Per chi non c'era, per chi ha solo sentito raccontare qualcosa, una serie di citazioni che, messe assieme, danno l'idea di quel che di drammatico capitò a Bordano, proprio 70 anni fa.
"Sul Monte San Simeone-Cima Jôf, sovrastante Bordano, era stata sistemata una base tedesca che serviva da ponte radio e da posto di segnalazione per le rotte aeree tedesche nord-sud. La base era rifornita attraverso il paesino di Pioverno, posto sulla destra del Tagliamento di fronte a Venzone. Assieme al gruppo tedesco di una ventina di soldati della Wehrmacht, c'era anche una dozzina di civili, precettati dalla TODT a Bordano per i servizi inerenti alla base. Il 19 luglio 1944, un gruppetto di 4 tedeschi scese dalla base del San Simeone a Bordano per alcune spese. Lo facevano spesso. Ma quel giorno una pattuglia del "Matteotti" era ad aspettarli. In un'osteria dov'essi entrarono, furono bloccati dai partigiani. Si difesero: due vennero uccisi nel locale; un terzo, ferito, fuggì, ma fu raggiunto e finito; il quarto riuscì a dileguarsi, salì alla base e diede l' allarme. Nella sparatoria fu colpito anche un borghese, Sella Leonardo di 60 anni, che morì subito dopo.
(Mario Candotti, Lotta partigiana tra Meduna, Arzino e Tagliamento: i rastrellamenti dell' autunno 1944, Storia Contemporanea in Friuli, 12 (1981), p. 32)
Nel giorno 25 [19] luglio alcuni partigiani in perfetto borghese operaio avevano notato in osteria a Bordano quattro tedeschi ed un milite fascista repubblichino. Li aspettarono fuori del paese sulla strada e li presero d' assalto. Tre tedeschi furono uccisi, il quarto riuscì ad eclissarsi, il milite fascista fu fatto prigioniero e fucilato nelle ghiaie del nostro Leale. Là ce n'è già seppellito più di uno, trovato in zona senza debito motivo e scopo e quindi giudicato spia. In seguito al fatto i tedeschi decretarono l' incendio dei due paesi di Bordano ed Interneppo.
(Francesco ZOSSI, Parroco di Avasinis, Diario 1940-1945)
L'incendio di Bordano è nato dopo l'assalto nell'osteria: era una locanda di fronte alla chiesa, dove facevano anche da mangiare. I tedeschi erano già sul San Simeone dove avevano fatto la stazione radio e volevano allargarsi, costruire un'altra baracca. I partigiani han detto "costi quel che costi, quella baracca non deve arrivare lassù". I tedeschi sono andati a Venzone a prendere del materiale, ma non è arrivato oltre Tagliamento. Sono venuti dei partigiani da Alesso, Avasinis, Peonis e hanno iniziato a sparare. Dei partigiani erano andati sul campanile, e da lì sparavano. Nella sparatoria sono morti 3-4 tedeschi ed anche il padre della proprietaria, colpito sul retro. Uno è riuscito a scappare sui tetti e a dare l'allarme. Uno dei tedeschi del San Simeone è venuto sopra il paese e ha detto a noi che eravamo lì a falciare vicino alla cuarde: "domani Bordano tutto Kaputt".
(Annibale Cesari)
L'unica foto nota scattata durante l'incendio di Bordano dalla strada che sale verso Interneppo (inviata al Blog da Emi Picco) |
In questo atto vandalico andavano distrutte 74 case con quanto in esse si conteneva e danneggiate tante altre.
Mentre Bordano era in preda alle fiamme, Interneppo veniva preso sotto il tiro dei mortai causando la morte di Rossi Luigi fu Pietro "Vuarbe" e ferendo la di lui moglie Piazza Caterina fu Giovanni "Mardaruz" e la figlia. Lo scoppio di alcune bombe di mortaio provocò inoltre fratture di tegole nei tetti delle case e smussò un angolo del campanile.
La maggior parte della popolazione si era rifugiata in Alesso ed altri sotto le roccie del lago (sot i Tofs) cercando così di sfuggire ai pericoli cui era sottoposto il Paese.
Dopo di questo disastro non vi fu più pace per questa povera gente: anche dopo tornata la calma e ritornati alle proprie abitazioni, quasi ogni giorno e spesso di sera i Tedeschi del San Simeone lanciavano contro l'abitato raffiche di mitraglia che facevano più paura che effetto.
(Ugo Rossi, Lettera allo zio Antonio Piazza del 4.10.1945, pubblicata in Bordan e Tarnep Nons di Int, pp.79-80)
Tra i feriti di quei giorni tristi, venne raccolta anche (...) Elda Picco. Appena ventenne, allora con la vita che le sorrideva, mentre tentava di porsi in salvo nell'abitato di Interneppo veniva colpita da schegge di mortaio che dovevano ridurla per sempre all'immobilità paralizzandole gli arti inferiori."
"Bordano nel trigesimo della morte. Ricordo del martirio di un'invalida di guerra, Messaggero Veneto, 16 novembre 1963
Lunghe pietose file di profughi di Bordano e Interneppo, dai vestiti laceri, molti anche scalzi, livida la faccia, arruffati i capelli: uomini che di tratto in tratto si fermavano a maledire; madri stringenti i piccoli al collo e aventi per mano i più grandicelli; due, tre ragazze ferite da schegge ai piedi, che domandavano un pezzo di tela per legarsi; una donna ferita grave al petto portata da quattro (il marito era rimasto ucciso), da ultimo dei vecchietti curvi sul bastone che si trascinavano a malapena tutti preoccupati di fuggire, di fuggire lontano dal pericolo, ci passavano davanti come impressionante fantasmagoria cinematografica.
Frattanto un denso fumo soffiato dal vento or dall'una or dall'altra, intorno, sopra le montagne, verticolando lento, saliva al cielo. Bordano ardeva come un vasto rogo: i Tedeschi, passato il Tagliamento, avevano saccheggiato il paese ed appiccicato il fuoco casa per casa.
Di tutto il paese restava la chiesa, la canonica dalle pareti... forzate e spaccate, alcune case furono ...e poche che non bruciarono sparse qua e là come a capriccio, ma abbastanza malconce."
D. NOACCO, Memorie di Alesso.. fino a Novocerkassk! , Bollettino Parrocchiale di Alesso, s.d. (pres. 1945)
Solo poche citazioni, dunque, ma capaci di "rendere l'idea" di quel che è capitato. Ci sono anche altre testimonianze (preziose, per esempio, quelle riportate sul libro di Anselmo Picco "Cuant che las caneles..." soprattutto riferite ai diversi deportati nei lager in conseguenza della azione). Ma è naturalmente un quadro che può essere arricchito ulteriormente, attraverso le non numerosissime testimonianze dirette ancora rintracciabili. Poi, ovviamente, c'è ancora molto da studiare. Chiarire le cause e le circostanze del fatto, certo, ma anche altri dettagli. Se le comunità locali hanno giustamente tenuto memoria delle vittime di Bordano e Interneppo, si sa poco delle "altre" vittime. Anni addietro credo di essere riuscito a dare un nome al repubblichino ucciso nel Leale (un diciottenne udinese le cui spoglie sono state recuperate dai familiari il 28 agosto 1947) mentre nulla si sa dei tedeschi rimasti uccisi nella sparatoria del 19 luglio, né quanti erano effettivamente, né la loro identità, né dove siano stati sepolti.
Dettagli, si dirà. Ma tutto quel che può contribuire a sapere e capire quel che è successo in queste zone settanta anni addietro ha una sua importanza e una sua utilità. Non foss'altro, come ha scritto Emi Picco, "per i giovani che non sanno e che le istituzioni non ricordano".
Pieri Stefanutti
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ADDENDA: si ripropone il link suggerito dal sig. G. Anelli, poiché i commenti non consentono il collegamento diretto:
Mi permetto di segnalare il link di un contributo di Elio Varutti, svolto con i professori e gli allievi dell'Istituto "Stringher" di Udine sui cosacchi in Friuli, nell'ambito del progetto "Il Novecento in Friuli Venezia Giulia", cofinanziato dalla Fondazione Crup....
https://www.academia.edu/ 7038861/Cosacchi_a_Udine_e_ nella_Bassa_friulana
ADDENDA: si ripropone il link suggerito dal sig. G. Anelli, poiché i commenti non consentono il collegamento diretto:
Mi permetto di segnalare il link di un contributo di Elio Varutti, svolto con i professori e gli allievi dell'Istituto "Stringher" di Udine sui cosacchi in Friuli, nell'ambito del progetto "Il Novecento in Friuli Venezia Giulia", cofinanziato dalla Fondazione Crup....
https://www.academia.edu/
Ho appena finito di parlate con mia madre al telefono che mi ha chiesto "Sai che giorno è oggi" Certo ,per la gente di Bordano è il 70° anniversario dell'incendio del paese da parte dei tedeschi per rappresaglia contro l'azione partigiana del 19\7\1944,che aveva provocato la morte di alcuni soldati di stanza sul S, Simeone e anche di alcuni civili. Mia mamma ha ancora nelle orecchie il rumore degli spari e le esplosioni di quell' azione "svoltasi " dentro e fuori l'osteria in piazza a Bordano.. come ricorda bene le grida di disperazione e di sgomento di quella signora francese che nella sua lingua natia urlava " Hanno ammazzati i tedeschi "(Lascio a voi la traduzione)..e come ricorda bene anche i soldati tedeschi di stanza sul S. Simeone , che quasi quotidianamente passavano davanti a casa sua in borgo Sella Grande, a quei tempi aveva 11 anni.. Naturalmente ricorda anche la fuga verso Interneppo , i colpi di mortaio tedeschi ,le prime notizie sui ferimenti e la morte delle persone colpite da schegge ..Poi la fuga nella canonica di Avasinis ,dove alcune donne del posto cercavano di dare aiuto e un pasto agli sfollati bordanesi..Non dimentichiamo la famosa frase che l'arcivescovo Nogara ha esclamato nella piazzo di Bordano il 25\7\1944 "Povera Bordano ,sta pagando il fio dei suoi peccati " ..Purtroppo questi sono solo ricordi che la scuola e le istituzioni ufficiali "ignorano" ,perché come diceva oltre 30 anni fa il dott. Giorgio Ferigo (Medico ,poeta ,studioso e cantautore di Povolaro di Comeglians) "Ormai solo Coca Cola e Patatine Pai" Mandi
RispondiEliminaBravo Pieri Stefanutti! Mi permetto di segnalare il link di un contributo di Elio Varutti, svolto con i professori e gli allievi dell'Istituto "Stringher" di Udine sui cosacchi in Friuli, nell'ambito del progetto "Il Novecento in Friuli Venezia Giulia", cofinanziato dalla Fondazione Crup....
RispondiEliminahttps://www.academia.edu/7038861/Cosacchi_a_Udine_e_nella_Bassa_friulana
Allora avevo 8 anni. Ricordo gli sfollati di Bordano a Mena e Somplago ed i colpi di mortaio su Interneppo. Saranno poche le citazioni riportate dal blog ma mi sono state utili: hanno arricchito la mia conoscenza di quei fatti, che il blog ha avuto la sensibilità di ricordare. Alla fine della lettura mi è sorta spontanea questa domanda: a Bordano non c'è proprio nessuno a cui sia venuto in mente di organizzare un'iniziativa pubblica nella ricorrenza di quei tragici avvenimenti? Sarebbe estremamente utile a tutte le persone, ai giovani in particolare. O della conservazione della memoria - e del suo significato attuale - lasciamo che si occupi solo Pieri Stefanutti mentre noi ci occupiamo ... d'altro!?
RispondiEliminaFranceschino Barazzutti
Ho letto con emozione i ricordi di chi ha vissuto i drammatici giorni
RispondiEliminadell'incendio di Bordano e ringrazio il Blog per ricordarci i momenti della
nostra storia, anche se dolorosi, in modo che la memoria non sia cancellata.
Nello stesso tempo il Messaggero ha riportato la notizia delle finali del
Torneo di Softair Apocalypse che si è svolto nel territorio di Cesclans nel
mese di giugno scorso, con la partecipazione di oltre 400 concorrenti, ben
equipaggiati con mezzi militari, laser, effetti sonori, armi, ecc.
Nell'articolo si aggiunge che" l'organizzazione plaude al Comune di Cavazzo
Carnico che ha messo a disposizione alcune altane da caccia per la scenografia
della manifestazione".
Leggere le notizie sui fatti drammatici avvenuti nei nostri paesi settanta
anni fa e nello stesso tempo vedere sul giornale la foto di quattrocento
vestiti in tuta mimetica che giocano alla guerra mi ha lasciato un senso di
disagio. Libero ognuno di giocare come preferisce, ma magari a casa sua, nel
suo giardino, non nei prati di Falnor di Cesclans; prati privati che sono stati
"piallati" dal passaggio degli automezzi militari e resi inservibili per la
fienagione. Chi ha avuto il danno a chi può rivolgersi per essere risarcito?
Non risulta che il Comune possegga altane da caccia e non ho trovato all'Albo
alcuna delibera di concessione spazi comunali per i giochi di guerra.
Forse i cittadini dovevano essere informati che nel loro territorio si
svolgevano queste attività, perché trovarseli davanti su un sentiero,
perfettamente equipaggiati, mascherati ed armati non è stato piacevole.
Rita Lenisa, consigliere comunale, Cavazzo Carnico
Pensare invece di sviluppare questo tipo di turismo nel comune di Cavazzo Carnico? Sarebbe un opportunità da cogliere al volo
RispondiEliminache tristezza! passeggiare nei prati e nei boschi e trovarsi di fronte all'improvviso uomini in assetto di guerra e armati, anche solo per finta, è davvero un invito al turismo? e di che tipo? la pianura di Cesclans è già attraversata dal Cammino delle Pievi; possono convivere queste due forme di turismo? Suggerirei inoltre che questi giochi si svolgano su terreni comunali e non privati, possibilmente non vicini ai paesi . Gli organizzatori delle guerre si attivino a pagare i danneggiati dimostrando il rispetto per chi vive qui.
EliminaNon ho ben capito cosa c'entra il softair con i fatti di Bordano , credo che la campagna elettorale sia finita e che Lenisa ( consigliere di minoranza ...) farebbe meglio a rimanere in topic .Capisco che brucia la sconfitta elettorale , ma il "timp al'e galantom"
RispondiEliminaa carobul: cosa c'entra la campagna elettorale? la Lenisa ha espresso una sua opinione e ha avuto il merito di aprire un dibattito, lo ha fatto con correttezza e mettendoci il nome. O solo chi ha vinto le elezioni ha diritto di parola? a me sembra, da quel che leggo su queste pagine, che qualcuno abbia un attacco di nervi quando si hanno opinioni diverse dalle sue.
EliminaMi dispiace se ha degli attacchi di nervi ; la mia considerazione era soprattutto sul fatto che associare softair e fatti di Bordano non e' rispettoso . Quando ci si firma "consigliere comunale" si risponde a titolo politico ...
EliminaCarobul? Il nome dice già molto, accontentati!
RispondiEliminaDante P.
povero Carobul, non prendetelo in giro, ma aiutatelo, un Malox, subito! e una pistolina ad acqua per giocare alla guerra.
EliminaCommenti molto costruttivi/intelligenti i vostri ... almeno io , tra un mal di testa e l'altro ( vostro mal di testa , naturalmente ) sono riuscito a dare delle opinioni .
EliminaAvevano intuito che c'era qualcosa che non andava, speriamo dipenda da questo.
EliminaDante P.