Il premio a Floriana Bulfon e lei lo dedica ad Avasinis
di Giacomina Pellizzari
AVASINIS. Matteo era uno chef di Avasinis che un male incurabile strappò alla vita troppo presto. Se ne è andato lasciando in eredità la voglia di vivere e di aiutare gli altri. Floriana Bulfon, la giornalista de “L’Espresso” e inviata della trasmissione di Rai1 “Petrolio”, ha trascorso l’infanzia con la nonna nelle baracche del terremoto, a Peonis e qui ha avuto modo di conoscere Matteo Rodaro. Mai avrebbe pensato che 40 anni dopo avrebbe dedicato ad Avasinis il Premio letterario “Matteo chef giramondo” che sabato, alle 16, nel parco della Colonia, a Osoppo, le sarà consegnato dall’omonima associazione impegnata dal 2015 nella raccolta fondi dedicata a Matteo. Quest’anno il ricavato sarà devoluto al Centro diurno per disabili di Gemona.
Nata a San Daniele da genitori friulani, Floriana Bulfon aveva conosciuto Matteo quando era poco più di un bambino. «La vita ci portò altrove e a distanza di tanti anni venni a sapere che si era trasferito a Palma di Maiorca in uno dei più rinomati ristoranti dell’isola. All’epoca lavoravo a un servizio sui nuovi emigranti per l’Espresso e lo contattai». La giornalista ricorda con affetto quel giovane brillante partito dal Friuli con un diploma in tasca per andare a scoprire altri mondi. La malattia non gli diede il tempo di fare tutto quello che avrebbe voluto: Matteo morì a 36 anni. «A Matteo e ad Avasinis – aggiunge la giornalista – sono legata da un affetto fortissimo. Un affetto che mi porta a dedicare il premio proprio a quella terra che era anche il paese natale di Matteo». Le storie dei giovani che se ne vanno hanno sempre attirato l’attenzione di Floriana Bulfon, la giornalista d’inchiesta che si è occupata pure di Giulio Regeni, il ricercatore torturato e ucciso in Egitto. «Un altro ragazzo partito dal Friuli come aveva fatto Matteo e molti anni prima pure mio nonno per andare a lavorare all’estero». Questo non è solo il racconto di una giornalista è anche il racconto di una donna che ha vissuto fino a 17 anni a Udine e che nel suo cuore conserva l’immagine della casa intesa come la baracca del dopo terremoto dove ha trascorso molto tempo con la nonna.
Come le persone anche i ricordi vanno e vengono e sabato, nella mente di Floriana, riaffioreranno i momenti sereni trascorsi con Matteo e i suoi racconti sul suo peregrinare tra Londra e Palma di Maiorca. «Questo premio mi emoziona perché è legato al mio vissuto – confessa la giornalista –, è un premio in memoria di un ragazzo andato via da questa terra per tornare nell’ultimo periodo della sua vita». Il pensiero di Floriana va ai tanti Matteo, laureati e diplomati, rappresentanti della generazione nata nel boom economico, costretti a cercare lavoro altrove. Un andare stimolato dalla voglia di conoscenza: «Non possiamo – aggiunge la giornalista – ragionare solo in termini di fuga e di mancanza di lavoro. In alcuni casi si tratta di una scelta, una scelta che apre gli orizzonti anche nei confronti di chi viene qui a cercare lavoro». È un aprirsi al mondo.
A quel mondo si rivolge il concerto per Matteo organizzato dalla stessa associazione. Sabato sul palco saliranno Gianni Dall’Aglio e Massimo Luca, gli storici musicisti di Lucio Battisti, e il batterista degli Ac/Dc, Chris Slade. Non mancherà lo show di Catine. Il premio “Matteo chef giramondo” per il teatro, invece, è stato assegnato a Caterina Tomasulo.
Nata a San Daniele da genitori friulani, Floriana Bulfon aveva conosciuto Matteo quando era poco più di un bambino. «La vita ci portò altrove e a distanza di tanti anni venni a sapere che si era trasferito a Palma di Maiorca in uno dei più rinomati ristoranti dell’isola. All’epoca lavoravo a un servizio sui nuovi emigranti per l’Espresso e lo contattai». La giornalista ricorda con affetto quel giovane brillante partito dal Friuli con un diploma in tasca per andare a scoprire altri mondi. La malattia non gli diede il tempo di fare tutto quello che avrebbe voluto: Matteo morì a 36 anni. «A Matteo e ad Avasinis – aggiunge la giornalista – sono legata da un affetto fortissimo. Un affetto che mi porta a dedicare il premio proprio a quella terra che era anche il paese natale di Matteo». Le storie dei giovani che se ne vanno hanno sempre attirato l’attenzione di Floriana Bulfon, la giornalista d’inchiesta che si è occupata pure di Giulio Regeni, il ricercatore torturato e ucciso in Egitto. «Un altro ragazzo partito dal Friuli come aveva fatto Matteo e molti anni prima pure mio nonno per andare a lavorare all’estero». Questo non è solo il racconto di una giornalista è anche il racconto di una donna che ha vissuto fino a 17 anni a Udine e che nel suo cuore conserva l’immagine della casa intesa come la baracca del dopo terremoto dove ha trascorso molto tempo con la nonna.
Come le persone anche i ricordi vanno e vengono e sabato, nella mente di Floriana, riaffioreranno i momenti sereni trascorsi con Matteo e i suoi racconti sul suo peregrinare tra Londra e Palma di Maiorca. «Questo premio mi emoziona perché è legato al mio vissuto – confessa la giornalista –, è un premio in memoria di un ragazzo andato via da questa terra per tornare nell’ultimo periodo della sua vita». Il pensiero di Floriana va ai tanti Matteo, laureati e diplomati, rappresentanti della generazione nata nel boom economico, costretti a cercare lavoro altrove. Un andare stimolato dalla voglia di conoscenza: «Non possiamo – aggiunge la giornalista – ragionare solo in termini di fuga e di mancanza di lavoro. In alcuni casi si tratta di una scelta, una scelta che apre gli orizzonti anche nei confronti di chi viene qui a cercare lavoro». È un aprirsi al mondo.
A quel mondo si rivolge il concerto per Matteo organizzato dalla stessa associazione. Sabato sul palco saliranno Gianni Dall’Aglio e Massimo Luca, gli storici musicisti di Lucio Battisti, e il batterista degli Ac/Dc, Chris Slade. Non mancherà lo show di Catine. Il premio “Matteo chef giramondo” per il teatro, invece, è stato assegnato a Caterina Tomasulo.
(Messaggero Veneto, 24 maggio 2017)
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