"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

lunedì 8 settembre 2014

San Simion, tra fede, festa e tradizione

Tradizionale appuntamento sul "balcone del Friuli", quello di ieri,  con la salita al monte San Simeone (col pellegrinaggio a piedi partito da Vieres, autonomamente a piedi o in bici, con le auto). In tanti sono saliti su, ad ascoltare la messa celebrata da prè Gjulio, a far festa per dei battesimi in chiesetta e poi ai chioschi, ben curati dalla Pro Loco di Bordano e Interneppo e ai momenti di gioco e di festa.

Particolare commozione ha suscitato, durante la messa, la lettura della testimonianza di Fredo Barazzutti (in prima fila, dall'alto dei suoi 91 anni) a documentare una devozione  per il Santo che ha superato i drammi della guerra e le fatiche di decenni di lavoro.

Nel 1942, lavoravo alla costruzione della strada che avrebbe portato da Valle ai prati alti del Monte San Simeone. Per non fare ogni giorno la strada al mattino ed alla sera, chiesi ai due assistenti che usavano una baracca per mangiare e riposare, di poter esser ospitato anch'io in quell’alloggio. Avevo cosi più tempo anche per me stesso e, dopo aver preparato la cena, mangiato ed in attesa di coricarsi, si era soliti parlare di lavoro e della guerra.
Quando mi dissero che anch'io sarei stato chiamato alle armi, decisi di fare una passeggiata sino all'ancona che era stata eretta in onore di San Smeone. Era una piccola costruzione muraria venerata dalla gente del luogo che chiamava affettuosamente 1’opera con il nome di San Simionut.
Cosi una sera decisi di scendere e mi recai la per una preghiera:
"Ce sarael di me? Tu tu lu sâs di sigûr e se tu lu vuelis tu puedis ancje protegimi parcè che jo no vuei copâ nisun e no vorres che mi copasin. Pueditu judami?”.
La piccola statua non rispose apertamente ma io credo che il Santo mi abbia ascoltato e dal quel rnomento è stato sempre vicino a me. Ero sicuro che Lui mi aveva risposto perché durante la salita per rientrare in baracca percepivo una misteriosa gioia ed il camminare mi sembrava leggero. Mi dicevo: “O ai di tornâ ju, ansit o tornarai ogni di a cjatalu e a dî une preiere".
Cosi, ogni sera scendevo, con ogni tipo di intemperie, mi sedevo accanto a Lui, recitavo il Pater-noster ed il Gloria e poi finivo per chiacchierare del più e del meno, sempre sentendo quella indecifrabile gioia che mi spingeva  ad intrattenermi sin oltre 1'imbrunire.
Ma non avevo alcun timore a risalire al buio perché oltre che a conoscere perfettamente i sentieri, non mi sentivo mai solo, intuivo sempre la sua presenza accanto a me. Sono poi partito per la guerra sul fronte greco-albanese. Ho fatto l'esperienza di 2 anni di lager, ho lavorato a condizioni inumane nelle miniere del Belgio. Rischi per la mia incolumità ne ho corsi diversi ma sono riuscito sempre a superarli grazie all'aiuto del Signore e di S. Simionut cui mi rivolgevo sempre e che non mancavo ogni anno di passare a trovare anche per mantenere fede al voto fatto.
Anche quest'anno, nonostante le difficoltà e le mie condizioni fisiche, non mancherò di rinnovare il voto e, grazie a tanti arnici, sarò presso l'altarino di pietre a lui dedicato per un ringraziamento ed una preghiera. Una preghiera che non sarà ripetitiva ma qualcosa che esce direttamente dal cuore.
                                                                   Fredo Barazzutti

E' ritornato il cartello con il ringraziamento a San Simeone. (foto Luciana Picco)

Nessun commento:

Posta un commento

Ogni opinione espressa attraverso il commento agli articoli è unicamente quella del suo autore, che conseguentemente si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione sul Blog "Alesso e Dintorni" del testo inviato.
OGNI COMMENTO, ANCHE NELLA CATEGORIA ANONIMO;, DEVE ESSERE FIRMATO IN CALCE, ALTRIMENTI NON SARà PUBBLICATO.
Grazie.