Energia locale
Non c’è futuro senza energia. Lo sviluppo industriale (e non solo!) passa sempre più attraverso la disponibilità di fonti di energia certe e a costi sostenibili. Per questo il Cosint ha tra le sue priorità la ricerca di nuove soluzioni a beneficio delle imprese che fanno parte del Consorzio.
Una ricerca che, in primo luogo, punta a sfruttare le potenzialità già insite nel territorio, come ad esempio l’investimento nel recupero della centrale idroelettrica di Resia. (...)
L’energia prodotta è destinata ad alimentare l’attività industriale locale e a favorirne l’espansione, ma anche ad essere immessa nel mercato nazionale, recuperando le risorse investite nella realizzazione degli impianti.
Una ricerca che, in primo luogo, punta a sfruttare le potenzialità già insite nel territorio, come ad esempio l’investimento nel recupero della centrale idroelettrica di Resia. (...)
L’energia prodotta è destinata ad alimentare l’attività industriale locale e a favorirne l’espansione, ma anche ad essere immessa nel mercato nazionale, recuperando le risorse investite nella realizzazione degli impianti.
La progettata centralina sul Resia sta però incontrando diverse opposizioni:
Resia, una nuova centralina minaccia la valle
(...) il Co.S.In.T. è tornato di nuovo alla carica e propone adesso un’altra centralina, qualche chilometro più a monte, nei pressi dell’abitato di Coritis, ai piedi del Canin.
Il progetto e lo studio ambientale sono giunti, infatti, all’esame della Commissione regionale di V.I.A.. Secondo Legambiente, che ha inviato le proprie “osservazioni” alla Regione, autorizzare quest’opera significherebbe degradare un tratto di oltre un chilometro di estensione che, a detta degli stessi proponenti, si deve considerare di elevato valore naturale. In questo modo verrebbe anche interrotta una integrità naturale e paesaggistica del fiume, con conseguenze negative non solo a livello comunale, ma per l’intero Parco Naturale delle Prealpi Giulie, di cui Resia fa parte. Un’ulteriore preoccupazione è che l’eventuale realizzazione di questa centralina aprirebbe inevitabilmente la strada ad altri interventi analoghi, per i quali risulta siano state avanzate già varie richieste e ai quali sarebbe più difficile opporre un diniego.
Il rischio di vedere ripetersi, anche solo in parte, quanto purtroppo avvenuto nella vicina Val Raccolana sarebbe pertanto concreto. La logica che va respinta è quella di monetizzare un danno arrecato al territorio e ad un ambiente che tutti ci invidiano, con la prospettiva di vendere i chilowatt prodotti, senza nemmeno agevolare le utenze locali e produrre benefici sul piano occupazionale nella valle.
Come è facilmente intuibile, è stato citato questo caso per la stretta attualità della contemporanea presentazione di una richiesta da parte del Cosint per la realizzazione di tre centraline (stranamente indicate col nome di Alesso0, Alesso1, Alesso2) tra l'uscita del canale di scarico del Lago ("canale Sade") e la confluenza nel Tagliamento.
Dalla Relazione Tecnica:
ALESSO 0. Lo scarico delle acque avviene nel torrente Leale mediante un manufatto a rampa cementata e massi avente lo scopo di dissipare l’energia dovuta alla differenza di quota tra il canale ed il fondo del torrente. Il progetto in oggetto pertanto si propone la sfruttamento al fine della produzione di energia elettrica dell’esistente salto idraulico e della conseguente energia che attualmente viene ad essere dispersa. L’opera proposta consente quindi di sfruttare una risorsa esistente non adeguatamente utilizzata, integrandosi nel contempo nell’ambiente e, mediante una serie di opere tra le quali una rampa di risalita per l’ittiofauna, di apportare un miglioramento delle caratteristiche ambientali del sito.
ALESSO 1 e 2
UBICAZIONE DEL PROGETTO: Il progetto prevede lo sfruttamento delle acque del torrente Leale nel territorio comunale di Trasaghis (UD), nell’alta Pianura Friulana, ai piedi dei primi rilievi prealpini Carnici orientali, in due siti distanti tra loro circa 750 m e posti a valle dello scarico delle acque della centrale di Somplago, provenienti dal lago di Cavazzo (vedi tavole progettuali).
TIPOLOGIA DEL PROGETTO: Il progetto prevede la costruzione di due centraline indipendenti
poste in serie, a quota 182,30 e 179,90 m s.l.m. I gruppi di produzione saranno composti da una
traversa di sbarramento, realizzata mediante ventola in acciaio movimentata da tubolare gonfiabile (diga flessibile); da un’opera di presa e centrale di produzione in unica soluzione costituita da viti idrauliche in parallelo. Verranno sfruttati due degli undici salti di fondo artificiali attualmente esistenti, derivando rispettivamente una portata media di 14.59 m /s su un salto di 2.6 m (impianto 1, a monte), e 14.06 m /s su un salto di 3.4 m (impianto 2, a valle). La restituzione delle portate derivate avverrà immediatamente a valle dei salti stessi, pertanto non sarà mai interrotta la continuità idraulica del torrente. (...)
Si tratta di capire se e come il progetto (i progetti, anzi, perché ormai si rischia di perdere il conto) è stato valutato e come. In Regione ma anche (e soprattutto) a Trasaghis.
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P.S. Due modesti ulteriori spunti di riflessione, auspicando giungano contributi costruttivi:
I. Legambiente, attenta alle problematiche del torrente Resia, attenta alle problematiche legate al progetto Renowa sull'alto corso del Leale, ha espresso un parere su questo proliferare di richieste di centraline tra il Canale Sade ed il Tagliamento?
II. I Comitati (qualora venisse accolta la "proposta alternativa") hanno definito "accoglibile" il progetto di centraline presentato dal Cosint. E' una valutazione positiva che vale per tutti i progetti presentati? Se no, quali motivazioni farebbero preferire il progetto Cosint ad altri?
Ogni volta che leggo qualcosa in merito alla realizzazione di centraline ..mi ritorna in mente il tentativo fatto nel 1800 da un eclettico bordanese ,che tra le altre cose aveva realizzato un piccolo mulino alimentato da un rigagnolo ,..ma dopo varie modifiche,tra cui alimentare la portata del rigagnolo anche con l'acqua portata manualmente con i secchi aveva abbandonato il progetto .. Questo è l'unico progetto che l'eclettico (storico) bordanese ha fallito..
RispondiEliminaGrazie a Emi per il suo contributo (era Jochile l'eclettico bordanese?). Qui però non siamo di fronte a singole iniziative personali ma a fior di staff tecnici che elaborano proposte assai dettagliate e tutte "per un miglioramento del preesistente". Troppi luminari che intervengono contemporaneamente su un unico corpo "leale"?
EliminaEra proprio lui ..ma era il 1800. Ora ,come hai detto tu , ci sono troppi tecnici e luminari per trovare "la giusta cura " all'ambiente...
EliminaConfermo che anche nell'ultimo caso Legambiente farà il possibile per valutare la compatibilità ambientale del progetto. Essendo che spuntano come funghi; diventa difficile seguire tutte le vertenze.
RispondiEliminaLuca Cadez
Responsabile del Territorio
Legambiente FVG onlus