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venerdì 13 marzo 2015

Sit-in per difendere l'ospedale San Michele

Riceviamo e pubblichiamo:

I comitati a difesa dell'ospedale gemonese hanno diffidato il direttore generale dell'AAS 3 Benetollo: subito ripristinata la seconda ambulanza notturna per evitare future tragedie. Oggi una delegazione ha manifestato in occasione della conferenza dei sindaci della nuova azienda sanitaria

Il coordinamento dei comitati a difesa dell'ospedale San Michele diffidano la Direzione Aziendale rappresentata dal Direttore Generale Pier Paolo Benetollo a ripristinare le condizioni essenziali per la sicurezza dei cittadini, nella fattispecie a reintegrare la seconda ambulanza notturna con il personale specializzato in emergenza e il ritiro della circolare dell'infermiere d'emergenza pendolare. 
I gruppi spontanei, nella diffida protocollata mercoledì, affermano: “La tragedia di Cividale e il ritardo nei soccorsi al gravissimo infortunio avvenuto alle acciaierie di Rivoli di Osoppo, dimostrano come alcune scelte aziendali potrebbero concorrere, se non forse addirittura determinare, contesti ambientali di alto rischio per la vita di noi cittadini. Abbiamo denunciato più volte queste decisioni, ciononostante nessun intervento è stato approntato: in caso di ulteriori tragedie, i vertici aziendali non potranno certamente parlare di casi eccezionali, ma dovranno assumersene ogni responsabilità”. Nel dettaglio, i comitati chiedono di ripristinare la seconda ambulanza notturna nel presidio gemonese, tolta “in via sperimentale” il 1 aprile 2014 e ancora in vigore con l'entrata della riforma sanitaria. Nel caso di Rivoli d'Osoppo, se i mezzi disponibili a Gemona fossero stati due, come prima della "sperimentazione", i tempi di intervento sarebbero stati certamente inferiori, anche se comunque l'ambulanza locale è arrivata sul posto prima di quella udinese. Senza contare – dulcis in fundo - che il territorio è rimasto successivamente “scoperto” in quanto la nostra ambulanza ha dovuto accompagnare a Udine l'ambulanza medicalizzata per poi recuperare il proprio infermiere, nel frattempo salito a bordo con il medico sul mezzo udinese supportato solo da due volontari. L'altra sperimentazione giudicata pericolosa dai comitati è l'”infermiere d'emergenza pendolare”, istituito da alcuni mesi da una circolare interna diramata dal precedente dg Lattuada, che prevede, in determinate situazioni, che l'infermiere presente al pronto soccorso "emigri" in medicina a supportare il personale di quel reparto, cosa possibile solo dopo aver raggiunto il secondo piano di un altro edificio. Non si tratta di una “pratica” in linea con i protocolli di emergenza in cui gli interventi sono improntati al massimo risparmio di tempo. Una rappresentanza dei comitati si è riunita questo pomeriggio  (venerdì 13)  sotto la loggia del municipio gemonese in occasione della conferenza dei sindaci della nuova azienda sanitaria 3: lo scopo è richiamare i sindaci sul tema fondamentale della sicurezza dei cittadini, che pare disattesa dalle direttive aziendali rimaste in vigore con l'avvio della riforma sanitaria.
                                                                         Coordinamento dei comitati a difesa dell'ospedale San Michele



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