Trasaghis, cosacca nelle terre del nonno
TRASAGHIS. Ritorno a Novocerkassk. Così
infatti era stata chiamata Trasaghis, quale capitale del Kosakenland nel
1944-1945 ai tempi dell’occupazione cosacca.
Negli scorsi giorni nella cittadina c’è
stata la visita di Irina Kargina, cosacca del Don, che è venuta in Friuli per
conoscere i luoghi frequentati dal nonno Kostantin Ivanovich Kargin, nato nel
1904 e morto nel 1983.
Impiegato e scrittore, Kargin era stato
con l’armata della Roa a Berlino e poi aveva seguito il capo dei cosacchi,
l’Atamano Krassnov, nel suo trasferimento dalla Germania alla Carnia. Durante
l’occupazione cosacca, l’uomo aveva vissuto a Tolmezzo; aveva quindi preso
parte, nel 1945, alla ritirata verso l’Austria dove poi, davanti alla minaccia
del forzato rientro in Unione Sovietica, era riuscito a fuggire, a raggiungere
Napoli da dove si era quindi fortunosamente imbarcato per l’Australia.
Soltanto nel 1958 aveva ottenuto il
permesso di poter rientrare in Unione Sovietica.
La signora Irina ha già dedicato alla figura
del nonno due libri, e sta raccogliendo documentazione per scriverne un terzo.
Nella frazione di Alesso, accolta dallo
storico Pieri Stefanutti e dal presidente dell’Associazione friulana donatori
di sangue, Renato Stefanutti, ha visionato la targa commemorativa collocata dal
Comune. Il viaggio di Irina Kargina è proseguito successivamente anche in
Carnia.
Piero Cargnelutti
(Messaggero Veneto, 15 luglio 2012)
La storia dei Cosacchi in Carnia e nelle nostre zone è sicuramente sconosciuta ai giovani.La storia ufficiale non racconta questa presenza nel nord est d'Italia di questo miscuglio di popoli denominati i Cosacchi e non racconta le loro peregrinazioni e il perchè siano capitati da queste parti ,..illusi di avere una nuova patria.Però la guerra ribalta la storia e le illusioni.. io avevo, qualche tempo fa, lanciato su questo blog una proposta di installare una targa ,una tabella turistisca ,nelle vicinanze del ex cimitero cimitero cosacco di Braulins. a ricordo di questo sfortunato popolo, usato dallo zar ,dai tedeschi e venduto dagli inglesi alla fine della seconda guerra mondiale ai russi. Purtroppo in guerra "Chi è senza peccato scagli la prima pietra"Mio padre si ricorda ancora di aver visto il Pope e tutta la campagna di Bordano già "picchettata" con i nuovi confini per le famiglie cosacche..E pensare che i nostri soldati dell'Armir erano andati a finire dalle loro parti..Quanta storia e quante vicende saranno dimenticate e non fatte conoscere ai giovani
RispondiEliminaIn riferimento a questo articolo si rammenta che già diversi anni addietro (non pochi) una signora avanti con l'età partita dalla russia è stata senza alcun clamore a visitare la località in Alesso dove era deceduto suo figlio
RispondiEliminaun tanto per dovere di informazione
@Emi: chi vuole occuparsi di queste cose, oggi, ha a disposizione una bibliografia abbastanza consistente. Il problema (per i giovani, ma non solo) è quello di trovare adeguate motivazioni e curiosità per interessarsi a queste vicende lontane.
RispondiElimina@ Anonimo: sono a conoscenza di un episodio del genere accaduto nei primi anni '60 (l'ho anche citato nel libro "Novocerkassk e dintorni"). Se si trattasse di un altro episodio, sarei lieto di ottenere maggiori particolari. Grazie
in risposta si tratta sicuramente di un altro episodio e dopo l'anno 2000 e dintorni - altro non aggiungo
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