Ora queste tematiche vengono riprese e ribadite con forza in un comunicato diffuso dai Comitati:
LAGO DI CAVAZZO, E’ TEMPO DI UN
INTERVENTO COMPLESSIVO
Recentemente lo ha ripetuto il direttore ing.
Canali come riportato dal sito on line “Il Friuli”: “E’ l’unica soluzione possibile - conclude Canali - ed è prevista
nel Piano di tutela delle acque”. Solo che l’ing. Canali nasconde la
propria coda di paglia poiché volutamente “dimentica” che lo stesso Piano prevede
che “In tale ambito dovrà anche essere
valutata la fattibilità tecnico-economica di realizzazione di un canale di
by-pass che convogli direttamente le acque della centrale di Somplago
all’emissario del lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare la naturalità del
lago stesso”.
A questo punto si
impongono alcune considerazioni:
1. La derivazione dallo
scarico del lago, su cui insistono i dirigenti del Consorzio, comporta
l’abbandono del più grande lago della regione all’inaccettabile destino di
diventare nel tempo una palude a causa del notevole apporto di fango dallo
scarico della centrale, così come dimostrato dallo studio dell’ing. Garzon commissionato
dai Comuni rivieraschi e dal BIM, dallo studio dell’ing. Franzil e dai rilievi
dei ricercatori dell’ISMAR di Bologna del CNR.
2. Di fronte a questo scenario, per non finire “infangati” assieme
ai dirigenti del Consorzio, la politica e le istituzioni a tutti i livelli
non possono far finta di non vedere, di non sapere e lasciare al Consorzio di
fare il bello ed il cattivo tempo.
Devono farsi responsabilmente carico del problema dando soluzioni complessive, non
parziali, rispettose dei vari interessi, all’impiego della
risorsa idrica. Devono dire
chiaramente se intendono lasciare morire il lago o se, invece, prendendo
esempio dalla Carinzia e della Slovenia, lo vogliono salvare, valorizzare e
consegnarlo vivo e rinaturalizzato alle future generazioni, varando concrete
iniziative, non calate dall’alto, ma ragionate e concordate con la popolazione
ed i Comuni della Valle del Lago e del comprensorio, iniziando da quel previsto
ma mai nato studio di fattibilità del by-pass del lago.
3. La costruzione del by-pass, captando le acque turbinate dallo scarico
della centrale e convogliandole direttamente allo scarico del lago, evita che in esso confluisca acqua gelida e
fango, permette, allo stesso tempo, al Consorzio di derivare l’acqua dallo
scarico del lago nel torrente Leale, alla centrale di continuare a produrre
energia, al lago di essere finalmente rinaturalizzato e valorizzato.
4.
Gli abitanti della Val
del Lago non permetteranno, dopo lo sconvolgimento del lago con lo scarico in
esso della centrale idroelettrica , della valle con l’autostrada e con
l’oleodotto e stazione di pompaggio
sulle rive, che si impongano contro la loro volontà opere rispondenti solo ad
interessi egoistici esterni in
danno alla valle, che il lago, già
asservito agli interessi idroelettrici forestieri, subisca ulteriori servitù, che la derivazione del
Consorzio sia realizzata senza la
contemporanea esecuzione del by-pass che convogli lo scarico della centrale
fuori dal lago, che si cerchi di far passare la
furbata dei due tempi: realizzare prima la derivazione del consorzio e poi …
dimenticare il bypass del lago! Del
“bene comune acqua” non possono continuare a decidere i soliti “signori
dell’acqua”. Acqua significa democrazia!
Val del Lago, 01 luglio 2017.
Valentino
Rabassi per il “Comitato per la difesa
e valorizzazione del lago”, Alesso.
Franceschino
Barazzutti per il “Comitato per la tutela
delle acque del bacino montano del Tagliamento”, Tolmezzo
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Come per il passato, il Blog apre i suoi spazi a una disanima articolata su queste tematiche.
La retorica di questo comunicato, non merita commenti.
RispondiEliminaDove sonno finiti,i risultati delle ricerche dell'ISMAR-CNR in quale
scrivania, avevano promesso che sarebbero che sarebbero stati consultabili in un paio di mesi,senza il dovuto sapere di cosa parliamo,si fa solo retorica appunto. Luci