I Comitati a difesa dell’Ospedale
San Michele – Gemona, alla ventilata
notizia della chiusura dell’ambulatorio oncologico, per quanto concerne la
chemioterapia destinata ai malati di questo territorio, esprimono le proprie
perplessità:
L’Ospedale San Michele è
destinato a perdere un altro fondamentale servizio? Oggi a Gemona, il trattamento chemioterapico viene
somministrato solo su due giorni alla settimana, mentre tempo addietro ciò
avveniva dal lunedì al venerdì. Una scelta “ politica “ che come ormai di
consueto ci penalizza o mancanza di personale? Qualcuno dei soloni nostrani
della Sanità, avrebbe il dovere di rispondere a questo quesito! Così come
sarebbe ora che i nostri Sindaci, gli altri Amministratori locali e il
Sindacato, prendessero posizione sui nefasti quanto iniqui risultati di una
riforma sanitaria che ormai dimostra tutte le sue lacune ed è criticata a tutti i livelli, dalla montagna
al mare. Questo è uno dei motivi per cui la Presidente Serracchiani e
l’Assessore Telesca hanno deciso di non candidarsi alle prossime elezioni
regionali? Ma torniamo ai malati oncologici. Già oggi chi ha cicli lunghi di
chemioterapia, deve rivolgersi a Tolmezzo o a San Daniele, con maggiori,
inutili costi sociali ed economici. Ciò anche in presenza di una rete
insufficiente di servizi pubblici di collegamento con i centri citati. Quindi
noi chiediamo che Gemona ritorni a dare un servizio completo su 5 giorni, per
risolvere almeno in parte tutti questi disagi. Oltretutto abbiamo sempre
sostenuto che devono essere i medici a spostarsi sul territorio e non i
pazienti, soprattutto per questa patologia.
Mentre invece oggi i malati, in diverse specialità, vengono sballottati
da un ospedale regionale all’altro, trovandosi di fronte a medici che magari li
vedono per la prima volta. Questo è forse quello che la riforma intendeva come
incremento dei servizi territoriali? “Entra in ospedale e girerai la Regione”,
non è una battuta ma la triste, odierna realtà.
Comitati a difesa del San Michele
– Gemona
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