No al referendum sul potenziamento della centrale
Messaggero Veneto, 3 dicembre 2011
TRASAGHIS Equivale a un “no” la risposta che il sindaco Augusto Picco dà alla richiesta d’indire un referendum sul progetto di potenziamento della centrale elettrica di Somplago. «Qualora la legge offrisse una strada per una consultazione che coinvolga la popolazione e che sia valida per legge – dice -, saremmo impegnati nel perseguirla, ma di fatto il decreto legislativo che disciplina anche l’istituto del referendum prevede la consultazione della popolazione solo per ciò che concerne ambiti di esclusiva competenza comunale». Secondo Picco non ci sono dunque le condizioni per dar luogo al referendum chiesto dal gruppo di minoranza guidato da Giorgio Rodaro, il quale – precisa il primo cittadino – era stato informato della non ammissibilità del referendum. Mi chiedo quindi perché non abbia accolto il mio invito a ritirare la mozione e a collaborare nella preparazione delle obiezioni in sede di consiglio comunale al fine di presentarle alla conferenza dei servizi». Il sindaco di Trasaghis fa sapere d’essere già impegnato nella verifica di eventuali strade alternative e perseguibili per dare voce allo scontento della popolazione .«Strade però – conclude – che siano credibili e non contrarie alla legge». (m.d.c.)
Il sindaco Picco: «Sulla centrale un referendum non è possibile, occorrono strade alternative»
Il Gazzettino, Sabato 3 Dicembre 2011
TRASAGHIS -(D.Z.) «Il Referendum sulla centrale non è possibile, cerchiamo assieme altre strade perseguibili per dare voce allo scontento della popolazione in merito all'ampliamento della centrale, ma che siano credibili e non contrarie alla legge». Il sindaco di Trasaghis, Augusto Picco, ritorna sulla questione della raccolta di firme presentata dal gruppo di minoranza per l'indizione di un referendum al fine di consentire alla popolazione di esprimersi sul potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago. «Qualora la legge offrisse una strada per una consultazione che coinvolga la popolazione e che sia valida per legge, saremmo impegnati nel perseguirla» ha commentato il primo cittadino «ma di fatto il decreto legislativo in materia (D.Lgs 267/2000) dà gli strumenti che prevedono la partecipazione della popolazione ma solo per ciò che concerne ambiti di esclusiva competenza comunale e nello specifico, purtroppo, non realizzabile. Il capogruppo della minoranza, il consigliare Giorgio Rodaro, era stato informato della non ammissibilità del referendum e, pur concedendo il riconoscimento per l'ottimo lavoro svolto nella raccolta del numero sufficiente di firme a favore del referendum - prosegue Picco - mi chiedo perché mai non avesse - al contrario - accolto il mio precedente invito a ritirare la mozione e a collaborare per preparare le obiezioni in sede di consiglio comunale al fine di presentarle alla Conferenza dei Servizi».
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