Edipower fa dietrofront e rinuncia definitivamente al progetto di raddoppio della centrale idroelettrica sul Lago di Cavazzo perché ritenuto non più strategico.
La notizia è stata annunciata in una conferenza stampa «ad hoc», martedì 16 luglio nella sede della Regione a Udine, dai comitati che da anni si battono contro la realizzazione dell'opera voluta dalla società privata che gestisce l'impianto di Somplago.
Edipower, dunque, non è più intenzionata ad investire la cifra di 100 milioni di euro per ampliare la centrale. La realizzazione di due turbine (in aggiunta alle tre esistenti e già funzionanti), per ampliare la portata d'acqua scaricata dal bacino dell'Ambiesta (lago di Verzegnis), acqua che di notte e nei week end sarebbe stata fatta risalire all'indietro attraverso una nuova galleria di 8 chilometri e mezzo (parallela a quella attuale), è stata stoppata. E la parola fine l'ha messa proprio la società che aveva presentato il progetto, inviando una nota agli uffici della Regione, a firma dell'amministratore delegato Massimiliano Masi. Un documento - fino a martedì non se ne conosceva l'esistenza - tenuto in queste settimane in un cassetto e non ufficializzato dall'Amministrazione regionale.
A darne comunicazione ci hanno pensato, comunque, i battaglieri comitati - quello «per la difesa e lo sviluppo del lago» e quello di «tutela della acque del bacino montano del Tagliamento» - che, contrari fin dall'inizio al progetto, in passato avevano anche organizzato una petizione in difesa di quello che è lo specchio d'acqua naturale più grande del Friuli-Venezia Giulia.
E come prevedibile, è stata grandissima la soddisfazione per la «piega» inattesa che ha preso la vicenda. «È la fine di un progetto basato sulla speculazione», ha commentato Franceschino Barazzutti, ex sindaco di Cavazzo Carnico e portavoce dei comitati. «Finalmente si è preso atto di quello che stiamo dicendo da tempo - gli ha fatto eco Valter Stefanutti, consigliere di minoranza in consiglio comunale a Bordano e uno dei rappresentanti dei comitati -; si è preso atto dell'inutilità del progetto, della sua antieconomicità e soprattutto della pericolosità a livello ambientale. Se fosse stato attuato - ha aggiunto - oltre a tutti i problemi già evidenziati dai vari studi, non solo nostri, con gli scavi avrebbe messo a rischio la falda acquifera esistente e, quindi, l'approvvigionamento idrico di ben cinque paesi».
Stefanutti, nell'evidenziare «il costante silenzio» che ha accompagnato «la nascita, lo sviluppo e la decandeza del progetto», rotto solo «dai comitati che non hanno mai smesso di dare voce alle istanze che provenivano dalla gente, dalla nostra gente, da chi vive nei borghi del lago di Cavazzo», ha confermato che la battaglia per la salvaguardia del lago non è affatto conclusa. Anzi.
Adesso l'obiettivo è quello di «rinaturalizzare» lo specchio d'acqua. «Gli studi e le analisi fatte in questi anni - ha spiegato - hanno avuto il merito di mettere in evidenza come il lago, nelle condizioni attuali, rischi seriamente di essere interrato nel giro di poco più di 100 anni».
Una palude, insomma. Per questo la richiesta è chiara: «Proponiamo - sono parole di Stefanutti - di intubare lo scarico delle acque dell'Ambiesta fino all'uscita del lago, nel canale Leale. Chiediamo una legge regionale e il coinvolgimento nel progetto di tutte le ditte che da queste acque, negli ultimi 50/60 anni, hanno tratto grossi ritorni economici. L'impegno, adesso, deve essere davvero di tutti».
Monika Pascolo e Maira Trevisan
(La Vita Cattolica, 18 giugno 2013)
Quando sarà finita la corsa ad accaparrarsi meriti che non ci sono, quando si smetterà di sostenere che la rinuncia di Edipower al raddoppio della centrale di Somplago è il risultato del lavoro dei Comitati, quando si riconoscerà, finalmente, che l'epilogo di questa vicenda è solo il frutto delle mutate condizioni di mercato che, molto semplicemente, hanno reso non più conveniente l'investimento che la stessa Edipower avrebbe voluto realizzare, allora, forse,
RispondiEliminasi potrà parlare del futuro. Paradossalmente, forse - ha ragione il Sindaco Picco - sono servite di più l'inerzia della Regione ed il rifiuto dei Comuni che non hanno accettato le compensazioni proposte.
Con i tempi che corrono, poi, mi sembra alquanto difficile ottenere una Legge speciale regionale per la riqualificazione del lago e credo ancor più improbabile costringere determinati soggetti (Autostrade spa, SIOT e Edipower) a tirar fuori del denaro a fronte di opere ultimate da alcuni decenni e su cui nessuno ha mai mosso contestazioni.
Saluti.
Giacomo De Vita.
Signor De Vita, concordo con lei è ora di piantarla di accaparrarsi meriti immeritati.
RispondiEliminaLa posizione dei sindaci è indifendibile, nulla hanno fatto per difendere il lago dalle grinfie di Edipower e poi ci si lamenta dell'inerzia della Regione?
Se si vuole discutere almeno si abbia la decenza di parlare con cognizione di causa e non a vanvera.
Sono stati forse i sindaci a contestare il progetto Edipower dal punto di vista strutturale, economico, ambientale ecc.?
Il sussulto tardivo da loro rivendicato non è un merito, è un atto doveroso al quale un amministratore non deve e non può sottrarsi.
Ricordo, inoltre, che ogni atteggiamento trionfalistico è estraneo all'essere friulano di solito onesto nel riconoscere meriti, demeriti e nell'assumersi le proprie responsabilità pertanto se ai comitati si riconoscono i meriti significa che ve n'è la ragione.
Ora è il momento di voltar pagina, sul serio, e di piantarla con la mistificazione dei fatti che riesce così bene a coloro che hanno la coda di paglia e non sanno come ripulirsi, come fanno i bambini che con le mani imbrattate di fango cercano di toglierselo dalla faccia.
D.
Non amo le polemiche e cerco di non alimentarle. Devo precisare, però, che la
Eliminafrase a proposito dei Sindaci, meglio, dei Comuni, cominciava con un
"paradossalmente" e con un "forse". Attribuirmi, quindi, il ruolo di difensore
dei Sindaci, verso i quali sono stato, più volte, aspramente critico, mi sembra
alquanto fuorviante. Forse quella frase andrebbe riletta con più attenzione.
Quanto agli atteggiamenti trionfalistici, a parte quelli della rivista Vita
Cattolica, che già in passato si era espressa a favore delle posizioni dei
Comitati, mi pare che tutto il resto venga dai Comitati stessi, in una sorta di
autocelebrazione.
Quegli atteggiamenti trionfalistici, infine, non sono stati adottati da
calabresi, siciliani o piemontesi ma, da friulani come Lei e come sarebbe
piaciuto essere a me, che lo sono solo per metà.
Saluti. Giacomo De Vita.
De Vita, plui che originari di Cjavaz, lui al par originari di Vergegnas.
EliminaA Vergegnas, a si sa, a son famos par faa la polenta plui granda dal Friul. Par faa chesta polentona bisugna girarla ben e savei cemut girara.
Ecco lui al podares da una grande man ai polentars di Vergegnas, il so pais!
Mandi
Tonina
Si era auspicato il "ritorno" di "Tonina", ma perchè fosse un ritorno costruttivo! E' tanto difficile discutere sulle cose, senza scivolare subito nel dare giudizi sulle persone?
EliminaQuanto è sempre attuale il vecchio detto(chi va con il zoppo impara a zoppicare) spero che, il signor De Vita non si lasci scoraggiare da certi commenti,e continui con i suoi ragionamenti.Per per quanto riguarda il prolema Centrale EDIPOWER o chiesto,in via confidenziale se cè la possibilità che rendano pubblica l'informativa della società,tanto per sapere di cosa stiamo parlando,mi è stato detto che non ci sono problemi a rendere pubblico il documento,speriamo presto,in modo di dare ai commenti un pò di sostanza. Luci
RispondiEliminaAd "Alesso e Dintorni" è arrivato, da parte dei Comitati, copia del documento della Regione che decretava l'archiviazione del progetto Edipower. Non era però presente l'allegato della comunicazione inviata da Edipower stessa.
EliminaE rimane ancora insoluto il mistero del perchè tali documenti siano rimasti nascosti in tanti cassetti per tante settimane....
Confermo che non intendo alimentare polemiche, anche se, in questo caso, la
RispondiEliminatentazione sarebbe forte. Rivendico, però, oltre che le mie origini cavazzine,
anche il diritto ad esprimere le mie opinioni, almeno fino a quando il Blogger
me lo consentirà. Continuo a ritenere che un Blog sia un luogo di confronto di
idee ed opinioni, anche contrastanti o non condivisibili. Certo però, che
quando tale confronto avviene tra chi si firma e chi, invece, preferisce
l'anonimato, il dialogo diventa più difficile.
Per quanto riguarda la richiesta del sig. Luci, capisco la legittima
curiosità; non riesco a comprendere, però, cosa cambi nella sostanza: il
progetto Edipower è archiviato.
Saluti. Giacomo De Vita.
P.S.: Ho sempre desiderato imparare a fare la polenta; adesso, finalmente, so
a chi rivolgermi.