"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 15 dicembre 2014

Prè Michele nella Cesclàns del '500, tra suggestioni celtiche e gastronomia

Come avevamo anticipato alcuni mesi fa (http://cjalcor.blogspot.it/2014/01/anteprima-il-bosco-del-cervo-bianco.html), lo scrittore Paolo Morganti stava lavorando a un romanzo ambientato nella zona di Cesclans e del lago.  La fatica letteraria è andata a buon fine:

Paolo Morganti da soli tre giorni è in libreria con il quarto romanzo ambientato in un misterioso Friuli del 1500. Il titolo è IL BOSCO DEL CERVO BIANCO.
Nelle pagine del libro lo scrittore traccia, con una trama avvincente, la sua versione sulle origini celtiche dei friulani e su come lo sciamanesimo celtico sia alla base del fenomeno dei benandanti.
Dopo sei mesi passati a leggere di tutto e di più sulla storia e sulle bellezze dei luoghi intorno a Cavazzo Carnico e a Cescláns, lo scrittore, durante la scorsa estate, ha soggiornato spesso da Angeli a Cescláns, per girare in lungo e in largo paesi, borghi e boschi, guadando anche torrenti per descriverli nel suo romanzo, di modo che i lettori siano invogliati a visitare i luoghi descritti (il lago di Cavazzo, il lago di Cornino con i grifoni, la busa das strìas, la busa dei pagàns, la palude Vuarbis e altro ancora… compreso il mostro del lago di Cavazzo).
Ma il prolifico scrittore porta in libreria negli stessi giorni anche LE MEMORIE DI PRE’ MICHELE. Facezie e ricette di un prete goloso.
Per chi volesse scrivergli: www.facebook.com/paolomorgantiscrittore

IL BOSCO DEL CERVO BIANCO
Questa è la quarta avventura nel Friuli del Cinquecento del pievano pre’ Michele Soravìto e dell’alchimista Martino da Madrìsio. La storia si svolge a Cescláns, in Carnia, dove il prete entrerà in contratto con i Celti.
Pre’ Michele, dopo l’ennesima indigestione, questa volta contratta durante il pranzo di nozze che segue il matrimonio tra l’amico Martino e la mugnaia Mèliga, viene mandato a digiunare lontano per permettergli di dimagrire. Il prete goloso, spedito sei mesi in Carnia, parte con il morale a terra, convinto di andare in mezzo ai lupi e alla neve e a morire di fame. Gli abitanti di Cescláns, dopo le prime ritrosie, lo accolgono con gioia nella comunità.
Dopo alcuni giorni, il prete proveniente dalla pianura friulana fa la conoscenza di Math, un giovane uomo molto saggio e misterioso, che gli svela la storia leggendaria del popolo celtico, coinvolgendolo in un’avventura al limite del credibile.
Nel frattempo, Martino si adatta alla nuova vita coniugale. Quando deciderà di andare a trovare l’amico sui monti, in sua assenza Mèliga sarà accusata di stregoneria. Al suo ritorno, Martino scopre con orrore chi vi è dietro al complotto ordito contro di lui ed esploderà la sua ira.
(Il bosco del cervo bianco, Morganti editori, 512 pagine, 18.00 euro)


LE MEMORIE DI PRE’ MICHELE. 
Facezie e ricette di un prete goloso
In un colto ed esilarante ‘come se’, Paolo Morganti fa scrivere un diario gastronomico-esistenziale a pre’ Michele, uno dei protagonisti più amati dei suoi libri ambientati nel 1500.
Il pievano, smessi i panni d’investigatore dell’occulto, si è dedicato alla scrittura e mette nero su bianco sé stesso.
Pre’ Michele è stato mandato dal vicario del Patriarca in Carnia, a Cescláns per la precisione, ufficialmente per sostituire il prete del paese. Ufficiosamente, si trova là in punizione per i suoi peccati di gola. Il prete, lontano dall’amico speziale Martino, trova il tempo per iniziare a scrivere un primo diario, in cui racconta la sua vita presente e passata. È un diario che gli assomiglia: parla di cibo, filosofeggia sulla vita, offre pillole di sacra saggezza cristiana e racconta, come in uso nel Rinascimento, brevi facezie, spiritose e dense di morale.
Non manca neppure una trentina di ricette classiche della cucina friulana, quelle di cui si parla nei libri di Morganti, proposte però in uno stile scherzoso e abbinate ad altrettanti aneddoti.
(Le memoria di pre’ Michele. Facezie e ricette di un prete goloso, Morganti editori, 144 pagine, 13.00 euro)

Chi è l’autore
Paolo Morganti ama i gatti, il suo cane Piero, il rock progressive, l’arte, l’antiquariato e la buona cucina. A quest’ultima passione ha dedicato parte della sua professione, scrivendo decine di libri dedicati all’enogastronomia. Lettore onnivoro, sia per naturale inclinazione sia per professione, ama in particolar modo il genere giallo. È curatore e traduttore della collana Chestertoniana, dedicata alle opere di narrativa dello scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton, di cui è un indefesso ammiratore.
Ha scritto la parodia di Angeli e demoni, diventata Angeli e salami (2009), pubblicata con lo pseudonimo di P. G. Brown.
Con Morganti editori ha pubblicato i primi quattro volumi della serie dedicata agli investigatori Martino da Madrìsio e pre’ Michele Soravìto: Il giardino del benandante (2012), Il calice di san Giovanni (2013), Il sigillo della strega (2014) e Il bosco del cervo bianco (2014). A questi seguirà il quinto episodio, intitolato L’ira dell’alchimista (2015). Le memorie di pre’ Michele (2014) nasce come divertimento letterario voluto dall’autore per esaudire il desiderio dei lettori.
Per chi volesse scrivergli: paolo@morgantieditori.it

Naturalmente anche il Blog ospiterà volentieri i commenti sulla Val del Lago cinquecentesca ricostruita dalla fantasia di Morganti.

1 commento:

  1. I celti abitavano il "Friuli" prima dei Romani e su questo non c'è dubbio, ma nella nostra zona ci sono stati pochissime ricerche.
    Anche se queste poche ricerche hanno consentito di fare emergere delle cose strane e curiose: case nelle quali si accedeva con un corridoio molto lungo e con dei feti sotterrati sotto il focolaio centrale (se mi ricordo bene è a Forgaria), ipogei "celtici" dalle forme e dall'uso ancora oscuro (Cividale), tombe "celtiche" risalenti alla fine del medioevo ("la tomba del bardo" che è stata ritrovata presso Venzone se ben ricordo) oppure l'immenso campo funebre mai esplorato per intero di Paularo.

    La religione dei druidi è molto complessa e la capiamo molto poco, siamo ben lontani dai "Galli con le serpe di oro che riveravano la natura" presenti nei libri di Asterix.
    C'è chi cerca di capire la religione, oppure LE religioni dei celti, paragonandole alle religione indiane (come certi allievi di Venceslas Kruta) e chi considera una forte influenza con quella dei Greci... Ma forse sono certi lembi delle religioni greche ad essere state influenzate dai druidi.

    Quindi niente da vedere ne con i catari ne con il cristianesimo!

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