Pronta la delibera per impugnare la riforma Panontin
UDINE - Il dado è tratto. I sindaci contrari alla riforma degli enti locali sono passati dalle parole ai fatti. Nei giorni scorsi, infatti, una mail con la bozza della delibera utile all’impugnazione della legge Panontin è stata inviata a tutti i primi cittadini del Friuli Venezia Giulia (oltre 200). A sottoscrivere il documento i tre sindaci che per primi hanno manifestato il malcontento degli amministratori locali, e cioè Renato Carlantoni (Tarvisio), Piero Mauro Zanin (Talmassons) e Pierluigi Molinaro (Forgaria). Le giunte che vorranno aderire al ricorso dovranno approvare la delibera entro il 23 marzo, dando così modo di impugnare la norma davanti al Tar (il sostegno legale è garantito da Enrico Bulfone e da Teresa Billiani) nelle settimane successive. A finire nel mirino, in particolare, è la perimetrazione delle 17 Unioni territoriali intercomunali (Uti) individuate dalla riforma, che non terrebbe conto delle peculiarità dei diversi territori, ma non solo.
SCONTRO APERTO - L’invio della bozza di delibera ai sindaci del Fvg fa seguito all’incontro organizzato a metà febbraio in Provincia di Udine, al quale avevano aderito un centinaio di amministratori locali. In quell’occasione il ricorso era stato annunciato, lasciando però uno spazio alla trattativa con la Regione e con l’assessore Paolo Panontin in particolare. Il contatto però non c’è stato e il tavolo per riaprire il confronto sulla riforma degli enti locali non è avvenuto. Da qui la decisione dei sindaci di andare avanti e impugnare la norma davanti al Tar.
Una protesta che non coinvolge solo amministratori del centrodestra (come sono Carlantoni, Zanin e Molinaro), ma che si sta allargando anche ai sindaci del centrosinistra. Proprio questo rischia di creare i maggiori problemi alla giunta Serracchiani, con alcuni primi cittadini del Pd che sarebbero pronti a lasciare il partito. Una seccatura non da poco per una delle riforme più importanti di questa legislatura.
Una protesta che non coinvolge solo amministratori del centrodestra (come sono Carlantoni, Zanin e Molinaro), ma che si sta allargando anche ai sindaci del centrosinistra. Proprio questo rischia di creare i maggiori problemi alla giunta Serracchiani, con alcuni primi cittadini del Pd che sarebbero pronti a lasciare il partito. Una seccatura non da poco per una delle riforme più importanti di questa legislatura.
IL TESTO DELLA DELIBERA - Il ricorso riguarderà la legge regionale 26/2014 (compresa la deliberazione della giunta regionale del 4 febbraio 2015 numero 180). Come si legge nel testo della bozza, le disposizioni contenute in questa legge «appaiono allo stato incostituzionali, in quanto sono lesive dell'autonomia riconosciuta al Comune in evidente contrasto con i principi sanciti dalla Carta Costituzionale, dallo Statuto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Carta Europea dell'autonomia locale». Ciò che preoccupa di più i «dissidenti» è il rischio di svuotare di ogni autonomia decisionale i Municipi, oltre al fatto che non è piaciuto il metodo adottato dall’assessore Panontin, per nulla partecipativo e aperto al dialogo a detta dei sindaci pronti a rivolgersi al Tar.
Non caliamo sempre dall'alto una decisione così importante. L' "Unione dei Comuni", è la soluzione più deleteria per i piccoli Comuni, i quali dovrebbero puntare invece alla loro "Fusione" in stile Contee e Distretti inglesi, considerando questa soluzione la più sostenibile: sia democraticamente (elezioni), come le tante problematiche simili che producono automaticamente coesione. La Regione dovrebbe dunque limitarsi a dettare due parametri: un numero minimo di abitanti ed i tempi per giungere a soluzione, evitando i guasti di una riforma sanitaria che, non tenendo conto della vastità del territorio ma solo il numero di abitanti, sta rendendo più povero e carente di servizi proprio chi lo era già da tempo.
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