe concluso il 24 maggio 1915, primo giorno di guerra. «Alle 4.30 del mattino (tre ore e mezza dopo l’inizio delle ostilità) - scrive Del Negro – Del Bianco morí in combattimento in località "Due Pizzi" (dove è stato anche sepolto), come risulta dall’atto di morte inserito al n.1 nel registro degli atti di morte della 69° Compagnia del Battaglione Gemona. Il 26 maggio 1915 venne decorato alla memoria con la Medaglia d'Argento al Valore Militare con la seguente motivazione: "Mentre andava valorosamente all’assalto di una trincea nemica; colpito al cuore cadde gridando: Viva l’Italia!».
«Se è stata drammatica la sua fine - ricorda Del Negro -, non meno dolorose sono state le conseguenze vissute dalla sua famiglia. Infatti tre mesi prima di incontrare la morte sul campo di battaglia Valentino Del Bianco si era sposato nella chiesa di Avasinis con Maria Orlando il 15 febbraio 1915. Da quella guerra non fece piú ritorno e non riuscí mai a vedere sua figlia che nacque il 16 novembre 1915. Proprio per ricordare il padre la figlia venne chiamata Valentina. Da tanti anni, inoltre, ad Avasinis la via dove si trovava la casa della sua famiglia è stata dedicata alla sua memoria».
Domenica 24 maggio alla cerimonia e alla messa parteciperanno anche numerosi parenti e discendenti di questo sfortunato alpino friulano.

11 commenti:

  1. che strano don Giulio celebra la messa a ricordo dei caduti! ma se si è sempre rifiutato di celebrare la messa e non partecipava alle cerimonie in ricordo dei caduti il 1 novembre perché lui non voleva esaltare la guerra! !! evidentemente ci sono caduti di serie A di serie B e anche di serie C !! che vergogna.
    Alpino

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    1. Don Giulio è vecchio e malato la sua memoria è cagionevole..ma tu sei uno di quelli che credono che il povero diciannovenne si sia immolato al grido di viva l' Italia..se ti lasciavano scegliere non facevi nemmeno la leva..alpin

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  2. Penso siano tutti d’accordo, venga reso pieno merito a tutti i caduti delle diverse guerre, ricordandoli e commemorandoli periodicamente. Soprattutto perché molti di loro hanno consapevolmente sacrificato la propria vita per la libertà del Popolo Italiano. Dopo, che uno sia morto per primo, per secondo o centesimo, poco importa. Anche perché è molto difficile ed anche inutile stabilire chi sia morto prima o dopo. Tutti in egual modo adempivano degnamente al loro dovere. Ciò che invece non tollero, sono gli ipocriti che si ricordano di costoro solamente nelle occasioni a loro più opportune. In questi ultimi tempi, di questi personaggi ne escono a centinaia, basti vedere in alcuni frangenti i riprovevoli comportamenti dei protagonisti sia della TV che della carta stampata. Ma dov’erano sino ad oggi tutti questi nostalgici e tenaci “patrioti”? Vorrebbero forse costoro, ed oggi è consuetudine, farsi passare per degli storici? Quindi a questi malati di protagonismo, che con il braccio alzato agitano ripetutamente la bandierina, con l’intento di evidenziare: guardate che ci sono anch’io, senza remore ne imbarazzo nel lucrare sulle disgrazie altrui; resta unicamente a fondo pagina sotto il loro nome, solo l’emblema della più misera vergogna. Furore

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    1. http://comitat-friul.blogspot.it/2015/05/prima-guerra-mondiale-in-friuli-niente.html

      Buine leture!

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  3. "Soprattutto perché molti di loro hanno consapevolmente sacrificato la propria vita per la libertà del Popolo Italiano." scrive Anonimo il 24 maggio 2015 alle ore 13.42

    Ricordo che sia nella Prima mondiale che nella Seconda guerra mondiale il Regno d'Italia ha "DICHIARATO GUERRA" ed è quindi stato un paese aggressore. Quale "libertà del Popolo italiano" stavano dunque difendendo i soldati Giusto e Del Bianco? La Prima guerra mondiale vide il Parlamento italiano contrario e il Papa fece il possibile per impedirla e la chiamò la "Inutile strage". Ma gli industriali e la massoneria italiana spinsero perchè il Regno d'Italia dichiarasse guerra all'Impero Austroungarico che aveva, è bene ricordarlo, promesso importanti cessioni territoriali all'Italia - tra cui Trieste - se il Regno d'Italia restava neutrale.
    I guadagni degli industriali furono enormi, la perdita di vite umana spaventosa e l'Europa uscì dalla Prima Guerra mondiale distrutta. E soprattutto furono create le premesse per il Regime fascista e il Regime nazista. E tempo 20 anni ci sarà una seconda guerra mondiale.

    Cosa c'è da festeggiare? C'è solo da riflettere.....

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    1. Ma guarda: Il bue che da del cornuto all’asino. Che sia per l’ennesima volta chiamato ad esempio proprio il comportamento e le parole del papa, con tutta la sua santa sede, il clero, le varie diocesi ed il mondo "cristiano"; a riprenderci ed insegnarci la pace, l'amore verso il prossimo e l'uguaglianza ed il rispetto umano, genera in tanti di noi una riprovevole angoscia. Tutti questi grandi maestri di umanità sono i veri istigatori, che nella storia umana sono stati i mandanti, gli organizzatori e fautori di innumerevoli stragi, assassini di popoli e gente inerme ed indifesa, in nome della carità cristiana e dell’amore verso Dio. Allora le chiamavano “Crociate” queste campagne di saccheggio, distruzione, morte e conquista delle terre e beni altrui. Per non parlare dell’inquisizione, degli assassini sui roghi per eresia e stregoneria e tanti altri soprusi. Inoltre, dov’era la pace durante le innumerevoli benedizioni agli eserciti che scendevano in guerra in nome della cristianità? Inoltre, come ben sappiamo, nella seconda guerra mondiale molti ufficiali tedeschi, tra cui i più spietati, trovarono la via della libertà (Argentina, Centro America..) mediante l’aiuto della santa sede in cambio di denaro, oro e di ingenti valori rubati durante le razzie di guerra. Ed oggi? Ed oggi, i forzieri delle Banche Vaticane ne rendono pieno merito! Orsù dunque, continuiamo ad invitare tutti alla pace, alla coesione umana, alla fratellanza, alla tolleranza e all’amore verso il prossimo. Basta pero che a gestire tutto questo siano sempre gli stessi o chi per essi (vedi oggi Caritas, Croce Rossa ed Associazioni ecclesiastiche varie), e che nessuno si permetta di mettere in dubbio i grandi valori di carità cristiana e… soprattutto, nessuno tocchi ciò che è mio! Infine, per quel che riguarda l’ultima affermazione dell’anonimo del 31 maggio ore 08.26, nessuno a mai parlato di festeggiamenti, rileggiti bene le dichiarazioni, ma di celebrazioni. C’è una bella differenza. Chiudendo penso che alla gente, che siano stati gli Italiani o gli Austrungarici ad iniziare il conflitto, sotto la spinta degli industriali e dei grossi finanzieri (massoneria), poco importa. Ciò che importa veramente è ricordare e commemorare, per non dimenticare, migliaia di giovani che hanno combattuto e perso la loro vita. Erano la nostra gente, facevano parte delle nostre famiglie. L’unica verità dunque non è stabilire chi ha ragione ma è la consapevolezza dell’ingente perdita di vite umane; una generazione di giovani interamente annientata. Questo, non deve essere dimenticato. Fûr ore

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    2. Forse all'anonimo che mi risponde il 31 maggio ore 11 e 27, farebbe bene un ripasso della storia per quanto riguarda la Prima guerra mondiale. Forse scoprirebbe che il Parlamento italiano era contrario all'entrata in guerra del Regno d'Italia. Forse scoprirebbe il ruolo della massoneria e degli industriali nella campagna stampa degli "interventisti". Forse scoprirebbe che è stato il Regime fascista a inventare "la bella morte per la Patria" e che fu il Regime fascista a ideare e far costruire in ogni più piccola cittadina o paese italiano un monumento al "caduti per la Patria". Tra il "celebrare" e il "festeggiare" l'entrata in guerra "DI AGGRESSIONE " dell'Italia nel 1915, non c'è alcuna differenza. Si celebra "la guerra" con tanto di fanfare e si dimenticano i troppi morti nelle trincee; morti giovanissimi spesso senza capire perché erano lì in trincea e non a casa con la loro famiglia. Morti in trincea che speso si sono trovati a scegliere tra il morire sotto il fuoco nemico in assalti suicidio o il morire sotto il fuoco "amico" ( i carabinieri che avevano il compito di impedire la fuga dalle trincee).

      Alla fine della guerra Giolitti volle che il Parlamento italiano costituisse una Commissione d'inchiesta parlamentare che aveva lo scopo di esaminare le supposte truffe effettuate dall'industria bellica italiana. I risultati di questa inchiesta non si sono mai saputi e poi, una volta che Mussolini salì al potere, tutto fu messo a tacere.

      Parliamo di questo e non andiamo indietro al tempo delle Crociate o alla Inquisizione di molti secoli fa....

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    3. Mi permetterai ma di politica non ne voglio proprio sentir parlare, ne ho le p... piene. Ti lascio libero arbitrio e personali convinzioni. Invece per quanto riguarda la storia del periodo della prima guerra, probabilmente abbiamo letto testi diversi. Come avrai ben capito, io non frequento ambienti vicino alla Chiesa. Mi trovo a disagio, proprio come la tua supposta. Se invece vogliamo parlare del periodo fascista leggiti bene gli avvenimenti e la stretta connivenza fra stato e chiesa e, per quanto riguarda l’industria bellica dovresti uscire dai normali carismi e scoprirai che negli investimenti c’erano anche finanzieri molto vicini alle banche (o casse allora) vaticane. Or bo, non ci credi? Forse e meglio cullarsi nel così detto e scritto. Per quanto riguarda invece gli innumerevoli morti nei conflitti della grande guerra, sia nelle trincee che sotto il fuoco nemico o amico, alle spalle, mi trovi perfettamente d’accordo. Dopo tutto pensavo di esser stato chiaro nell’ultima parte del mio intervento. Pare che saresti propenso ad una commissione d’inchiesta parlamentare, per far cosa? Ne abbiamo viste tante e non ne abbiamo mai cavato nulla di positivo. Solamente falsità e risultati di circostanza. Ed anche per il motivo trainante “l’aggressione” posso condividere, ma come ti avevo già detto, ad oggi non interessa più a nessuno. Quello che conta, come rimarcavi nuovamente tu, sono i numerosi soldati che vi hanno perso la vita. Dunque, che sia presente la fanfara, il coro degli alpini o il coro parrocchiale, con al seguito il vescovo o un alto prelato e la schiera immonda dei politicanti e faccendieri del momento, non conta, l’importante è ricordarsi di loro. Di oltre 650.000 militari, quasi tutti in giovane età e le stime parlano anche di molte migliaia di civili. Non credo che ricordarli sia sbagliato o esagerato. Forse ricordarli farà riflettere tutti noi, nel non commettere più certi errori. Veramente non capisco perché ti dia tanto fastidio. E con questa chiudo i miei interventi e chiedo scusa a tutti per l'insistenza. Fûr ore

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    4. Solo una piccola riflessione e poi chiudo anche per non annoiare che si legge.

      1) Se tu sei anti-clericale è un problema tuo. Limitatamente alla Prima Guerra mondiale il Papa cercò di fermare quella che definì "l'inutile strage". E' una dato storico che va ricordato.

      2) Non si possono ricordare i tanti, tantissimi, morti inutilmente senza ricordare "CHI" li mando al macello e "PERCHE'". Perché l'inutilità della loro morte sta tutto in queste due domande "CHI e PERCHE' " e nelle risposte che la storia ci dà. E ciò al di là della retorica patriottarda di cui l'Italia, ma anche la nostra Regione, fa continuamente sfoggio.

      3) La commissione d'inchiesta PARLAMENTARE sulle truffe (documentate!) dell'industria bellica italiana fu voluta da Giolitti alla fine della Prima guerra mondiale. Poi Mussolini archiviò tutto. E anche questo fa parte della storia DIMENTICATA della Prima guerra mondiale e contribuisce a rispondere alle domande/risposte di cui al punto 2)

      4) E' storia - oggi purtroppo dimenticata - che è stato il regime fascista a inventare la "BELLA MORTE" in battaglia. E' stato il regime fascista a voler riempire l'Italia di monumenti ai "morti per la Patria", dimenticando "volutamente" che la Prima guerra mondiale era stata voluta dal Re, dalla massoneria e dalla industria italiana. Contrari il Parlamento italiano, la Chiesa cattolica e soprattutto il popolo italiano.

      mandi e stâmi ben! E scusait i intervents.

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  4. "penso che alla gente, che siano stati gli Italiani o gli Austrungarici ad iniziare il conflitto, sotto la spinta degli industriali e dei grossi finanzieri (massoneria), poco importa" scrive "anonimo - 31 maggio 2015 ore 11.27

    E invece è fondamentale che la gente sappia che il Regno d'Italia nella Prima guerra mondiale fu un paese aggressore e che il Parlamento italiano dell'epoca era contrario alla DICHIARAZIONE DI GUERRA. L'entrata in guerra fu un colpo di mano del Governo e del Re e ciò in violazione della volontà parlamentare.

    Per "chi" allora morirono centinaia di migliaia di contadini italiani inviati al massacro senza neppure sapere perché erano in trincea? La storia va raccontata affinché tragedie come la Prima guerra mondiale non si ripetano più.

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  5. E' il caso di sottolineare che in FVG, sinora, le parole chiave relative al centenario sono state più "ricordare" e "conoscere" che non "celebrare" e "commemorare": lo si nota anche dall'uscita di qualificate ricostruzioni storiografiche o, per esempio, dalla sostanzialmente scarsa rilevanza ottenuta da manifestazioni quali quelle di "Casa Pound" a Gorizia. Qui da noi, ricordare Valentino Del Bianco non vuol dire esaltare chi avrebbe offerto il petto al nemico ma sottolineare come la nostra comunità sia stata sin da subito colpita dal dramma della guerra.

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