Complimenti per l'iniziativa, che potrebbe avere ulteriori sviluppi, visto che nella zona del Comune di Trasaghis erano ospitati profughi provenienti, oltre che da Valdobbiadene, anche da altri Comuni quali Mosnigo, Susegana e Sernaglia.
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La scorsa settimana, mentre fervevano i preparativi dell’Antica Fiera di San Gregorio, il Comune di Valdobbiadene ha ricevuto una lettera davvero particolare da una classe terza della scuola media di Trasaghis, in provincia di Udine. Una lettera molto apprezzata che, proprio in occasione del centenario della Grande Guerra e a due mesi dalla tanto attesa Adunata del Piave, ha riavvolto il nastro della storia nazionale, interregionale e locale: la memoria del profugato nelle “terre invase dal nemico” austro-ungarico e le notevoli sofferenze vissute da molte famiglie valdobbiadenesi, e non solo, durante il mai dimenticato “An de la fan” 1917-1918.
La lettera , infatti, riporta queste ammirevoli parole: "Egregio signor sindaco Luciano Fregonese, siamo studenti dell’istituto comprensivo di Trasaghis, frequentiamo la classe terza della scuola secondaria di primo grado della sede associata di Venzone, un paese di 2010 abitanti in provincia di Udine. Siamo venuti a conoscenza di alcuni tristi episodi che riguardano anche la sua provincia. Nel 1918 il nostro paese ospitò alcuni profughi di guerra che hanno cercato riparo e protezione presso Venzone; erano adulti e bambini provenienti da Valdobbiadene. Le scriviamo per ricordare questa triste verità che ha afflitto molti cuori e pensiamo che Le possa far piacere sapere che, a distanza di tanti anni, noi ragazzi ricordiamo con affetto i vostri cari, riuscendo ad immaginare la tristezza e lo sconforto provocati dal conflitto. Siamo consapevoli che le brutture delle guerre di ieri sono le stesse di quelle di oggi, ma speriamo che il nostro impegno a non dimenticare possa, un giorno, cambiare le cose".
L’amministrazione comunale di Valdobbiadene ha molto apprezzato questo pregevole gesto dei 18 studenti della scuola media di Trasaghis: città medaglia d’argento al merito civile della Resistenza e medaglia d’oro al merito civile per la grande determinazione con cui “risorse” dal disastroso terremoto friulano del 1976. Questa lettera, infatti, vuole essere una duratura testimonianza del legame tra questi due Comuni: i profughi di Valdobbiadene patirono l’an de la fan nel Vittoriese e nel Friuli, conseguenza della disfatta italiana a Caporetto e dello spostamento del fronte sul Piave; Trasaghis di Udine vide ricambiata la grande ospitalità donata cent’anni fa ai profughi del Quartier del Piave attraverso il prezioso aiuto di numerosi volontari veneti dopo il catastrofico sisma del 1976.
Alla luce di ciò, il sindaco di Valdobbiadene Luciano Fregonese ha affermato che, prima della conclusione dell’anno scolastico, si recherà alla scuola media di Trasaghis per ringraziare personalmente questi ragazzi e per donare loro la rara testimonianza della profuga valdobbiadenese Caterina Arrigoni e di prossima ristampa), con l’obiettivo di rafforzare il legame di amicizia che unisce, ormai da un secolo, Valdobbiadene, Trasaghis e molti altri Comuni friulani che diedero ospitalità ai profughi trevigiani nel lontano 1918.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
La lettera , infatti, riporta queste ammirevoli parole: "Egregio signor sindaco Luciano Fregonese, siamo studenti dell’istituto comprensivo di Trasaghis, frequentiamo la classe terza della scuola secondaria di primo grado della sede associata di Venzone, un paese di 2010 abitanti in provincia di Udine. Siamo venuti a conoscenza di alcuni tristi episodi che riguardano anche la sua provincia. Nel 1918 il nostro paese ospitò alcuni profughi di guerra che hanno cercato riparo e protezione presso Venzone; erano adulti e bambini provenienti da Valdobbiadene. Le scriviamo per ricordare questa triste verità che ha afflitto molti cuori e pensiamo che Le possa far piacere sapere che, a distanza di tanti anni, noi ragazzi ricordiamo con affetto i vostri cari, riuscendo ad immaginare la tristezza e lo sconforto provocati dal conflitto. Siamo consapevoli che le brutture delle guerre di ieri sono le stesse di quelle di oggi, ma speriamo che il nostro impegno a non dimenticare possa, un giorno, cambiare le cose".
L’amministrazione comunale di Valdobbiadene ha molto apprezzato questo pregevole gesto dei 18 studenti della scuola media di Trasaghis: città medaglia d’argento al merito civile della Resistenza e medaglia d’oro al merito civile per la grande determinazione con cui “risorse” dal disastroso terremoto friulano del 1976. Questa lettera, infatti, vuole essere una duratura testimonianza del legame tra questi due Comuni: i profughi di Valdobbiadene patirono l’an de la fan nel Vittoriese e nel Friuli, conseguenza della disfatta italiana a Caporetto e dello spostamento del fronte sul Piave; Trasaghis di Udine vide ricambiata la grande ospitalità donata cent’anni fa ai profughi del Quartier del Piave attraverso il prezioso aiuto di numerosi volontari veneti dopo il catastrofico sisma del 1976.
Alla luce di ciò, il sindaco di Valdobbiadene Luciano Fregonese ha affermato che, prima della conclusione dell’anno scolastico, si recherà alla scuola media di Trasaghis per ringraziare personalmente questi ragazzi e per donare loro la rara testimonianza della profuga valdobbiadenese Caterina Arrigoni e di prossima ristampa), con l’obiettivo di rafforzare il legame di amicizia che unisce, ormai da un secolo, Valdobbiadene, Trasaghis e molti altri Comuni friulani che diedero ospitalità ai profughi trevigiani nel lontano 1918.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(http://www.qdpnews.it/index.php/valdobbiadene)
Al riguardo, scrive al Blog Emi Picco: " Questa è veramente una bella ed interessante ricerca sulle vicende dei profughi di 100 anni fa..La maggior parte di noi quando pensa ai profughi ,ha davanti agli occhi le lunghe colonne di profughi che fuggivano dalla loro terra davanti all'incalzare del nemico dopo la rotta di Caporetto.. ma "consultando elenchi e testimonianze" risulta che a fuggir erano soprattutto i " borghesi " e qualche contadino succube della retorica di guerra.. Si può affermare che la maggior parte della popolazione contadina dell'Alto Friuli sia rimasta nei propri paesi ,subendo passivamente l'occupazione nemica, ma almeno riusciva a coltivare qualcosa nelle proprie proprietà..Discorso piuttosto più tragico è stato quello delle famiglie che vivevano nella zona della Piave occupata dagli austroungarici e tedeschi. Ricordiamo che l'annata agricola del 1917 era stata eccezionale , e queste popolazioni erano state evacuate e caricate su camion e trasportate nella pianura friulana senza aver la possibilità di poter portare con loro nulla oltre che i propri vestiti ,e se erano riusciti a recuperare qualcosa ,veniva loro sequestrato all'arrivo in terra friulana ..L'unica loro ricchezza sarà la miseria ..portati in una terra dove regnava ,per colpa delle requisizioni , la miseria ,ma almeno i "locali" potevano coltivare qualcosa nei loro campi , invece loro i profughi della "zona della Piave" non avevano campi o proprietà in Friuli.. Nel novembre 18 è finita la guerra ,la retorica della Vittoria ha cancellato tutto e questi profughi sono spariti dal ricordo collettivo , lasciando tante testimonianze ma dimenticate dalla storia ufficiale.. " forse accusati di aver collaborato con il nemico" ..Esistono tanti libri e testimonianze in merito ,ma bisogna aver la pazienza e il tempo per consultarli ,e qui va nuovamente il mio plauso a quei professori ed allievi che hanno riportato alla memoria questi fatti ..Avete notato che io chiamo la Piave e non il Piave il fiume Sacro alla Patria ..perché questo fiume, nella parlata locale, era di "genere femminile ".ma con i fatti del dopo Caporetto e la successiva Vittoria e diventato "Maschio come il valore dei soldati italiani che ha portato a Vittorio Veneto " E' stata lunga ma bravi agli allievi & professori .. Mandi"
RispondiEliminaAggiunge Angela Turisini su fb: "Questa,i grandi storici,la chiamano microstoria e perciò non si racconta! Sono ,invece,questi i volti e le vicende autentiche che si dovrebbe sempre ricordare ai ragazzi nelle scuole...bisogna ringraziare quel professore e citare il suo nome...una rarità."
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