"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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giovedì 20 dicembre 2012

Il Direttore della Casa delle Farfalle di Bordano interviene nel dibattito


Il Direttore della casa delle farfalle: "forniamo un  servizio culturale e turistico che non può essere ignorato". 

Nell'ultima settimana, parecchi articoli del Blog sono stati dedicati a seguire la discussione, anche accesa, seguita alla concessione del sostanzioso contributo  alla Casa delle farfalle di Bordano da parte del Consiglio regionale. Il Blog ha ospitato pareri anche discordanti, e il dubbio posto da un anonimo lettore: "se, come si dice, la struttura richiama migliaia e migliaia di visitatori ogni anno, e visto che si paga l'ingresso per entrarci, come mai non sta in piedi da sola? ".
Il Blogger, dopo aver posto il problema dell': "Insomma, ci può essere sviluppo senza sovvenzioni?"  ha suggerito che  "Bisogna stare attenti a non partire col piede sbagliato, tipo "si è con Antonaz e quindi contro Picco" (e viceversa). E' meglio chiedersi: "La Casa serve alla Valle del Lago?" "E' giusto continuare a sostenerla?". Per A&D le risposte sono affermative. Detto questo, però, vanno fatti quattro conti, per garantire un giusto mix fra sovvenzioni esterne ed entrate proprie".
Alle diverse problematiche prova a rispondere il Direttore scientifico della Casa delle Farfalle, in un commento inviato al Blog che merita  uno spazio ed un'attenzione particolari. E', se vogliamo, anche un riconoscimento al ruolo di "tavolo di confronto" assunto dal Blog.
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Intervengo per rispondere alla domanda: come mai la Casa delle Farfalle non si mantiene da sola? Vorrei rispondere che fino a oggi questa attività è riuscita a mantenere l’elevato standard grazie ai sacrifici di molte persone che hanno offerto il loro aiuto senza pretendere di essere pagate perché credono nel valore di ciò che è stato fatto e che educare le persone non sia solo gratificante, ma sia giusto. Sono molti gli sforzi che sono richiesti per mantenere tale standard, e vanno oltre le risorse che derivano dai soli biglietti. Basti pensare al personale laureato e specializzato che da anni presta servizio preso la Casa per uno stipendio da operaio, o anche meno, senza pretendere di più per amore sì delle farfalle, ma prima di tutto perché consapevoli di contribuire a costruire e mantenere qualcosa di speciale, che merita di esistere anche se i visitatori non possono permettersi di pagare più degli 8 euro del biglietto. Come facente parte dell’attuale gestione della struttura, mi addolora leggere l’indignazione di qualcuno secondo cui la nostra attività non meriti di essere aiutata e banalizzare tutti gli sforzi di tutti i nostri collaboratori che, ricordiamo, hanno contribuito a valorizzare il territorio e fornire un servizio culturale e turistico che non comprendo come possa essere ignorato. 
Chi mi conosce sa che non entro volentieri in polemiche (come quella in oggetto), tuttavia non posso non manifestare sdegno per chiunque strumentalizzi il nostro lavoro per alimentare guerre che nulla hanno a che fare con la nostra attività che, ribadisco, in buona parte rappresenta un servizio di cultura per i visitatori, siano esse scuole o turisti. Non dico che iniziative artistiche come il teatro non debbano godere dell’appoggio dello stato, ma di certo non penso che il valore culturale di ciò che facciamo sia da meno. Non credo proprio che milioni stanziati per la lirica siano soldi meglio spesi di quelli che qualcuno adesso ci vuole dare per continuare a educare, far conoscere la scienza e valorizzare il nostro territorio. Certo 140 mila euro sono tanti, ma sono tanti per me, non per una struttura di 2000 metri quadri che richiede sforzi energetici proibitivi e l’attività di persone che non si potrebbe certo permettere. Ogni qual volta sono arrivati aiuti (contributi), sono stati utilizzati per migliorare la struttura e incrementare l’offerta per il pubblico, non per aumentare gli stipendi. Se qualcuno si domanda se ci può essere sviluppo senza sovvenzioni rispondo che per lo sviluppo culturale non è così, almeno oggi. Da sempre siamo chiamati a dare parte delle nostre tasse per mantenere musei, opere d’arte, chiese (su questo trattengo un commento), partiti, giornali, editori e persino aziende che altrimenti fallirebbero per l’incompetenza dei dirigenti. Adesso c’è la crisi, rischiamo tanto come tutti, solo che per le “farfalle” non c’è cassa integrazione, solo polemiche perché qualcuno potrebbe salvarle. E non parlo del mio lavoro, ma di un museo vivente che ha più successo di molti musei nazionali che nessuno si sogna di mettere in discussione. 
Ciò che sto scrivendo è personale e riguarda i miei sentimenti, non necessariamente quelli delle altre persone che operano nella Casa delle Farfalle, che comunque credo condividano.
Io non me ne intendo di politica (mea culpa). In molti mi hanno spiegato che la polemica che nasce dalla questione dei finanziamenti “alle farfalle” ha solo fini politici. Se l’idea è di Caio, allora Tizio dice che è una vergogna, a prescindere dal valore dell’idea. Voi direte: “buongiorno! Non lo sapevi?”. Beh… no! Sono molto ignorante in materia. Nel nostro staff abbiamo ottimi biologi, educatori, tecnici del settore, ma non possiamo permetterci un avvocato (o chi per esso) che si occupi di queste cose. 
Abbiamo altre cose da fare, cose importanti e vi prego, mentre siamo occupati a farle, non tirateci le pietre, non lo meritiamo.
Francesco Barbieri

2 commenti:

  1. Ottimo commento, si sente che viene dal cuore. Bravo Francesco.
    Linda

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  2. plaudo a Francesco Barbieri e a tutti i collaboratori della Casa delle Farfalle. andate avanti....il sommo Poeta disse "non ti curar di loro ma guarda e passa"

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