In diversi articoli, David Zanirato ha ricostruito la cronistoria della vicenda e riportato le posizioni dei Sindaci e dei Comitati.
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Centrale idroelettrica la rinuncia di Edipower
Clamoroso annuncio del gruppo che ora non considera strategico il progetto e l'ha eliminato dal piano triennale degli investimenti
David Zanirato
Colpo di scena in riva al Lago. Per Edipower il progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago con sistema di pompaggio non è più strategico ed è stato escluso dal piano triennale degli investimenti della società. La comunicazione è arrivata ieri ed è stata messa in relazione dallo stesso gruppo all'incontro pubblico organizzato per domani [domenica], ad Alesso, con i candidati presidenti alle prossime elezioni regionali dove, tra i principali argomenti trattati annunciati dai Comitati territoriali, vi è l'impianto di pompaggio relativo al potenziamento della centrale idroe-lettrica.
«Una particolare attenzione a questo argomento che sappiamo ha interessato fortemente il territorio friulano in parti-colare quello carnico - scrive Edipower in una nota - è stata dedicata dalla nostra società durante l'elaborazione degli investimenti previsti nel nuovo piano industriale. L'attuale situazione del mercato elettrico e, più in generale la contingente situazione economica presente in Europa - prosegue il comunicato - ha orientato le scelte di Edipower, favorendo investimenti volti a migliorare l'efficienza degli attuali insediamenti produttivi", Per questo, si conclude, «il progetto di potenziamento di Somplago con sistema di pompaggio, che non è stato confermato in quanto non ritenuto strategico». Si mette così in stand-by il maxi-progetto di ampliamento dell'impianto ex Enel, già previsto al mo-mento della costruzione della centrale negli anni Cinquanta, per il quale però si è iniziato a parlare concreta-mente dal 2007 e il cui iter autorizzativo è incominciato l'anno seguente, producendo poi crescenti polemiche nella valle del Lago. L'obiettivo era quello di incrementare la produzione energetica, mediante l'installazione di due gruppi reversibili per una potenza complessiva di circa 124 MW e la realizzazione di una se-conda galleria (lunga 8,5 km), in affiancamento alla galleria esistente, al fine di permette-re il pompaggio dell'acqua tra il lago di Cavazzo e il serbatoio di Ambiesta a Verzegnis. Il tutto doveva comportare circa 25-30 mesi di attività, a partire dall'ottenimento delle autorizzazioni, l'impiego di 60 addetti nella fase di picco e un investimento pari a circa 100 milioni di euro, «con rilevanti ricadute positive sull'indotto locale» avevano fatto sapere all'epoca i vertici della Edipower, in quel mo-mento legati al gruppo italo-francese Edison-Edf. L'iter autorizzativo aveva ottenuto nel corso degli ultimi tre anni il Via dal Ministero dell'Ambiente, salvo poi subire uno stop imposto dalla Regione per l'ok definitivo, vincolato alla risoluzione della trattati-va sulle compensazioni tra la società e le amministrazioni comunali di Cavazzo, Verzegnis, Bordano e Trasaghis, arenatesi successivamente la scorsa estate. Nel contempo Edipower a livello societario ha subito un cambio decisivo nell'azionariato, con la A2A -ex municipalizzate di Milano e Brescia - che ne ha acquisito la maggioranza relativa.
L'IMPEGNO
II lago potrebbe tornare alle antiche condizioni
TRASAGHIS - (D,Z.) Nonostante la decisione comunicata da Edipower, l'incontro promosso per domani con i candida-ti alla presidenza della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia si farà. Tondo, Serracchiani, Galluccio e Bandelli si confronteranno sui temi ambientali ed energetici legati al Lago di Cavazzo, alle 15.30 ad Alesso, nel Centro sociale. Tra i tanti temi i comitati chiederanno ai candidati di impegnarsi per il "ritorno" del lago alle sue condizioni originarie, cercando di portare lo scarico della centrale fuori dal fondo del bacino con un apposita condotta, da agganciare poi al canale artificiale emissario; su questo poi ci sarà la possibilità di installare tre mini-centraline, fornire acqua al Consorzio Ledra Tagliamento, alimentare il fiume Tagliamento e le falde a valle, salvare e rinaturalizzare il lago.
«Non è stato un fulmine a ciel sereno, ce lo aspettavamo»
CAVAZZO - (D.Z.) «Nessuna sorpresa. In qualche modo c'è lo aspettavamo». A botta secca questa la risposta che i sindaci di Cavazzo Carnico e Trasaghis, Dario luri e Augusto Picco, forniscono rispetto all'annuncio di Edipower. «Dall'ultima volta in cui ci eravamo visti la scorsa estate per affrontare la trattati-va sulle compensazioni ambientali ed economiche - ricorda Iuri - dalla società nessuno si è più fatto vivo. In quell'occasione tra l'altro le posizioni portate avanti da noi come amministra-tori comunali, e le concessioni messe a disposizione da Edipower, rimasero agli antipodi. Questi chiesero un nuovo incontro, anche in quel caso nessun accordo. Poi non ne abbiamo saputo più nulla e il fatto che ora, giunti alla vigilia delle elezioni regionali, abbiano adot-tato questa decisione, ci lascia distaccati». Dello stesso avviso il collega primo cittadino di Trasaghis, Picco: «Era evidente lo stallo per la vertenza nell'ambito del processo di autorizzazione unica, per il quale la Regione aveva chiesto un approfondi-mento e aveva fissato il vincolo di un accordo con i Comuni, prima di proseguire nell'iter; ora cercheremo di approfondi-re, non si tratta certo di un fulmine a ciel sereno; sono passati tanti anni da quando nel 2008 abbiamo ricevuto le prime carte - prosegue Picco - e credo che Edipower abbia fatto i suoi conti». La concessione trentennale ottenuta sull'impianto scadrà nel 2029 ed è logico che, «più passano gli anni e meno tempo la società avrà a disposizione per ammortizzare l'opera» conclude Picco.
Dal canto loro si dicono soddisfatti i Comitati territoriali che in questi anni si sono resi protagonisti di una battaglia: «C'è la crisi, le aziende non consumano più così tanta energia come prima e questo, accanto al vorticoso sviluppo dell'eolico e del solare ha contribuito a sballare i conti del gruppo» commenta Franceschino Barazzutti, del Comitato per la Tutela del bacino montano del Tagliamento. «Stanno scontando una forte concorrenza dalle altre fonti rinnovabili e si sono accorti finalmente che queste tecnologie hanno superato di gran lunga i vantaggi del pompaggio; noi certo abbiamo fatto il nostro - prosegue Barazzutti - ma credo che sul congelamento dell'investimento abbiamo pesato anche i miliardi di perdite iscritti nei bilanci delle varie società del gruppo».
Da: "Il Gazzettino" del 6 aprile 2013
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