A riguardo di tale decisione si ricordano i numeri delle emergenze per il Pronto Soccorso di Gemona “completamente sbagliati” forniti nel novembre 2014 dall’attuale Direttore Generale Regionale dott. Adriano Marcolongo in un incontro pubblico, in presenza della Presidente Serracchiani e dell’Assessore Telesca, .
Allora dichiaro’ 29 codici rossi in 1 anno al posto dei “veri” 116 in solo 6 mesi.
La nota prosegue: "Di tale grave errore di valutazione purtroppo la Giunta regionale non ha mai dato ne’ rettifica ne’ comunicazione ufficiale anche se il dott. Marcolongo alla fine ha dovuto ammettere il proprio grave errore davanti alle numerose proteste di cittadini presenti in sala.
Cio’ nonostante che in Regione altri nosocomi, con numeri minori e poco distanti da altri, hanno mantenuto il loro Pronto Soccorso!
Oggi osserviamo che spesso le ambulanze fanno da taxi dal nostro territorio verso altri ospedali, con, secondo noi, un pericoloso allungamento dei tempi dei soccorsi e andando inoltre a aggravare il carico di lavoro di altri pronto soccorso.
Al nostro territorio, sempre per Legge, è stato tolto il reparto di Medicina sostituito da una nebulosa Struttura polifunzionale che tratta la riabilitazione cardiologica, traumatologica e marginalmente quella neurologica.
Nel contempo molti anziani del comprensorio del gemonese e pedemontano, attualmente vengono ricoverati a Tolmezzo e San Daniele con grandi difficolta’ per i loro parenti sia nei trasporti e che nell’assistenza verso i propri cari.
Per questo i Comitati chiedono di avere nuovamente un vero reparto di Medicina (SOC) al San Michele per fornire questo indispensabile servizio a una vasta comunita’ regionale".
Si è sottolineato inoltre la necessità di potenziare a Gemona l’ambulatorio di Cardiologia, ponendolo alla pari con Tolmezzo e San Daniele, aumentando il personale e acquistando un nuovo ecocardiografo, visto che quello esistente è stato portato a Tolmezzo.
Questo nell’ottica anche di potenziamento della riabilitazione cardiologica. Inoltre per il miglioramento della sanità territoriale è stato suggerito all’Azienda l’acquisto di strumenti utili alla telemedicina. Ombre anche sugli interventi di cataratta, che secondo le promesse della Presidente Serracchiani avrebbero dovuto vedere Gemona in prima fila in Regione. Promessa non mantenuta, come purtroppo gia’ osservato in altre parti della regione, come il mantenimento della Medicina.
Oggi infatti per l’intervento bisogna aspettare 6 mesi, salvo spendere qualche migliaio di euro nel privato.
I Comitati hanno dimostrato inoltre un carattere propositivo suggerendo all’Azienda la realizzazione di una elipiazzola al San Michele, nello spazio già esistente, già prevista dal Piano Urgenze/Emergenze, anche con l’abilitazione notturna. Cio’ in considerazione della baricentricità dell’Ospedale, rispetto alle molteplici linee di comunicazione che si intersecano una vasta zona della Regione.
Si tratta di suggerimenti che i Comitati auspicano trovino spazio nel PAL 2017 che l’Azienda presenterà nei prossimi mesi.
Fonte: nota dei Comitati in difesa del San Michele
Leggete anche quanto pubblicato sul mio www.nonsolocarnia.info, riprendendo una intervista del Messaggero Veneto (Maura Delle Case) al dott. Pietro De Antoni, da me intitolata: "Messaggero Veneto del 25 marzo: il dott. Pietro De Antoni sul San Michele di Gemona. Ospedali: destini legati in Alto Friuli". (25 marzo 2015). Non si può continuare così. Alcuni medici dell'aas3 Tolmezzo - Gemona sono diventati pendolari su vasto raggio, (Tolmezzo - Codroipo), nei reparti è facile trovare oos, tranne in pochi casi, e la sanità qui è nel caos, mentre i politici continuano a parlare, dichiarare ... Fate bene a chiedere con forza medicina, un vero pronto soccorso, di nuovo il vostro ospedale, e Tolmezzo farebbe bene ad unirsi a voi, invece di sperare ancora di vivere sulla morte altrui, come sembra. Il silenzio di Tolmezzo è emblematico e riporta anche a chi governa Tolmezzo e la Carnia.
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