"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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martedì 4 novembre 2014

Dal "pulmin di Nesto" a Carniacque, il servizio è migliorato?

Qualche settimana fa, nel pieno della discussione su a chi spettasse di pulire la piazza lordata di Alesso, esprimevamo il modesto parere che una mega-struttura come quella di Carniacque non fosse la più adatta per un territorio come il nostro: "E' l'ennesima dimostrazione che "colâ intal grant" non porta sempre i benefici sperati. Chiudere i piccoli ospedali sostenendo che in una grossa struttura a cinquanta e più chilometri di distanza si viene curati meglio non è detto che sia una bella soluzione. Quando Nesto girava col pulmino a mettere il cloro nell'acquedotto c'era una "gestione idrica" maggiormente a dimensione d'uomo (e le dichiarazioni di non potabilità erano assai più rare, appunto perché tutto era maggiormente sotto controllo). Se la legge ha stabilito che la gestione di questi problemi debba essere affidata al calderone di Carniacque ... vabbè, però troviamo le maniere di alzare la voce civilmente per chiedere un servizio che sia vicino al cittadino. ". L'altro giorno abbiamo riportato una antologia di pareri sulla struttura di Carniacque vista dalla Val del Lago.
E' di oggi, invece,  un comunicato diffuso dal Comitato nel quale si auspica il ritorno della gestione ai Comuni del servizio idrico.....

CARNIACQUE?
  UN BUCO NELL’ACQUA!
                 (di 4 milioni)
prodotto dalla sottrazione ai nostri Comuni del servizio idrico per centralizzarlo in Carniacque spa, rendendo costoso e complicato un servizio di per sé semplice. Infatti:
I COMUNI, operando sul posto con i propri mezzi e dipendenti hanno sempre fornito acqua buona a costi minimi, interventi immediati, un rapporto diretto con l’utente in armonia con la cultura montanara
CARNIACQUE, invece, operando centralmente da Tolmezzo con modelli urbani su un territorio montano, vasto, con abitati piccoli e dispersi, spesso in quota, provoca debiti, disagi e disservizi, poiché la gestione centralizzata su tale territorio è irrazionale, comporta costi elevati ma ricavi inadeguati per la scarsa presenza di abitanti (utenti), prevalentemente anziani.
                                                4 milioni di debiti
 sono prodotti della gestione centralizzata di Carniacque
   
                          CHE COSA NON FARE
   1) mantenere in vita la gestione centralizzata in Carniacque spa nonostante il territorio montano servito non abbia i presupposti per tale gestione, a meno che non si facciano pagare bollette stratosferiche (corre voce di circa 600 Euro all’anno), che sarebbero un ulteriore incentivo allo spopolamento;
   2) costituire, come vuole la Regione, tra Carniacque, Acquedotto Poiana e Acquedotto Friuli Centrale un’unica società, che sarà poi assorbita dalla potente multiutility Bolognese HERA, che – quale “polo aggregatore” del Nord Est designato dal Governo - ha già incorporato Acegas Trieste, APS Padova ed Amga di Udine. 
                             CHE COSA FARE:
 decentrare la gestione del servizio idrico restituendola ai Comuni singoli o associati per vallata secondo il modello della Provincia di Trento, dove su 217 Comuni 27 gestiscono il servizio in Consorzio (ente pubblico) e ciascuno dei rimanenti lo gestisce autonomamente, mentre la Provincia gestisce tutti i depuratori. I nostri Sindaci con l’onore della fascia tricolore si tengano anche l’onere di gestire il servizio idrico, difendendo i propri cittadini e non l’inutile Carniacque spa.

A cura di Comitato Acqua Libera – Paluzza. Comitato tutela acque del bacino montano del Tagliamento 

                                                                        
     
Ai lettori l'invito a esprimere pareri e valutazioni al riguardo.

1 commento:

  1. Siccome mi infastidisce un po' quel "corre voce di 600 euro all'anno" che non ha senso (pura disinformazione stile "i comunisti mangiano i bambini"), tralasciando ogni discorso sulla presunta semplicità della gestione sottolineo che:
    - il "Consorzio (ente pubblico)" di cui parla il volantino in realtà è la Dolomiti Energia SpA, tra le prime dieci multiutility italiane, con parecchi azionisti privati ( http://it.wikipedia.org/wiki/Dolomiti_Energia#Principali_Azionisti ) e a sua volta azionista della famigerata (secondo Barazzutti) Edipower;
    - in realtà anche i Comuni trentini esternalizzano: non lo dico io ma il Comitato Acqua Bene Comune di Trento alle pagine 9-11 della presentazione https://slaicobastrentino.files.wordpress.com/2010/05/111-presentazione-comitato-trento-acqua-2010-04-28-ridotta.pdf , che credo sia una delle tante da cui Barazzutti ha preso ispirazione;
    - come è logico, a pagina 27 dello stesso documento si legge "In alcuni Comuni campione della Prov. TN la tariffa è inferiore del 50% di quella che risulterebbe se venissero computati tutti i costi del servizio; la parte restante viene a gravare sulla fiscalità collettiva”(riferimento PAT, PROGETTO CLIMA 2008, Previsioni e conseguenze dei cambiamenti climatici in Trentino, 2008, pag. 85);
    - nonostante ciò la tariffa mediamente pagata è quantomeno paragonabile (in realtà spesso superiore) alle nostre: lo dimostra sempre lo stesso documento a pagina 29 (dati 2009: media di 107€/persona e 1,3€/mc; con le tariffe Carniacque del 2014 una famiglia di due persone che consumi 146mc/anno paga 185€, ovvero 92,5euro/persona per 1,27€/mc complessivi; nel 2009 da noi non si arrivava ad 1€/mc) oltre al confronto fatto nel 2012 con il Comune di Calavino quando i Comitati presentarono il Trentino come modello per il settore idrico in montagna;
    - la gestione provinciale degli impianti di depurazione è una chimera: l'Agenzia per la Depurazione ha praticamente le funzioni dell'ATO (anche se fa più cose, soprattutto più cose intelligenti: http://www.adep.provincia.tn.it/compiti.htm ) mentre la gestione diretta è in realtà fatta dalla SEA SpA ( http://www.grupposea.net/attivita/environment/depurazione/lang/it-IT/default.aspx ).

    Paolo Martinis

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