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Rispondo volentieri alla vostra richiesta a proposito della
problematica del lago di Cavazzo, precisando che il mio pensiero parte da molto
lontano e cioè dal giorno in cui, in seno al direttivo Bim Tagliamento, abbiamo
trovato le risorse per finanziare lo studio realizzato nel 2010 dall’ing.
Franco Garzon e del quale condivido il contenuto. Pertanto la problematica è da
me molto sentita e mi auguro di potermene occupare più approfonditamente in
Consiglio Regionale, qualora eletto, ponendo una forte attenzione all’iter previsto
dal Piano regionale delle Acque e conseguentemente alla formulazione del bando
per il concorso di idee per la valutazione di fattibilità del bypass. E’
interesse di tutti rinaturalizzare il lago di Cavazzo e riportarlo a com’era
prima della costruzione degli impianti di derivazione.
Intendo inoltre approfondire la tematica relativa al rinnovo
delle grandi concessioni di derivazione che già ho avuto modo di trattare in
Giunta nazionale di Federbim, di cui sono membro. Va detto che la Regione
Autonoma Friuli – Venezia Giulia dovrebbe occuparsi della gestione diretta
della risorsa idrica, considerando l’opportunità di chiedere una modifica allo
Statuto di Autonomia – vedi Legge 27 12 2017 n. 205, art. 1, comma 233 della
Provincia Autonoma di Trento – al fine di giungere ad una gestione diretta, con
l’istituzione di una società pubblica regionale, che possa occuparsi dei bandi
per il rinnovo delle grandi concessioni. Pertanto addivenire ad un modello di
sviluppo e di una nuova strategia di gestione dell’idroelettrico che tenga
conto non solo delle ricadute economiche delle produzioni energetiche ma anche
di un controllo diretto sull’ambiente, correggendo i noti difetti che tanto
condizionano l’ecosistema montano, senza dimenticare il potenziale turistico di
tutti i nostri bacini, che vanno valorizzati in forma più sostenibile e
virtuosa a vantaggio delle popolazioni locali.
arch. Domenico Romano
Come sempre, i lettori sono invitati a intervenire e commentare.
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