Messaggero Veneto, 26 ottobre 2013
TRASAGHIS Due cani morti nella Val del lago e il terzo è stato salvato per poco. A determinare queste improvvise morti sarebbe un potente veleno che colpisce il sistema nervoso, solitamente utilizzato per neutralizzare topi e ratti che qualcuno ha dolosamente gettato nell’ambiente. È stato un cacciatore di Braulins, Gian Michelino Cecchini a dare per primo l’allarme: «Giovedì scorso - ci ha raccontato - mi trovavo a caccia nelle Gravatis, nella zona artigianale e ho notato sul percorso in mezzo al bosco come delle piccole aspirine, osservando che si trattava di veleno per topi». Immediatamente, Cecchini si è messo a raccoglierle e successivamente ha segnalato alla direzione della riserva di caccia di Trasaghis il fatto, consegnando quanto raccolto. Il cacciatore anche ieri è ritornato sul posto per verificare se era presente altro veleno da raccogliere: «Abbiamo portato il materiale raccolto - ha raccontato il presidente della riserva Luca Di Giannantonio - all’azienda sanitaria, dove ci è stato confermato che si tratta di un forte veleno per topi». «Difficile capire – insiste – chi sia l’artefice di questo atto, visto che si tratta di zone disabitate per quanto riguarda le Gravate, dunque non si capisce la finalità anti-ratti in un luogo che comunque è molto frequentata da persone che semplicemente vanno a correre con i propri cani: per questo ci teniamo ad avvisare tutti dei rischi che si corrono nel frequentare in questi giorni quei posti con degli animali».
Dunque, pare farsi avanti il danno doloso, ma il veleno ha mietuto due vittime ad Avasinis, dove le piccole esche pare siano state trovate molto più vicino alle case: Thiago e Leo, un Golden Retriever il primo e uno Yorkshire il secondo, due bestie piene di vita che non ce l’hanno fatta. Un terzo cane, Giody, un bovaro Entlebuk, si è salvato grazie alla professionalità del suo veterinario che prontamente lo ha fatto portare in una clinica specializzata a Bologna. Per tutti i tre casi è stata esposta denuncia contro ignoti per “sospetto avvelenamento”. La notizia sta preoccupando la vallata: «Tutti e tre - ha scritto la Pro Avasinis sulla sua pagina facebook - erano sani, pieni di vita e di voglia di giocare, e di ricevere amore dai propri proprietari. Chi è stato? Perché l’ha fatto? È il gesto di un folle che non ha pensato nemmeno alle conseguenze: un bimbo avrebbe potuto fermarsi a giocare in quel maledetto luogo situato al centro del Paese».
Piero Cargnelutti
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