Moria di pesci sul Tagliamento: ambientalisti contro la Regione
TRASAGHIS. «Una recente decisione dell’ente regionale a firma Debora Serracchiani, ha creato una situazione tale, che a quanto è dato sapere e di vedere ha provocato tra l’altro, la morte per anossia di una quantità non indifferente di fauna ittica».
Anche l’associazione Assieme per il Tagliamento interviene sulla questione sollevata recentemente da Claudio Polano dell’Etp e relativa alla moria di pesci registrata all’indomani della decisione di ridurre il flusso di acqua del Tagliamento alla presa di Ospedaletto, per rispondere al problema della siccità che si è verificato nell’ultimo periodo. «Si è deciso di prelevare una quantità d’acqua tale – spiega la presidente del comitato Franca Pradetto – da non consentire che viene definito, non a caso, il minimo deflusso vitale: un atto d’imperio inaccettabile. Chi ha deciso avrebbe dovuto valutare il minimo deflusso vitale, che non viene rispettato, o almeno disporre un rigido controllo in tal senso, avrebbe dovuto prevenire alcune prevedibili situazioni di stress idrico lungo l’asta del fiume, disponendo in via prioritaria il recupero della fauna ittica».
Assieme per il Tagliamento esprime vivo rammarico per l’accaduto e sollecita la ripresa immediata del minimo deflusso vitale, «pena la morte del fiume e degli esseri in esso ospitati».
L’associazione auspica inoltre un comportamento collaborativo delle autorità competenti, in primis dell’ente tutela pesca, e l’interesse della magistratura a salvaguardia del bene comune e della cosa pubblica.
Anche l’associazione Assieme per il Tagliamento interviene sulla questione sollevata recentemente da Claudio Polano dell’Etp e relativa alla moria di pesci registrata all’indomani della decisione di ridurre il flusso di acqua del Tagliamento alla presa di Ospedaletto, per rispondere al problema della siccità che si è verificato nell’ultimo periodo. «Si è deciso di prelevare una quantità d’acqua tale – spiega la presidente del comitato Franca Pradetto – da non consentire che viene definito, non a caso, il minimo deflusso vitale: un atto d’imperio inaccettabile. Chi ha deciso avrebbe dovuto valutare il minimo deflusso vitale, che non viene rispettato, o almeno disporre un rigido controllo in tal senso, avrebbe dovuto prevenire alcune prevedibili situazioni di stress idrico lungo l’asta del fiume, disponendo in via prioritaria il recupero della fauna ittica».
Assieme per il Tagliamento esprime vivo rammarico per l’accaduto e sollecita la ripresa immediata del minimo deflusso vitale, «pena la morte del fiume e degli esseri in esso ospitati».
L’associazione auspica inoltre un comportamento collaborativo delle autorità competenti, in primis dell’ente tutela pesca, e l’interesse della magistratura a salvaguardia del bene comune e della cosa pubblica.
«Va tenuto presente – aggiunge Pradetto – che se i pesci muoiono per anossia, anche sul letto del fiume, vengono a cessare quelle forme di vita che permettono ai pesci di alimentarsi. A fronte di un decreto d’urgenza non si sono valutate bene le conseguenze per il fiume». (p.c.)
(Messaggero Veneto, 1° luglio 2017)
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