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Acque, anche i Comuni trentini esternalizzano
di Paolo Martinis
Siccome mi infastidisce un po' quel "corre voce di 600 euro all'anno" che non ha senso (pura disinformazione stile "i comunisti mangiano i bambini"), tralasciando ogni discorso sulla presunta semplicità della gestione sottolineo che:
- il "Consorzio (ente pubblico)" di cui parla il volantino in realtà è la Dolomiti Energia SpA, tra le prime dieci multiutility italiane, con parecchi azionisti privati (http://it.wikipedia.org/wiki/
- in realtà anche i Comuni trentini esternalizzano: non lo dico io ma il Comitato Acqua Bene Comune di Trento alle pagine 9-11 della presentazionehttps://slaicobastrentino.
- come è logico, a pagina 27 dello stesso documento si legge "In alcuni Comuni campione della Prov. TN la tariffa è inferiore del 50% di quella che risulterebbe se venissero computati tutti i costi del servizio; la parte restante viene a gravare sulla fiscalità collettiva”(riferimento PAT, PROGETTO CLIMA 2008, Previsioni e conseguenze dei cambiamenti climatici in Trentino, 2008, pag. 85);
- nonostante ciò la tariffa mediamente pagata è quantomeno paragonabile (in realtà spesso superiore) alle nostre: lo dimostra sempre lo stesso documento a pagina 29 (dati 2009: media di 107€/persona e 1,3€/mc; con le tariffe Carniacque del 2014 una famiglia di due persone che consumi 146mc/anno paga 185€, ovvero 92,5euro/persona per 1,27€/mc complessivi; nel 2009 da noi non si arrivava ad 1€/mc) oltre al confronto fatto nel 2012 con il Comune di Calavino quando i Comitati presentarono il Trentino come modello per il settore idrico in montagna;
- la gestione provinciale degli impianti di depurazione è una chimera: l'Agenzia per la Depurazione ha praticamente le funzioni dell'ATO (anche se fa più cose, soprattutto più cose intelligenti: http://www.adep.provincia.tn.
Paolo Martinis
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Acque, restituire la gestione ai Comuni, singoli o associati
di Franceschino Barazzutti
Se Paolo Martinis,,che sottoscrive il commento n.1, è la persona che per anni e sino a poco tempo fa era funzionario di Carniacque, anzichè mettersi in cattedra dovrebbe fare un atto di umiltà e chiedere scusa ai montanari, che hanno pagato bollette salate, per aver ridotto la società nella brutta situazione finanziaria venuta a galla solo ora, di cui egli ha sempre taciuto e,anzi, si è prodigato a decantare i "successi" e la "bontà" di Carniacque. In questi tempi di crisi occupazionale non faccio mancare la mia comprensione a chi difende il proprio "pagnut". Ma per favore....il buco di 4 milioni di Carniacque non lo avrà mica provocato Barazzutti! Barazzutti da anni va dicendo in tutti i modi che nelle nostre condizioni territoriali e demografiche una gestione centralizzata del servizio idrico non può stare in piedi per mancanza di presupposti e che la gestione va restituita ai Comuni singoli o in associazione. Mi fermo qui e tralascio alcuni aspetti non brillanti riguardanti le assunzioni passate e recenti in Carniacque.
Se Paolo Martinis è il neo componente del consiglio di amministrazione di Carniacque, carica alla quale sarebbe passato da già funzionario della stessa società, si qualifichi come tale, sì da permettere a chi lo legge di capire che sta difendendo .... se stesso.
Franceschino Barazzutti del Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento
Non entro in merito alle questioni prettamente "tecniche" quali: investimenti e tempi di ritorno sugli stessi, vetustà degli impianti e delle condutture, tempi medi di manutenzione e numero di interventi, costi della stessa, percentuale di perdita d'acqua delle condutture (verificata e/o presunta) ecc. in quanto mi riservo di approfondire se e quando reperirò la relativa documentazione.
RispondiEliminaDesidero invece soffermarmi su alcune questioni che ritengo fondamentali e che spesso chi si trova a dover difendere - per necessità o per la convinzione di aver ben operato - le scelte aziendali o politiche sceglie di ignorarle.
Punto primo: gli errori di investimento ed il mancato controllo dei costi (gestione, dipendenti ecc.) che generano le conseguenti perdite economiche devono essere sempre ripianate dai cittadini? In parole povere: gli amministratori vengono promossi ad incarichi più prestigiosi ma i costi sono pagati di tasca propria dagli utenti.
La qual cosa mi sembra inaccettabile poichè si tratta di un servizio - l'erogazione di acqua potabile e tutto ciò che ne consegue - primario ed essenziale, soprattutto in tempi come questi in cui la percentuale di occupati (individui che lavorano e percepiscono lo stipendio regolarmente e indeterminatamente) è bassa in rapporto alla percentuale di persone in età lavorativa.
Quindi, le bollette le pagano i pensionati?
E a chi non ce la fa, l'erogazione dell'acqua e relativi servizi viene sospesa?
Punto secondo: a fronte di un passivo, normalmente le aziende tagliano tutto ciò che possono (dipendenti, investimenti non necessari, riduzione dei benefit agli amministratori ecc. i titolari di imprese spesso non prelevano la loro quota perchè significherebbe togliere all'azienda quel poco di liquidità che c'è).
Carniacque in questo specifico caso che fa? Riduce l'organico non necessario? I Soci rimettono in discussione l'utilità di mantenere in essere Carniacque?
Si spera nell'acquisizione di un'altra SpA e nella quotazione in Borsa?
Così gli investitori, che sono sempre i cittadini che pagano le bollette - quelli che hanno un lavoro e qualche soldino da parte pagano due volte i debiti di Carniacque: pagando le bollette ed acquistando azioni e/o obbligazioni.
Pagare di più per lo stesso servizio?
Se Carniacque ci costa tanto, non è preferibile tornare alla "vecchia" gestione? Visto l'aumento delle bollette, è preferibile contribuire al risanamento del bilancio del proprio Comune o il doversi sobbarcare anche degli oneri non direttamente legati al SII?
In caso di rottura degli impianti in più punti e in più Comuni, vista la non liquidità dell'azienda e l'impossibilità ad investire (acquistare), gli utenti devono arrangiarsi come possono?
Come verrebbe garantito il rispetto dei parametri previsti dalla legge riguardo la potabilità e degli scarichi fognari?
(Cittadino critico)
In questi momenti di crisi, bisogna cercare di sprecare meno denaro pubblico possibile e sopratuttto cercare di pescare il meno possibile sulla tasca dei cittadini. Iniziamo dai vitalizi che gli ex consiglieri regionali prendono, diano l'esempio gli ex primi cittadini.
RispondiEliminaSperavo in una risposta sul merito, ma Barazzutti al solito preferisce gli attacchi personali. Sarà il gap generazionale...
RispondiEliminaSiccome sono uno che guarda ai concetti e non a chi li esprime, non mi sembra fondamentale riportare cosa faccio nella vita nella firma dei commenti. Anche perchè non ci sono tanti Paolo Martinis in giro e chi proprio vuole può trovare il mio curriculum su linkedin e la mia attuale carica sul sito di Carniacque.
Aspettando una risposta da Barazzutti almeno in merito a quei 600€ all'anno (di chi è la voce e come questi ha fatto i calcoli, per inciso), preferisco non dilungarmi sulle colpe che mi si addebitano o sul mio "colpevole silenzio" in merito alla situazione finanziaria dell'azienda, perchè credo non interessino a nessuno. Sottolineo solo che il "buco" è un problema finanziario di liquidità (ovviamente pane quotidiano per chi coordinava le manutenzioni) e che mi sono licenziato da un lavoro a tempo indeterminato nel dicembre 2013 per tornare a fare lo studente (quindi è lampante che ogni mio intervento su carnia.la verteva unicamente a salvaguardare il mio posto di lavoro).
Rispondo invece ad alcune delle importanti questioni poste dal "cittadino critico", anche se (stando a Barazzutti) in quanto anonimo non meriterebbe risposta... Solo un paio (e molto velocemente) perchè sono temi complessi, difficilmente sintetizzabili in poche righe di giornale o di commento ad un post.
Paolo Martinis
Paolo, io credo che la faccenda possa essere ricondotta ad un principio generale:
RispondiEliminaFino a che i cittadini avevano il loro, in fondo non erano tanto interessati a sapere quali e quanti erano i benefici che parlamentari ed amministratori regionali deliberavano per se stessi. Ora che le persone normali sono in ambascie per far quadrare il mese; ora che leggi di uno che ha avuto un malore all' arrivo dei funzionari che erano venuti a staccargli l' acqua, ora non accetti più:
Carniacque era un disastro annunciato di cui si sono resi responsabili gli amministratori pubblici di ogni livello: Come Regione si é voluto forzare entro logiche "extraterrestri" un territorio che aveva da sempre gestito benissimo il suo servizio idrico integrato e come amministratori locali si ha di buon grado scelto di demandare delle responsabilità (fatte peraltro apparire più gravose del reale per ovvi motivi).
Il danno per i cittadini della montagna é fuori discussione, ma qualcuno si ostina ancora a volerci dare da intendere che siamo dei favoriti perché in altre zone i cittadini sono trattati anche peggio. E' un argomento che non passa più.
Buon senso vorrebbe che a questo punto venisse fatto un reset e ogni Comune rientrasse nel possesso delle proprie reti. Invece viene commissionato dalla società uno studio e le soluzioni prospettate per il risanamento quali sono?
- Non onorare gli impegni verso i soci (cosa peraltro fatta già da subito ma che adesso si vorrebbe formalizzare)
- Impossessarsi delle reti per poter esibire un patrimonio con il quale ottenere credito, ma più realisticamente ATTRAVERSO IL QUALE DIVENIRE APPETIBILI PER L' ACQUISTO (V. al link la relazione finanziaria - pag.6):
https://drive.google.com/file/d/0Bz2Qhv9ZRJ24aDA0clR2aWlKREk/view
Tu dimmi se non ci sono tutti i presupposti per essere inviperiti