"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 21 luglio 2012

Como vuê. 68 anni fa l'incendio di Bordano

Il 21 luglio 1944 Bordano visse uno dei momenti più dolorosi della sua storia, con l'incendio appiccato dai nazifascisti come rappresaglia ad una serie di azioni partigiane. Il ricordo di quelle drammatiche giornate nella testimonianza di Adelchi Bressan (riportata nel libro di Anselmo Picco "Cuant che las caneles"...).


Il 18 luglio un paio di tedeschi si recarono nella trattoria da Albe (madre di Felice e Miute) per prenotare un pranzo per il giorno successivo. Infatti questi dovevano accompagnare in San Simeone alcuni carrettieri di Gemona, i quali dovevano trasportare lì dei pannelli per la costruzione di baracche che avrebbero dovuto ospitare i tedeschi con la loro stazione radio. Nell'osteria vi era un partigiano di Bordano (un partigiano di “terreno”) che sentì la conversazione e avvertì il comando dei partigiani.
Questi organizzarono un agguato, il quale venne perpetrato il 19 luglio, nell'osteria trattoria da "Albe ". Mentre due tedeschi e un repubblichino si erano seduti per pranzare, i partigiani fecero irruzione con l'intento di impossessarsi delle armi di questi militari, ma una reazione di questi ultimi, provocò una violenta sparatoria. I tre, seppur feriti, riuscirono a fuggire attraverso i tetti delle case vicine. I due tedeschi si nascosero in un fienile dove vennero raggiunti e uccisi dai partigiani. Il repubblichino invece continuò la sua fuga sempre attraverso i tetti, imboccò il sentiero che passava dove adesso c'è la casa di Gianna, e raggiunse la cima della montagna dove risiedeva il comando dei tedeschi, diede l'allarme e raccontò che all'agguato avevano preso parte anche alcune persone di Bordano che conoscevano bene e che spesso si intrattenevano insieme a loro in incontri conviviali. (...)

Il 21 luglio, due giorni dopo, i tedeschi misero in atto la loro rappresaglia, bombardando Bordano con i cannoni piazzati a Venzone. La popolazione cercò di mettersi in salvo scappando verso Interneppo mentre i repubblichini entravano in paese e iniziavano a bruciare le case. Questa testimonianza mi fu resa dai compaesani e dalle persone anziane che non  abbandonarono il paese nel momento del bombardamento. (...)


L'unica foto esistente scattata mentre divampava l'incendio nelle case di Bordano












15 commenti:

  1. quindi nulla dì eroico da parte dei partigiani Bordano. solo un vile attacco a dei ragazzi che fino a poche ore prima si intrattenevano con loro. poi loro si sono dileguati e i civili hanno subito le conseguenze che conosciamo! bruciato le case, deportato diversi ragazzi che lavoravano sul san simeone, civili uccisi o feriti. a bordano facevano più paura i partigiani che i tedeschi! questa è la resistenza non ancora scritta.

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  2. C'è poco da dire ..le testimonianze dei fatti ci sono , i commenti pure ,..non rimane che il ricordo delle parole che l'Arcivescovo Nogara ha esclamato durante la sua visita a Bordano pochi giorni dopo l'incendio"Povera Bordano sta pagando il 'fio 'dei suoi peccati" .Il mio ricordo va ai morti , ai deportati,e anche ai danni che questa spavalda azione ha provocato..

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  3. Don Chisciotte & Emi, rileggete per cortesia questa dichiarazione: "Non temo le parole, sono convinto che al terrore dei partigiani si deve rispondere con il ferro e con il fuoco". Non l'ha pronunciata un feroce gerarca nazista, ma il "buon" Mussolini in un discorso a Gorizia. Quel che è successo a Bordano è dunque un classico paradigma dei comportamenti della tattica partigiana e della rappresaglia nazifascista. Nulla di nuovo, nulla di diverso. Non sta a noi giudicare (per di più con gli strumenti intellettuali di 70 anni dopo) ma solo il dovere di comprendere il contesto di quei difficili periodi.

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    1. noi dobbiamo ricordare e raccontare quello che chi ha vissuto quel periodi può ancora testimoniare. perché è troppo facile ora dire che non spetta a noi giudicare. è doveroso farlo invece per chi è morto nei lager, chi ha vissuto i campi dì concentramento e chi si è ritrovato senza un tetto pur misero alla fine della guerra per colpa non della spavalderia dì qualcuno ma della delinquenza pura e semplice dì chi ha avuto la vigliaccheria dì colpire sapendo che a pagare sarebbero stati solo quei poveri ragazzi, donne e vecchi rimasti in paese. bordanesi come loro! ma comprendo che non è ancora tempo per parlare dì queste cose. troppi legami ancora vivi, per cui è preferibile sottacere piuttosto che condannare chi ha agito. e non è stata sicuramente l ideologia politica che lì guidava ma la stessa delinquenza che muove ora i teppisti allo stadio o i black block nelle manifestazioni dì strada

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  4. Le mie erano solo quattro parole scritte a ricordo di quei fatti accaduti 68 anni fa a Bordano e un pensiero per i morti e per i vivi..

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  5. Caro pidiemme, parli con la consapevolezza dello storico titolato ma non credo che tu abbia ne gli elementi ne la conoscenza effettiva dei fatti. Poi e facile scrivere la storia dei vincitori che hanno sempre ragione e dei vinti brutti sporchi e cattivi. I fatti reali, e per fortuna ci sono ancora persone che li hanno vissuti, li possono raccontare loro e possono anche giustamente, giudicare. Ne hanno pieno diritto. Gli storici come te raccontano quello che ha fatto comodo finora. I tedeschi oppressori, i fascisti fascisti e i partigiani eroi che hanno liberato l'italia. L'eccidio di avasinis, i civili massacrati alla periferia di Alesso (il giovane Provino e altri ridotti in fin di vita) senza le provocazioni partigiane probabilmente non sarebbero avvenute. Bisogna invece avere il coraggio di dire la verità, quella raccolta dalle testimonianze di chi ha vissuto i fatti. Uno storico deve scrivere questo: che i tedeschi erano invasori, i fascisti erano fascisti ma anche che i partigiani erano vili ladri di galline. Che con l'alibi del partigiano terrorizzavano, razziavano e vendicavano i loro fatti privati. E quasi sempre provenivano dalle file fasciste!

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  6. Sig. "Cuarnelio", il Blog ha pubblicato integralmente il tuo intervento. Qualcuno, probabilmente, lo potrà giudicare rozzo, approssimativo, forse offensivo. Ma ti è stata data la possibilità di esporre il tuo pensiero. E' inutile quindi che te ne esca con un "come sempre passa la censura". E' un altro esempio di generalizzazione e di mancato rispetto del lavoro altrui.

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  7. ribadisco la censura!!!! penso proprio che questo blog non abbia senso dì esistere. è meglio se continui a scriverti le domande e a darti le risposte che preferisci da solo...

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  8. Liberissimo di pensarla come vuoi. Se vogliamo, è anche questo il frutto di una libertà per raggiungere la quale c'è gente che ha sofferto e c'è gente che ci ha lasciato "la scussa".
    Basta che tu metta in conto che non tutti possono avere la tua stessa visione...

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  9. Certo, come si può giudicare partigiani - o quelli che si ritenevano tali - che violentavano ragazze per poi portarle sulle montagne e lì fatte scomparire.
    Oppure altri che - non digerendo la relazione tra una giovane del luogo ed un giovane tedesco - uccisero la ragazza.
    Non si può giudicare, la storiografia ricerca altro, non si occupa certo di quei cinque civili che, in tutta fretta e nel cuore della notte, hanno dovuto nascondersi in una botola per sfuggire ad un rastrellamento tedesco in seguito ad un attacco partigiano.
    C'è da augurarsi solo che, nel rispetto di coloro che hanno subito queste violenze, per puro servilismo ideologico non si giunga a negare o minimizzare l'accaduto.

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  10. Che bella logica:

    "L'eccidio di avasinis, i civili massacrati alla periferia di Alesso (il giovane Provino e altri ridotti in fin di vita) senza le provocazioni partigiane probabilmente non sarebbero avvenute."

    Perchè in fondo, si sa, le stragi nazifasciste avvenivano per "legittima difesa".

    Bastava lasciare che Hitler e Mussolini facessero quel che volevano e, a parte gli appartenenti alle razze inferiori, non ci avrebbe rimesso nessuno e adesso marceremmo tutti lietamente a passo d'oca...

    Scemo io che pensavo che fossero stati loro a portare Germania ed Italia ad aggredire altri Stati e ad ammazzare anche i propri cittadini.

    Ciao (anzi Sieg Heil)

    Paolo

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  11. ti ricordo Paolo Ve che anche se non ti piace Marzabotto , le Ardeatine , Santanna purtroppo sono rappresaglie - non legittima difesa- dei nazifascisti a seguito dì azioni partigiane. Io non conosco quello che hanno fatto i partigiani in quei posti. non so se erano eroi o vigliacchi. però so,per testimonianza diretta quello che hanno fatto qua. e dì questo posso parlare. condivido pienamente i tuoi giudizi su chi ha causato la carneficina umana della seconda guerra mondiale, ma per questo non posso dire che gli uni erano eroi e gli altri criminali. dico solo che i primi non erano diversi dai secondi e viceversa! non santifichiamo i ladri di polli solo perché erano contro i criminali nazifascisti. entrambi hanno le loro gravi responsabilità nei confronti dì chi è stato fucilato, violentata, deportato e ucciso per colpe che sicuramente non avevano!

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  12. Essendomi occupato a più riprese della storia della Valle del Lago durante la seconda guerra mondiale e avendo prodotto al riguardo alcuni libri e svariati articoli, mi permetto di intervenire a proposito di alcune cose che sono state dette nei diversi commenti. Premetto di non volere convincere nessuno e di rispettare tutte le posizioni (per esempio quelle di “Don Chisciotte” e di “PaoloVE” risultano antitetiche, probabilmente perché partono da presupposti differenti). Credo vada dato atto a Emi che i suoi interventi siano basati su onestà intellettuale e attaccamento alla storia del suo paese.
    Mi sembrano abbastanza semplicistiche, invece, le conclusioni di “Cuarnelio”. La citata uccisione di “Fiume” (Provino T.), per esempio, siamo sicuri sia la dimostrazione di reazione a attentati partigiani? Gli hanno sparato addosso appena hanno visto avvicinarsi uno a cavallo. Poche ore prima, ad Avasinis, quella stessa colonna aveva ucciso un partigiano Gemonese, “Ero” (Gino B.), anche qui dopo aver visto da lontano una persona a cavallo. Ergo: a sbaravin a dut ce che a si moveva, a ogni cosa che potesse rappresentare un potenziale pericolo. E l'eccidio di Avasinis è un altro "buco nero", poichè non sono mai state chiarite con precisione le cause scatenanti.
    All’ultimo anonimo intervenuto, dico che bisogna portare elementi concreti, altrimenti si rischia di fare solo confusione. Ci son stati senz’altro casi di violenza, ma non erano certo la regola (e ci sono anche casi di “giustizia partigiana” in cui gli autori di stupri sono stati immediatamente passati per le armi). A chi fa riferimento quando parla di “ragazze violentate e fatte scomparire in montagna”? In Val del Lago non risulta. E chi è la ragazza uccisa per il legame con un tedesco? Di casi del genere mi risulta solo quello di una ragazza di Ospedaletto, uccisa in Ledis dagli osovani. Se ci sono altri episodi a me non noti, segnalo, come sempre, l’interesse a approfondire tutti i fatti.
    Ribadisco infine l’auspicio che si possa ricostruire queste dure pagine di storia con obiettività, senza preconcetti.
    Pieri Stefanutti

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  13. Trovo abbastanza inquietante che ogni volta che si affrontano questi argomenti molte persone,appellandosi a una fantomatica obbiettività,finiscano per parlare delle cose per sommi capi .... Ricordo a Cuarnelio che se i Partigiani non si fossero mossi in Italia probabilmente non sarebbero accadute molte altre cose oltre a quelle che lui ritiene siano successe a causa loro ... una di queste cose sarebbe stata forse la liberazione dell'Italia,almeno nel modo e nei tempi in cui è avvenuta ... un'altra delle cose sarebbe stata con ogni probabilità la riscossa morale di un paese che nei vent'anni e spiccioli precedenti si era macchiato di colpe gravissime agli occhi del mondo e dell'umanità intera ...

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  14. @ don chisciotte:

    "anche se non ti piace Marzabotto , le Ardeatine , Santanna purtroppo sono rappresaglie"

    contrariamente a quanto affermi non mi risulta che Marzabotto e Sant'Anna di Stazzema siano state rappresaglie.

    Semplicemente erano paesi in zona di operazioni contro i partigiani che furono oggetto dalla furia dei nazisti e dei fascisti.

    Le Ardeatine lo furono in parte (nel senso che vennero trucidate più persone di quante la "rappresaglia" prevedesse).

    Mi chiedo se invece non si possano considerare la maggior parte delle azioni partigiane come una reazione all'invasione ed ai soprusi dei nazi fascisti... tu che ne dici?

    Purtroppo sono cose che, con proporzioni diverse in base alla civilità dei combattenti, è fisiologico che avvengano in guerra, tanto più in una guerra civile.

    Il che riporta a diverse responsabilità tra chi ha iniziato e chi ha scelto di non subire.

    "i primi non erano diversi dai secondi e viceversa".

    Parliamo di fatti successivi all'8 settembre: gli uni deportavano nei campi di concentramento i soldati italiani del XVII GaF di Tarvisio che avevano resistito al confine, gli altri per impedire di mandarcene altri, gli uni per far funzionare la Risiera e Rab, gli altri per fermarla.

    Ecco, anche se non credo che in una guerra civile ci siano molti spazi per santi e verginelle, a me sembrano diversi. Mooolto. E mi meraviglia molto vedere che da un paio di decenni si vogliano vedere solo le atrocità commesse dai partigiani, replicando simmetricamente e moltiplicato l'errore della prima storiografica agiografica sulla Resistenza.

    Ciao

    Paolo

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