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domenica 22 marzo 2015

In difesa dell'ospedale di Gemona, nel ricordo delle vittime del sisma

Riceviamo e pubblichiamo:

Quattrocento simboli in ricordo delle vittime del terremoto contro il depotenziamento dell'ospedale San Michele, l'unico costruito antisismico. 

Ieri mattina, lungo la striscia di terra adiacente l'ospedale di Gemona sono comparsi 400 paletti, ciascuno adornato da un nastro bianco, a simboleggiare altrettante croci.  É l'installazione che il gruppo facebook "Io voglio l'ospedale a Gemona" ha realizzato in segno di protesta contro il depotenziamento del nosocomio cittadino, declassato a presidio della salute dalla riforma sanitaria Serracchiani-Telesca. Queste le frasi degli striscioni che accompagnano il campo: "No alla chiusura dell'unico ospedale antisismico", "Gemona martire chiede rispetto", "1976: sisma; 2015 Gemona non dimentica". Una richiesta di rispetto, quindi, per le vittime mietute in Friuli dal sisma (solo a Gemona furono 400) e, riportano dal gruppo, un richiamo alla giunta regionale: "Alla presidente Serracchiani e all'assessore Telesca chiediamo un ripensamento: non ha senso non tenere conto della specificità del nostro ospedale, che è l'unico costruito interamente antisismico in regione dopo il sisma del 1976, in un territorio che è classificato di massimo rischio sismico. La classe politica deve assumersi le proprie responsabilità, anche sulla scia delle parole pronunciate recentemente dal capo della Protezione civile nazionale Franco Gabrielli. Quest'ultimo infatti, aveva affermato che "nelle zone a alto rischio, non bisogna chiedersi se ci sarà un terremoto, ma quando", richiamando la classe politica del paese, rea di avere poca sensibilità e consapevolezza del rischio sismico. Lara Copetti, presidente del gruppo, aggiunge: "nell'ambito della riorganizzazione delle strutture ospedaliere non si può dimenticare che il nostro San Michele è l'unico a ospedale a poter operare in caso si verifichi un terremoto". Il terremoto è ancora vivo nella memoria dei friulani e in particolare delle famiglie che hanno perso dei cari, come successo a alcuni membri del nostro gruppo. É proprio per rispetto nei confronti di quelle perdite e del loro dolore che non permetteremo sia dimenticato il sacrificio patito da Gemona e dai paesi della pedemontana, nè che i sacrifici della ricostruzione vengano vanificati da decisioni di stampo prettamente politico". "Non si può depotenziare un ospedale antisismico come il nostro, rendendo nulli gli enormi investimenti fatti in passato e adeguando invece altre strutture. Pretendiamo rispetto e chiediamo che vengano mantenuti il pronto soccorso e l'area emergenza sulle 24 ore (com'è ora), oltre al reparto di medicina e alla chirurgia programmata e a un potenziamento degli ambulatori".


Gruppo Facebook "Io voglio l'ospedale a Gemona"

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