Se ne discuterà certamente parecchio, nelle prossime giornate: sul significato di tale scelta, sulle motivazioni che l'hanno determinata, sulle prospettive future per il Lago. Aggiungiamo anche un altro tema, quello della correttezza informativa. Se la notizia era pubblica, chi era tenuto a divulgarla? Non avrebbe avuto un altro senso la "passeggiata" del 30 giugno se si fosse saputo che Edipower aveva già "gettato la spugna", come ha titolato il tgr? (A&D)
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STOP AL PROGETTO DI RADDOPPIO DELLA CENTRALE DI SOMPLAGO
Edipower rinuncia
16.07.2013Edipower rinuncia definitivamente al progetto di raddoppio della centrale idroelettrica di Somplago. La notizia è stata diffusa dai comitati contrari all’opera che hanno resa nota una comunicazione dell’amministratore delegato di Edipower Massimiliano Masi inviata alla Regione Friuli più di un mese fa ma fino ad oggi non comunicata dall’amministrazione. Nella lettera Masi fa presente la rinuncia alla procedura per l’autorizzazione al sistema di pompaggio. Più che soddisfatti i comitati che ora intendono continuare la battaglia per la rinaturalizzazione del lago di Cavazzo.
Alla domanda che si pone il Blog su: "...chi doveva divulgare la notizia?..., vorrei aggiungere un particolare: la lettera di Edipower è pervenuta alla Regione in data 14 giugno 2013, ed ovviamente inviata ai Ministeri ed autorità competenti, oltre ai Comuni di Verzegnis, Cavazzo Carnico e per conoscenza ai Comuni di Trasaghis e Bordano.I Comitati ne sono venuti a conoscenza per caso e per vie non ufficiali tre giorni fa, attivandosi subito e di conseguenza. Ai lettori la risposta al quesito postosi dal Blog. Dino RABASSI (Per i comitati)
RispondiEliminaGià. Il problema, se non "proprio", è sicuramente "anche" questo. Non ha fatto una bella figura Edipower (che, quando ha voluto, si è ricordata dell'esistenza dei Comitati - vedi comunicato uscito a ridosso dell'incontro di Alesso del 7 aprile - ) nè la Regione (alla faccia della tanto decantata "trasparenza"), nè gli altri destinatari della comunicazione sulla rinuncia al raddoppio della centrale. Speriamo che "a bocce ferme" le diverse posizioni vengano a chiarirsi. Magari, dopo, per progettare un "piano di azione" condiviso.
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