La discussione sui coscrits ci ha portati lontano. Abbiamo parlato di identità di paese, di senso di appartenenza, di conservazione propositiva delle tradizioni.
Tanti alessani sono intervenuti nella discussione (qui e soprattutto su facebook) motivando il senso del proprio disagio di fronte a quello che era stato ritenuto un "illegittimo esproprio"
Dal Presidente della Pro Loco di Avasinis sono giunte parole propositive:
Dobbiamo insieme organizzare feste, sagre, eventi, concerti, gite, iniziative di solidarietà, così come abbiamo fatto, e bene, in occasione del transito del “Giro d'Italia”. Dobbiamo far arrivare e sostare i pulmann nella nostra Valle, le comitive, le compagnie di amici, le famiglie, gli sportivi. Dobbiamo offrire il meglio di noi stessi, sono convinto che tutti possano dare il loro contributo. Più faremo e meglio staremo. Ben vengano feste e festicciole, piccole e grandi che siano. Nessuno è primo, siamo tutti primi tra pari, l'importante è edificare non lasciar impaludare la nostra Valle....e il suo Lago. La festa delle classi diventi un occasione per unire le generazioni, scambiare reciprocamente le esperienze, divertirsi e scherzare, basta non offendere, fraintendere, esasperare.
Poi, sempre da Avasinis, Elena Rodaro - le cui dichiarazioni, riportate nell'articolo del MV, erano state interpretate in maniera negativa da parte di tanti alessani - ha ritenuto di precisare al Blog il senso di quelle frasi, dettate da amore per il proprio paese, non certo da disistima per quelli altrui:
Non era sicuramente mia intenzione mancare di rispetto alla tradizionale e antica festa che la comunità di Alesso mantiene cosi tenacemente e con passione l'ultimo giorno dell'anno. Si devono rispettare e onorare tutte le tradizioni ma si può, anzi si deve, amare la propria.
Infine l'autore dei due articoli sulla festa della coscrizione ad Avasinis e ad Alesso ha voluto rivolgersi direttamente ai Lettori del Blog, con delle parole che, forse, potrebbero chiudere la "querelle".
Leggendo le vostre parole, mi dispiace molto che il confronto si sia fatto così "incandescente". Vi avevo segnalato che la mia fonte mi aveva parlato solo di Avasinis per quanto riguarda la tradizione dei coscritti e dunque avevo inteso che la cosa venisse solo da quel luogo. Ripensandoci, non credo che la fonte fosse mossa da cattiveria, forse semplicemente dall'affezione per la propria piccola comunità. Non succede solo nella val del lago, ma è un po' tipico del friulano credo, siamo un po' tutti così dai, ci teniamo ad esaltare le cose importanti che capitano nelle nostre comunità. Relativamente ai coscritti, in seguito mi hanno detto che lo stesso Comune appende la bandiera dei coscritti fuori dal municipio, segno che è una cosa sentita, tanto nella gente quanto nelle istituzioni di Trasaghis e della valle: poi, probabilmente si sviluppa con una certa partecipazione ad Alesso, ma vede la volontà di partecipare anche di Avasinis e delle altre località. Quello che mi aveva colpito era stata la grande caparbietà con la quale le vostre comunità portano avanti delle tradizioni che uniscono la gente, la fanno stare bene assieme. Credo che questa sia la cosa bella, se mi permettete di esprimere un parere. Per il resto, mi auguro che queste discussioni servano a rafforzare il vostro senso di comunità. Non so, io sono gemonese ma nella val del lago ci vado sempre volentieri: a percorrere il lago, a fare un tuffo nel palâr, alla mitica festa del mirtillo, e tante altre cose. Voglio dire, da "esterno" e vostro "vicino di casa" mi sono sempre trovato bene da voi, e alla fine credo che tutti quanti, di Avasinis, Alesso o addirittura Peonis, partecipino alla tradizione per stare assieme e non per esaltare la primogenitura dell'iniziativa. Credo che siano queste le cose importanti e mi spiace se senza volerlo ho innescato tutto questo, quando in verità il fine era esaltare la forza delle vostre tradizioni, che non vanno mai perse perché segnano il dna di una comunità. Io credo e lo auguro a tutti che da questo confronto nasca qualcosa di buono.
Piero Cargnelutti
Ringraziando tutti quelli che sono intervenuti nella discussione, si può riflettere sul fatto che costruire un qualcosa di sensato, di produttivo, di utile per il territorio spetta soprattutto a "chei di dilà da l'aghe", dalessàns e vasinàs in primo luogo. Ognùn cu la so cjante, si diceva, ma per produrre un esito non dissonante. (A&D)
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