"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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venerdì 15 maggio 2015

La lunga marcia dell'alpino, da Vasinas all'Aquila (III)

A piedi sulle vie dell’Orcolat

L’impresa di Stefano Vidoni, in cammino da Avasinis all’Aquila
UDINE. È stato il primo a partire: una decina di chili di peso sulle spalle e buone scarpe. Stefano Vidoni, 42 anni di Avasinis, è partito per l’Aquila il 18 aprile scorso allo scoccare della mezzanotte. Da allora, con il suo lento andare ha camminato per 864 chilometri.
Un’impresa, la sua che ai compagni dal gruppo Ana di Avasinis era sembrata fin troppo impegnativa. «E poi, invece, abbiamo dovuto rallentare la sua andatura perché rischiava di arrivare all’Aquila prima di noi» commenta il vicecapogruppo Dino Di Gianantonio, che nella tarda serata di ieri è partito con il gruppo di Avasinis per l’Abruzzo. Una quindicina di penne nere salite in macchina con tutto il necessario per organizzare una festa di benvenuto a Stefano all’Aquila.
Per Stefano, camminare è da sempre una passione, è arrivato a piedi all’Adunata di Pordenone e pure a quella di Belluno, nonostante un brutto infortunio subito durante il tragitto. Ma l’Abruzzo è tutta un’altra storia.
«Ho deciso di unire idealmente i tre epicentri del terremoto: dal Monte San Simeone a Bordano a Finale Emilia, fino all’Aquila». Una marcia di avvicinamento che ha portato Stefano a percorrere strade secondarie e sentieri, a fraternizzare con le persone, godere della loro ospitalità, stringendo vincoli di amicizia.
«È stata un’esperienza indescrivibile – commenta Vidoni che ieri si trovava a 27 chilometri dal capoluogo abruzzese – la gente mi fermava per chiedermi da dove venivo e dove ero diretto, mi rincorrevano per darmi un panino, per offrirmi un riparo per la notte, invitarmi in casa a fare colazione, riservandomi un’accoglienza eccezionale». E se anche Stefano si è concesso più di qualche nottata per dormire sotto le stelle, su una panchina nel parco o al riparo di qualche pensilina, quando il tempo era inclemente, in tanti hanno spalancato le porte della loro casa per averlo come ospite. Lo stesso hanno fatto molti gruppi Ana che lo hanno accolto con affetto e anche i frati cappuccini.
«Quando ho deciso di accettare questa nuova sfida – riassume Vidoni – ho preso una cartina dell’Italia e ci ho disegnato una traiettoria a penna. Il viaggio è nato così, per affrontarlo mi sono portato dietro uno zaino nel quale ho messo il minimo indispensabile: tre tute, una coperta e un poncho per la pioggia. Passando da un paese all’altro ho conosciuto tanta gente splendida – assicura – a ogni cartello stradale ho scattato una foto per mandarla agli amici dell’Ana di Avasinis e al gruppo che si è formato via whatsapp “@mulin on the road” che mi seguono costantemente».
Partito con un’andatura piuttosto veloce, ha macinato 47 chilometri al giorno nelle prime due settimane, poi, siccome procedeva troppo rapidamente, è sceso a 25 chilometri al giorno. «Ieri sera ho dormito in una vecchia chiesa danneggiata dal terremoto – ragguaglia – stasera non so, ma un posto di sicuro si trova».
Escavatorista con la passione per il podismo, Stefano, da buon alpino, è abituato ad affrontare le difficoltà senza perdersi d’animo. Recentemente ha perso il lavoro, ma non l’entusiasmo e la voglia di fare che lo ha portato a lanciarsi a capofitto in questa nuova avventura.
«Questo viaggio in solitaria mi ha permesso di riflettere su tante cose e ha cambiato la mia vita in maniera significativa» ammette Vidoni. La svolta più grande è quella che gli ha permesso di riannodare i rapporti con una figura familiare di cui il tempo, e le vicende avverse, lo aveva privato. La seconda è arrivata con il caloroso abbraccio che gli alpini hanno stretto intorno a lui monitorando da lontano ogni singola tappa del suo lungo viaggio, seguito passo dopo passo da un gruppo composto da una cinquantina di persone che attraverso whatsapp lo segue ogni ora del giorno condividendo i suoi selfie che lo ritraggono accanto ai cartelli stradali di tutte le località toccate attraverso l’impresa.
L’appuntamento con i colleghi dell’Ana di Avasinis, che finalmente potranno riabbracciarlo, è per oggi a mezzogiorno sotto le tribune all’Aquila, dove troverà il gruppo pronto ad accoglierlo con una piccola festa.
«Al rientro in Friuli però – chiosano gli amici dell’Ana – stavolta in macchina, i festeggiamenti ad Avasinis li faremo in grande stile».
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E dall'emittente AQBOX.TV, un'intervista a Stefano Vidoni appena arrivato a L'Aquila:

http://www.aqbox.tv/notizie.php?view=5636



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