"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 28 settembre 2013

Siro Angeli, da Cesclans a Roma, dalla poesia al cinema

Sono in corso di svolgimento, a Cesclans, le manifestazioni proposte in occasione del centenario della nascita di Siro Angeli, analizzando i molteplici aspetti della personalità artistica dell'autore: nella poesia, nella prosa, nei testi teatrali, nella sceneggiatura (e, in "Maria Zef", sperimentando anche la recitazione).
Al contributo offerto da Siro Angeli alla cinematografia si è soffermato ieri il MV con un ampio articolo di C. Gaberscek:

Siro Angeli, un maestro del cinema friulano

Sono stati due poeti del Friuli e della Carnia a creare le opere maestre del cinema friulano: David Maria Turoldo, co-autore de Gli ultimi (1962), e Siro Angeli, sceneggiatore e attore principale di Maria Zef (1981), diretto da Vittorio Cottafavi. Due film in cui l’apporto culturale e soprattutto umano dei due scrittori fu assolutamente significativo e significativo. Siro Angeli, poeta, drammaturgo, romanziere, responsabile dei programmi culturali del Terzo Programma Rai, di cui giusto oggi Cesclans ricorda il centesimo dalla nascita, svolse attività multiforme, anche come sceneggiatore per il cinema. Il suo impegno in questo settore si concentra negli anni 50 e s’inizia con una collaborazione al film La fiamma che non si spegne (1949) di Cottafavi, con il quale Angeli lavora anche per Una donna ha ucciso (1952), Traviata ’53 (1953) e Avanzi di galera (1954). Si tratta di film, come altri otto diretti da altri registi, in cui Angeli affronta soggetti tipici di quegli anni, di gusto melodrammatico, in cui si cerca di innervare un impianto realistico, e che spesso mettono al centro figure femminili. Se in queste esperienze di sceneggiatura l’apporto di Angeli può aver subito condizionamenti (interventi della produzione, manipolazioni, revisioni o stravolgimenti che un copione finisce quasi sempre per subire per esigenze contingenti, di ripresa o di montaggio o per ubbidire ai codici linguistici cinematografici del momento), in Maria Zef il suo ruolo di sceneggiatore diventa di primaria importanza, in quanto il film (nato come sceneggiato televisivo, prodotto dalla Rai Sede Regionale per il Friuli Venezia Giulia) gli offre un’occasione che mai prima nel mondo cinematografico si era presentata: un film in lingua friulana. Siro Angeli elabora quindi una sceneggiatura in cui la marilenghe diventa portatrice di una carica poetica e di una musicalità unica, legata alla concretezza del quotidiano, tutta impostata su dialoghi secchi e brevi. Una lingua capace di dare linfa vitale all’opera cinematografica, che si sposa perfettamente alle immagini. L’intervento di Angeli nella sceneggiatura è molto importante anche per altri aspetti, come il modo di tratteggiare la psicologia di Mariute (interpretata da Renata Chiappino) e di Barbe Zef, di cui egli ha saputo dare un ritratto indimenticabile. Siro, dopo molti anni di lontananza dall’ambiente cinematografico, accetta la sceneggiatura di Maria Zef perché il film si sarebbe girato in Friuli e in friulano. Mancava però ancora l’attore protagonista. Durante una cena a Udine in occasione del casting, Angeli espresse la sua preoccupazione al regista Cottafavi, che gli rispose: «Non c’è problema per quello. Lo fai tu!». Rispetto al romanzo di Paola Drigo (1936), da cui il film è tratto, nella sceneggiatura Angeli approfondisce alcuni temi, come la condizione femminile e l’emigrazione, e ne inserisce di nuovi, come quello del Natale, che nel libro è assente. Il centenario della nascita contribuisce a rinnovare l’interesse nei confronti del film, che di tanto in tanto riappare sugli schermi televisivi, ma le cui copie esistenti (16 mm, 35 mm, video) nel frattempo hanno visto gravemente deperire la qualità del colore, delle immagini e del suono. 
La Cineteca del Friuli è impegnata nel progetto di restauro di quest’opera fondamentale del nostro cinema e nella realizzazione di un’edizione speciale in dvd, con una ricca antologia di extra, tra cui il film Condannata senza colpa (1953), la prima riduzione cinematografica dal romanzo della Drigo, il documentario Seguendo Petoti (con immagini del set, dei sopralluoghi e interviste ad Angeli, a Cottafavi e alle interpreti), girato da Giancarlo Deganutti, che in qualità di delegato Rai alla produzione fu presente nelle varie fasi delle riprese. Nel dvd saranno inoltre inserite una galleria fotografica e un’intervista video, autore il regista Lauro Pittini, a Renata Chiappino e Anna Bellina (le “sorelle Zef”) e a Giovanni Marzona, allora tecnico del suono.

1 commento:

  1. padre Davide Maria Turoldo : un gigante della poesia e non solo . Maria Zef un film talmente commovente e vero ... sul tradimento della gioventù e dei suoi sogni di felicità per mezzo della brutalità , della disumanità ... la povertà senza pietà porta alla sopraffazione più bieca . Caterina

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