Iosetta Mazzari, insegnante padovana,
il Friuli lo conosce bene. C’è venuta nell’immediato dopo terremoto del ‘76, da
volontaria, a dare una mano a recuperare dalle macerie i beni culturali e gli
oggetti materiali delle comunità ed ha continuato a frequentarlo, anche perché ha
sposato un cjavacìn e i suoi figli padroneggiano padovan e cjargnel, accanto alle
lingue straniere
Oltre alla famiglia e al lavoro, Iosetta segue una singolare passione: scrive gialli ambientati nel periodo
della prima guerra mondiale.
“Tutto è
cominciato una sera, a tavola, - racconta - quando mi sono lamentata che non ci
sono gialli storici ambientati nella Prima Guerra Mondiale e mio figlio mi ha
esortato a scriverli”.
Da lì è partita
l’avventura letteraria: “Forse era lo stimolo che mi mancava per cimentarmi con
un libro: mi sono divertita molto a inventare il personaggio di un giovane
soldato che per caso diventa investigatore”. E il soldato Abicis, il
protagonista dei racconti, si è già cimentato in quattordici indagini,
pubblicate in undici volumi editi dalla Cleup di Padova. “Tanti mi chiedono
dove sono andata a pescare il nome del mio protagonista, Abicis – racconta Iosetta - Ecco, non l'ho completamente inventato: ad
Asiago, nel grande monumento funebre per i caduti dell'altopiano, c'è un Abcis
Francesco. Ricordo che, la prima volta che lo notai, mi venne in mente che
molto probabilmente era un trovatello, certi cognomi rivelano la poca fantasia
dei direttori dei brefotrofi dell'epoca. Poiché anche il protagonista dei miei
libri doveva essere senza famiglia ( per rendere verosimili alcuni episodi) mi
venne naturale scegliere un nome simile”.
Le 14 storie di
Abicis spaziano tra il Veneto ed il Friuli durante la Grande Guerra: l’idea è
quella di dedicare una storia a ogni mese di belligeranza (e l’autrice sta
rispettando la tabella di marcia, addirittura con qualche “doppia indagine”). I
libri sono scritti assai bene: ottimo l'inquadramento storico,
efficace la caratterizzazione dei personaggi, fluente lo stile narrativo ...
con in più l'assoluta novità della descrizione analitica di minuti procedimenti
(per esempio l'allacciatura delle scarpe nel primo libro, la posa di un
reticolato nel secondo) che diventano elementi risolutori nel dipanamento dei
casi.
Diverse storie di Abicis partono da Udine, da “un convento sulle
rive del Ledra, requisito per farne il Comando Militare per la Logistica” da
dove il soldato- investigatore parte, ora affiancando l’odioso tenente Luca
Maria De Paoli, ora collaborando con l’umano capitano Olmi, a cercare di
risolvere, con l’aiuto della sua capacità di osservazione e di logica, casi
assai complicati (un cadavere con le mani mozzate ad Aquileja, un sergente
ucciso in maniera crudele, dei cadaveri con pietre infilate in bocca dell’inferno
di Plava, un imbarazzante delitto in una casa di tolleranza a Udine, i misteri legati alla sosta dei corazzieri del
re a Martignacco…).
La quattordicesima indagine di Abicis si intitola “Sulle tracce
del calicanto” e merita una citazione particolare perché ambientata tra i
magazzini militari di Stazione per la Carnia, Venzone ed i paesi attorno al
Lago. L’indagine ruota attorno al presunto suicidio di un tenente, con pochi
indizi, se non un ramo di calicanto che non ha motivo di essere tra gli oggetti
personali del defunto : "Lo poso
davanti a me e comincio a disegnarlo: sono in realtà cinque fiori attaccati ad
un rametto legnoso, i petali appuntiti sono gialli, trasparenti, quasi
coriacei, mentre il centro è di un rosso così scuro da parere bruno. Lo accosto
al naso e inspiro piano: riconosco il profumo e sono sicuro."
Ecco quindi un
viaggio in bicicletta in una giornata gelida nel quale “fino a Gemona la strada
è larga e trafficata, poi si prende a destra e si attraversa in Tagliamento su
un grande ponte ad archi, costruito pochi anni fa” per arrivare ad Alesso “un
bel paesino, riparato dalle montagne, riscaldato dal lago, abitato da brava
gente”. Un altro giorno l’indagine lo porta a costeggiare “la superficie piatta
e grigia di un lungo lago alpino che deve essere uno spettacolo, in una
giornata di sole” per arrivare a Interneppo, “un paesino arrampicato tra il
lago e la montagna”.
Non si vuole
svelare qui il dettaglio della indagine né tantomeno, come in ogni giallo che
si rispetti, suggerire l’identità del colpevole. Basti dire che questo e gli
altri racconti sono assai ben costruiti: al è un gust a lei!
Pieri Stefanutti
C’è una pagina
facebook che tiene informati della
pubblicazione delle indagini di Abicis (esce in questi giorni il 12° volume: UN MORTO DI TROPPO SUL PODGORA):
Chi vuole contattare
l’autrice, anche per informazioni su dove trovare i libri, può mandarle una
mail all’indirizzo eziram@alice.it .
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