AD AMARO, DI FRONTE AL CASON, VISIBILI I RESTI DEL VECCHIO PONTE DEL 1792
Daniele Moroldo di Amaro ha
pubblicato negli scorsi giorni sul sito “Amanti della montagna friulana” una serie di fotografie
che documentano la possibilità di scorgere,nel greto del Tagliamento, tra Amaro e Cavazzo, i resti dei pali in legno che sorreggevano un antico ponte, costruito
alla fine della Repubblica veneta e distrutto poi poco tempo dopo durante le
guerre napoleoniche.
Alla fine del 1700 era infatti
stata realizzata l'importante opera di collegamento della Carnia col resto del
Friuli mediante la costruzione di due ponti in legno e del tratto di strada
sotto le pendici nord del monte San Simeone; l'attraversamento del Fella era infatti ritenuto più pericoloso. Il primo ponte, in località S. Lucia, univa Venzone a
Pioverno ed il secondo dalla località Cason (in territorio di Cavazzo, ad Amaro
lo conoscono come Cai) univa quest'ultima alla località Dint in Comune di
Amaro, nei pressi della foce del rio Maggiore. La strada proseguiva poi verso
la. Maine e verso Tolmezzo. Tali opere erano state commissionate dal Governo
Veneto e affidate all'architetto tolmezzino Domenico Schiavi. I due ponti
furono completati nel 1792 e per qualche tempo furono soggetti a pedaggio. I ponti non durarono però a lungo: quello di S.
Lucia fu bruciato dagli Austriaci nel 1809 e quello del Cason, in precarie
condizioni, crollò poco tempo dopo.
Successivamente il transito sul fiume avvenne tramite ponti di barca o provvisorie passerelle (XIX Secolo). Nel XX Secolo ci fu la breve parentesi del ponte costruito nel 1941 e fatto saltare dai partigiani durante il secondo conflitto mondiale; la strada e le testate sono tutt'ora visibili su entrambe le sponde.
Successivamente il transito sul fiume avvenne tramite ponti di barca o provvisorie passerelle (XIX Secolo). Nel XX Secolo ci fu la breve parentesi del ponte costruito nel 1941 e fatto saltare dai partigiani durante il secondo conflitto mondiale; la strada e le testate sono tutt'ora visibili su entrambe le sponde.
Il servizio fotografico di Daniele Moroldo è
estremamente importante perché i resti del ponte non sono sempre visibili, in
quanto il mutare del corso del Tagliamento porta frequentemente a coprire di
uno strato di ghiaia i pali (sia nel versante di Amaro sia in quello del
Cason). Si presenta dunque in questi
giorni una occasione per “toccare con mano” una autentica testimonianza
storica, riferita a quando la “strada del San Simeone” venne realizzata col
proposito di migliorare sensibilmente la viabilità, un progetto andato però
rapidamente "in fumo".
Pieri Stefanutti
BIBLIOGRAFIA
“I Passaggi del Tagliamento” a cura di
E.Fantin, P.Strazzolini, R.Tirelli, Edizioni la bassa
“La Pieve di Cavazzo”, di Giovanni
Gortani, 1898
“Una strada pagata a boccali”, di
Pieri Stefanutti, “Ce fastu?”, 1993
V. anche, su questo Blog, la storia del "puint brusat": http://cjalcor.blogspot.it/2017/05/briciole-di-microstoria-alle-falde-del.html
E' veramente interessante e capita poche volte ,che la storia ormai dimenticata ,si fa per dire ,riappaia da sola ,mettendo in vista opere umane quasi fantastiche, da racconti ormai dimenticati ,ma ci sono .Di questo ponte e di quello posto più a valle esistono tanti documenti ,ma francamente il più famoso è quello tra Portis e Valle di Pioverno chiamato Puint Brusat,a ricordo della sua brutta fine il 12\5\ 1809.Avrei pensato tutto ,ma di rivedere addirittura i pali di sostegno del ponte tra il Cai(cason ) ed Amaro no .Inutile ogni tanto il Tagliamento ,fiume rapace, restituisce qualcosa. Sicuramente non sarà possibile vedere i pali del Puint Brusat , ora che ci ha messo mano l'uomo costruendo la ferrovia ,ma sull'altra riva ci sono ancora le "scanalature " per l'inizio delle travature del ponte..Non ci volevo credere, invece vedendo le foto "Ci sono".Inutile la storia è li ,sempre presente ,aspetta solo che qualcuno la trovi ..o che la natura la rimetta in mostra come in questo caso
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