Cimpello-Gemona. Cresce la protesta
di Domenico Pecile
GEMONA Il 20 febbraio dello scorso anno Legambiente del Friuli Venezia Giulia inviò una lettera aperta alle associazioni degli imprenditori e alle organizzazioni sindacali a commento del Piano regionale delle infrastrutture varato dalla giunta regionale. L’obiettivo era di «Avviare una riflessione» che potesse «individuare cosa effettivamente è necessario per l’economia regionale».
L’ottimismo di Riccardi. L’assessore regionale alle infrastrutture, Riccardo Riccardi, fa voti di ottimismo. E si dice quasi certo che entro il prossimo anno «si potrà riuscire a individuare il concessionario che poi dovrà avviare sia l’attività di progettazione sia il lavoro di concertazione con gli enti locali. Poi spiega: «Continuiamo a considerare la realizzazione della Cimpello-Gemona un’opera strategica e determinante per il Friuli e l’intera regione, a maggior ragione adesso in un momento cioè in cui il Veneto ha dato l’avvio alla costruzione della cosiddetta Pedemontana veneta».
Cresce il fronte del “no”. Tuttavia, nonostante l’ottimismo di Riccardi tutto lascia presagire che da qui all’avvio dei cantieri il percorso sarà in difficile salita. La Regione dovrà infatti fare i conti non soltanto con ambientalisti e comitati da tempo operativi nei territori interessati all’infrastruttura, ma anche con alcune amministrazioni sempre più determinate nel dire “no” a un’opera che rischia – sostengono – di sfregiare un paradiso incontaminato delle Prealpi e dei fiumi Tagliamento e Arzino, spendendo circa 975 milioni di euro. Si tratta dunque di una protesta trasversale, che sorvola i partiti sempre più in palese difficoltà a gestire ruoli di decisione in casi come questi.
La posizione dei Comuni. Riassumendo la posizione delle amministrazioni comunali, si può dire che contrarie all’opera sono Pinzano e Forgaria. La precedente amministrazione di Vito d’Asio era contraria, mentre la nuova compagine che amministra il Comune non si è ancora dichiarata apertamente. Neutrali Ragogna, Castelnovo e Travesio in attesa però di approfondire le conoscenze sul progetto e di verificarne gli sviluppi. Sequals è ora commissariata, in quanto la precedete giunta è caduta. Ma al suo interno si stava formando una posizione maggioritaria critica sull’opera. Anche Buja nicchia e ha manifestato i suoi dubbi in un’assemblea con la popolazione. Infine, tutte ancora da definire le posizioni dei Comuni di San Daniele, Majano e Osoppo.
L’Arca guida il dissenso. Innamorati del territorio interessato all’infrastruttura e consapevoli della sua unicità in Fvg e in tutto il Nordest gli oltre 400 soci del Comitato Arca (Assieme Resistiamo Contro l’Autostrada) hanno fondato questo sodalizio per inventare insieme progetti di valorizzazione del territorio e di richiamo turistico, progetti di sviluppo sostenibile tra i quali «non riteniamo possa annoverarsi la costruzione di una devastante autostrada». L’Arca ha raccolto migliaia di firme e le ha depositate in Regione. Il suo presidente, Alberto Durì, si dice certo che questa infrastruttura avrebbe «un impatto ambientale devastante perché andrebbe a incunearsi fra un grande numero di aree tutelate». I motivi della protesta. L’opera – dice ancora l’Arca – devasterebbe aree tutelate (ben 5 Sic, siti di interesse comunitario, una riserva naturale, ecc.) e consumerebbe qualcosa come 1000 ettari di superficie e dovrebbe servire inizialmente 25 mila veicoli al giorno nei due sensi di marcia e oltre 50 mila a regime (per dare un’idea, oggi a Pontebba, tra autostrada e statale si contano poco più di 20 mila veicoli al giorno) producendo ossidi di azoto sistematicamente fuori norma, inquinamento atmosferico, luminoso e acustico non tollerabile dalle popolazioni e da tutto il resto della vita che oggi fiorisce indisturbata da millenni».
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