Dal Lago al Tagliamento, l'altalenante rapporto tra agricoltura e ambiente

Ricordate  la coltivazione  di granoturco avviata e poi abbandonata sull'area vicino al Lago che poi è stata trasformata nello stagno ecologico? Il dibattito tra attività agricola e vincolo naturalistico si ripropone ora per le aree attorno al Tagliamento tra Osoppo e Trasaghis:

“Sic” e vincoli, agricoltori preoccupati

di Piero Cargnelutti

OSOPPO. Il sito di interesse comunitario fra Osoppo e Trasaghis e i relativi vincoli per i possessori di terreni attualmente coltivati sono stati al centro del dibattito 

 nel corso di un incontro, svoltosi lunedì sera nella sottosala consiliare. Il motivo? La futura applicazione dei vincoli richiesti dalle direttive europee per quel sito, e anche gli impegni presi dall’Europa dopo che quelle zone sono state definite di interesse comunitario.

Tali direttive imporrebbero il ritorno a “prati stabili” su un’area di 3.500 ettari, dove si permette la coltivazione cerealicola per solo il 3% di tale area, anche se durante la serata è emerso che le percentuali coltivate attualmente sarebbero molto più alte. In poche parole, gli agricoltori si chiedono quale sarà il futuro della loro attività, quando i vincoli a “prato stabile” saranno effettivamente attivati.

«Noi - ha spiegato Erminio Barna del Coordinamento Natura 2000, invitato dagli agricoltori osoppani, e che sta affrontando una situazione simile nella zona del medio Tagliamento - abbiamo avviato un ricorso al Tar chiedendo il pagamento dei vincoli imposti, del conseguente deprezzamento dei fondi e anche che la gestione

dei futuri prati stabili sia affidata agli agricoltori, così come prevedono le direttive europee. Se la volontà è quella di imporci di abbandonare le nostre colture per realizzare dei biotopi naturali, l’Unione Europea deve anche garantirci di poter continuare a gestire le nostre proprietà».

(Messaggero Veneto, 15 luglio 2015)