"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 13 maggio 2017

Acque di Carnia, debiti e tariffe

Riceviamo e pubblichiamo un COMUNICATO STAMPA DEI COMITATI DI DIFESA  DELLA MONTAGNA.     
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La Carnia da bere

 

Noi dei comitati abbiamo combattuto per anni contro l’accentramento del servizio idrico, alla fine abbiamo perso. Ma non siamo vinti.
    Con tutti i mezzi leciti abbiamo cercato di convincere gli amministratori che le loro scelte politiche  di gestione dell’acqua dei rubinetti erano sbagliate, dimostrando con cifre alla mano che la gestione centralizzata di Carniacque sarebbe stata insostenibile.
    La politica e gli amministratori comunali  hanno snobbato i comitati, hanno  proseguito - imperterriti a capo chino -  la loro corsa verso l’accentramento ed alla fine…. hanno sbattuto il muso nel muro di  5 milioni di debiti di Carniacque, come da noi  previsto. 
    Non contenta, la politica regionale ha partorito un’ideona, servilmente accolta dai sindaci  della montagna, che avrebbe definitivamente risolto i problemi di gestione ed investimenti. 
Qual è questa genialata? Cedere la gestione al CAFC di Udine che, assumendosi anche i debiti, a sua volta li spalmerà sulle bollette. I debiti di Carniacque  dovrebbero pagarli non gli utenti, ma la Regione e tutti quegli amministratori che hanno voluto ed amministrato Carniacque.
   Tutto questo, con la promessa ( da marinaio) che, i servizi miglioreranno e le bollette nel tempo saranno calmierate. Sembra la copia di Alitalia: vi ricordate i sette miliardi che abbiamo pagato per risanarla? Ora è in liquidazione.
   Il risultato di tutto questo rimescolamento, accorpamento, fusione che produce ? Chi ha il coraggio di dimostrare che il servizio è migliore? ( vedi fresco, fresco il caso della perdita di via Val di Gorto a Tolmezzo).  Solo ora gli amministratori di minoranza di quel Comune criticano. Bravi ! Ma anche loro  sono stati e sono centralizzatori.
    Attendiamo con ansia la prima bolletta del Cafc per constatare la buona novella.
   Questo in estrema sintesi , perché i particolari  sono noti e non è il caso di ripeterli: Carniacque è servita a traghettare l’acqua della montagna nel Cafc spa udinese, che a sua volta la traghetterà nella potente multiutility bolognese Hera,  già operante a Tolmezzo, dove le bollette gas sono intestate “Amga-Hera”.  Morale: si sono bevuti la Carnia!
    Dopo quanto accaduto  che possono fare ora i comitati ? Continuare  la mobilitazione per il decentramento, per la restituzione del servizio idrico in montagna ai Comuni singoli o associati per vallata, per castigare gli accentratori alle prossime elezioni sperando di avere un’alternativa,  per una politica  non di emergenza ma di programma,  che produca una  legislazione  organica nazionale e regionale per la  montagna (l’ultima è del 1971!).
   Intanto la montagna agonizza, perde non solo l’acqua del rubinetto dopo aver perso quella finita nelle turbine ad arricchire  le altrui tasche, ma anche autonomia, potere, servizi, risorse umane costrette ad andarsene, mentre si spendono miliardi per progetti faraonici,( vedi la terza corsia) per aumentare il traffico di autotreni ed inquinare, cementificare, consumare suolo, realizzare elettrodotti-mostri. Per beneficio di chi? Dei soliti potenti!  Intanto noi Cittadini o sudditi, come diceva  il grande Totò: “e io paagoo”!
   Un tal Karl Marx già nel 1867  con un aforisma diceva: “ Il capitale trasforma la dignità umana in merce di scambio”. Purtroppo aveva ragione.
 
Carnia,  12 maggio  2017 

Antonino Galassi, comitato “Acqua Libera”, Paluzza. 
Ira Conti, Comitato “Per altre strade”, Val Tagliamento.  
Franceschino Barazzutti, Comitato tutela acque del bacino montano del Tagliamento”, Tolmezzo.  Paolo Querini, Comitato Val Degano, Ovaro. 
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Ai lettori del Blog: ce disêso?

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