«Il venir meno di questi investimenti sul territorio italiano è sintomatico di come le strategie dei grandi gruppi energetici anche stranieri si stiano orientando al di fuori del nostro Paese perché continuano a rilevare che i consumi interni e la domanda italiana sono in calo costante e lo saranno anche nei prossimi anni. Per contro le nostre imprese per cercare di mantenere le rispettive fette di mercato devono puntare obbligatoriamente sull'export, ma qui si scontrano con i fattori di competitività che, soprattutto per il nodo energetico irrisolto, non permettono di combattere ad armi pari i concorrenti». (...)
«Da tempo chiediamo di favorire le infrastrutture energetiche come gli elettrodotti e lo abbiamo chiesto in queste settimane, in sede di confronti elettorali con i candidati alle Regionali». Gli industriali, sempre per quanto riguarda il tema energetico, attendono ancora lo sblocco dei tanti progetti di centraline idroelettriche che coinvolgono il territorio: «È una delle fonti energetiche rinnovabili sulle quali puntare maggiormente - rileva - sempre e comunque con iniziative sostenibili e portate avanti con buonsenso». Ma il capo-delegazione degli industriali dell'Alto Friuli giudica l'abbandono del progetto Edipower come «l'ennesima occasione sprecata» se messa in relazione al preventivato investimento da circa 100 milioni di euro. «Da quanto ci avevano prospettato in sede di presentazione dell'intervento - ricorda Gollino - le opere e le compensazioni sul territorio erano ingenti, avrebbero lavorato ditte e maestranze del territorio»
(da «Rinuncia Edipower occasione sprecata», di David Zanirato, ILGAZZETTINO, Domenica 7 aprile 2013)
Ai lettori, come sempre, la possibilità di esprimere la propria valutazione in merito.
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