Tagliamento in secca (foto Petrussi) |
Regione piovosa, il Friuli. Il “catino” d’Italia a detta di molti. Ma non certo in questi ultimi due mesi. Non a novembre soprattutto, dove tutti hanno lasciato l’ombrello a casa. Perché così poche precipitazioni non si registravano in Regione dal 1988. Secondo i dati forniti dall’Osmer (Osservatorio meteorologico regionale) non si sono superati i 25 millimetri di pioggia.
E se ancora non si grida all’allarme siccità non si nasconde la preoccupazione in vista dei mesi primaverili ed estivi quando arriverà il momento di irrigare terreni e colture. Chi spera in un Natale innevato rimarrà deluso. E in montagna gli operatori danno il via alla stagione dello sci proprio in questo fine settimana incrociando le dita e affidandosi ai cannoni sparaneve per rendere praticabili le piste. (...)
Autunno all’asciutto soprattutto nella zona montana dove, nei mesi di settembre, ottobre e novembre, le precipitazioni sono diminuite del 40 per cento rispetto alla media. Di conseguenza la portata del Tagliamento e del Torre si è ridotta in quantità significativa.
Nel solo novembre in montagna e in pianura è piovuto tra il 5 e il 10% in meno della media, a Udine addirittura il 30 per cento in meno. Le falde freatiche si sono abbassate di due metri e il trend negativo non cessa. «Per ora non ci sono esigenze di irrigazione – conferma l’ingegnere Massimo Canali direttore del Consorzio Ledra Tagliamento – , ma la preoccupazione si avrà nei mesi primaverili. Del resto nell’area compresa tra Gemona e Lignano questo mese di novembre è stato il più secco in assoluto dal 1981».
E proprio per far fronte a questi eventi «estremi» è necessario che la Regione e lo Stato provvedano a degli stanziamenti per la salvaguardia delle risorse idriche. «Il nostro mestiere – spiega – è portare l’acqua quando non c’è e toglierla quando è in eccesso. Per fare ciò sono necessari strumenti e investimenti in questi settori. Tra questi molto importanti sono l’ammodernamento dei sistemi di irrigazione nel Medio Friuli e nei territori a Nord e Sud della Napoleonica e la manutenzione del reticolo idrografico da Gemona a Lignano».
(per leggere tutto l'articolo: http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/12/18/news/friuli-senza-pioggia-e-una-siccita-da-record-1.12640520?ref=hfmvudec-3)
Un tema dunque sotto-traccia, che si lega al dibattito in corso sulla possibile rinaturalizzazione del Lago e a proposito del quale serve, ora più che mai, una programmazione accurata e onnicomprensiva. (A&D)
Spiegati meglio ,in cosa consiste (la programmazione accurata e onnicomprensiva) Luci
RispondiEliminaSe la rinaturalizzazione del Lago passa attraverso la realizzazione del by-pass, l'UNICA possibilità concreta di attuarlo è un progetto coordinato che lo preveda espressamente in relazione al piano regionale di gestione idrica e alle concessioni per l'irrigazione. Altrimenti il Consorzio Ledra Tagliamento farà valere le concessioni che ha già in mano e il Lago rimarrà doppiamente fregato. Serve dunque il tante volte auspicato tavolo di confronto tra Regione - Consorzio - Comuni - Comitati - Tecnici per arrivare a una "proposta unitaria e condivisa".
EliminaLuci!? ... almeno a Natale...
EliminaEvidentemente Luci segue il Blog e "almeno a Natale" interviene con un contributo. L'Anonimo delle 12.57 non ha nemmeno la cortesia di siglarsi con uno pseudonimo e interviene solo per un dileggio (probabilmente l'ennesimo). Eppure il tema meriterebbe ben altra attenzione e considerazione!
EliminaMi scuso,Cladio.
RispondiElimina... almeno questo Natale, le banalità teniamole a casa propria.
Cladio
Bene, Cladio. Ora aspettiamo il suo contributo sull'argomento. La proposta del Blog non è una banalità ma un auspicio quasi drammatico: o si fa ora il "salto di qualità" con una progettazione condivisa o la partita è persa. Anche a Natale.
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