Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Dino Rabassi sull'<affaire> "Casa delle Farfalle" nel quale viene analizzata e commentata soprattutto la procedura adottata dall'Amministrazione comunale nella gestione degli atti relativi.
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BORDANO: La querelle
sulla “Casa delle farfalle”
Definire
assurda la vicenda della Case delle Farfalle di Bordano è
riduttivo, avendo ormai assunto i connotati di una vera e propria
guerra dove non si lesinano colpi bassi di cui si farebbe volentieri
meno.
Da questo
bailamme, purtroppo, è l’immagine complessiva di Bordano che ne
esce sminuita.
Un paese che,
grazie ad amministratori capaci, anni fa riuscì ad emergere dai
luoghi comuni di cui è ricca la storia di “chei di là da l’aghe”:
un’espressione spesso usata in modo dispregiativo per etichettare
gli abitanti della val del lago quali baruffanti, ubriaconi,
bestemmiatori ecc. ecc.
Considerato
però che l’espressione, “chei di là da l’aghe”, dovrebbe
identificare correttamente la riva orografica sinistra del
Tagliamento, (verso il confine per intenderci ), da anni faccio più
caso a questa auto flagellazione.
Detto ciò e
valutando solo da quanto scritto dalle parti, è difficile
comprendere bene le cause che hanno portato alla “guerra delle
farfalle”.
Da ex
amministratore , non posso però esimermi dal chiamare in causa
soprattutto i’Amministrazione che, tergiversando non poco sui
tempi di effettuazione della gara d’appalto, è stata costretta
prima a concedere una proroga per poi trovarsi, anche dopo questo
tempo, impreparata .
Non trattandosi
di bandire una gara per la mensa scolastica o la conduzione di un
museo, ma la gestione di una struttura che contiene piante ed
animali vivi e delicati, oltre ad attrezzatura e personale, i tempi
per la predisposizione dell’appalto dovevano essere calibrati con
oculatezza da parte della stazione appaltante.
Non conosco
bene i termini del contratto, tanto meno le relazioni scritte
intercorse tra le parti e, quindi, potrei anche sbagliare, ma se
l’Amministrazione Comunale avesse avviato per tempo la procedura
d’appalto non saremmo giunti a tutto questo.
E’ pur vero
che la scadenza del contratto era nota ai gestori, ma spettava
innanzitutto al Comune di predisporre nei tempi dovuti la gara e
fissare il termine per la presentazione delle offerte, oltre al loro
esame e conseguente affidamento.
Tutta la
procedura doveva essere avviata molto prima della scadenza di
contratto fissando nel Capitolato le nuove condizioni e, nel
contempo, fissare termini precisi al vecchio gestore affinchè
ponesse maggior attenzione al rispetto dei tempi di un’eventuale
sgombero delle attrezzature e degli animali.
In questo modo,
e solo dopo l’indizione del bando che la prevedesse, si poteva
usufruire anche di una eventuale proroga dilazionatoria per problemi
derivanti dalla delicatezza di trasporto e cura di animali e piante.
Dino
RABASSI (già Sindaco di Trasaghis)