Anche ieri mattina, a Bordano, come ogni primo aprile ormai da diversi anni, gli abitanti hanno trovato la piazza del municipio riempita di ogni varietà di oggetti: dagli stendibiancheria carichi di panni ai mobili da giardino, dai vasi di ogni genere alle vecchie biciclette, carriole, attrezzi edili, panche, vecchi giocattoli per bambini e chi più ne ha più ne metta. Si tratta ovviamente di uno scherzo del primo aprile, in quella che è ormai diventata una tradizione. Sono azioni scherzose che, presumibilmente, vengono preparate dai giovani bordanesi, che fanno correre presso il piazzale tutti coloro hanno dimenticato qualcosa fuori porta nella notte del 31 Marzo.
Ovviamente la vasta oggettistica messa in mostra non è in vendita, anche se sono esposti cartelli con prezzi e descrizione dettagliata, spiritosa e anche talvolta piccante. E' successo in passato che alcuni di questi oggetti hanno potuto rimanere "in piazza" anche per più giornate, a seconda del valore e della … pigrizia del legittimo proprietario. C'è comunque da dire che, come era stato sottolineato sul sito "Laloweb" a commento di una precedente edizione, "questi scherzi del primo aprile vengono fatti sempre con sufficiente intelligenza e responsabilità tanto è vero che non si verificano mai danni o reclami. E' una tradizione che va avanti oramai da decenni e sembra trovi sempre organizzatori pronti a lavorare sino a notte fonda pur di organizzare questo tipo di evento".
(Foto: Pro Loco di Bordano e Interneppo)
E sulla "storia" della manifestazione, può essere interessante rileggere una lettera di Emi Picco inviata al "Messaggero Veneto" ancora nel 2007:
Notti movimentate in piazza a Bordano
Già da qualche anno, ai primi di aprile, a Tolmezzo molta gente mi ferma per strada esclamando: «Bravi voi di Bordano, anche questa volta avete fatto il mercato del 1º aprile!».
Io sono solito rispondere che si tratta di una vecchia tradizione di paese, ma poi bisogna spiegarla bene.
Questa tradizione è stata unificata e codificata solo per il 1º aprile, ma in realtà per la gioventù locale era il diversivo “del sabato sera e delle feste comandate”. Infatti ricordo che, dai miei quindici anni in poi, a una certa ora della notte “del dì di festa”, tra amici ci si chiedeva: «Perché non portiamo tutto in piazza?».
Questo era un sano passatempo che cementava l’amicizia tra i ragazzi, quando non c’erano tante auto, non c’erano soldi e antenne satellitari.
Dunque, si iniziava a trainare a mano i vari rimorchi dei trattori, poi i carri di legno, i carretti, le fascine di legna, i mucchi di canne di granoturco, le biciclette, i motorini, e quello insomma che era a portata di mano. “Il tutto” era esposto in piazza davanti al campanile. I “lavori” terminavano all’alba, lasciando la piazza ingombra di varie merci e articoli. E si andava a dormire.
Normalmente quando ci si alzava quasi tutta la merce era stata riportata a posto, tra minacce e maledizioni, dai legittimi proprietari.
Questa tradizione è continuata in maniera “libera” fino agli anni Novanta perché, finita la ricostruzione, “ognuno aveva la sua casa e il suo terreno recintato” e le biciclette, i carri, le carriole, “bareles” eccetera, erano dentro i recinti. Ed entrare di notte nei recinti altrui è molto diverso da come si entrava una volta nei cortili aperti: forse è anche per questo che la tradizione di portare tutto in piazza s’è “condensata” nella notte del 31 marzo.
Comunque il mio plauso va a quei giovani che continuano questa tradizione, che serviva - come ho già detto - a movimentare certe notti di Bordano quando non c’erano tanti soldi e la voglia di divertirsi con poco era davvero grande.
Emi Picco
Tolmezzo
Io sono solito rispondere che si tratta di una vecchia tradizione di paese, ma poi bisogna spiegarla bene.
Questa tradizione è stata unificata e codificata solo per il 1º aprile, ma in realtà per la gioventù locale era il diversivo “del sabato sera e delle feste comandate”. Infatti ricordo che, dai miei quindici anni in poi, a una certa ora della notte “del dì di festa”, tra amici ci si chiedeva: «Perché non portiamo tutto in piazza?».
Questo era un sano passatempo che cementava l’amicizia tra i ragazzi, quando non c’erano tante auto, non c’erano soldi e antenne satellitari.
Dunque, si iniziava a trainare a mano i vari rimorchi dei trattori, poi i carri di legno, i carretti, le fascine di legna, i mucchi di canne di granoturco, le biciclette, i motorini, e quello insomma che era a portata di mano. “Il tutto” era esposto in piazza davanti al campanile. I “lavori” terminavano all’alba, lasciando la piazza ingombra di varie merci e articoli. E si andava a dormire.
Normalmente quando ci si alzava quasi tutta la merce era stata riportata a posto, tra minacce e maledizioni, dai legittimi proprietari.
Questa tradizione è continuata in maniera “libera” fino agli anni Novanta perché, finita la ricostruzione, “ognuno aveva la sua casa e il suo terreno recintato” e le biciclette, i carri, le carriole, “bareles” eccetera, erano dentro i recinti. Ed entrare di notte nei recinti altrui è molto diverso da come si entrava una volta nei cortili aperti: forse è anche per questo che la tradizione di portare tutto in piazza s’è “condensata” nella notte del 31 marzo.
Comunque il mio plauso va a quei giovani che continuano questa tradizione, che serviva - come ho già detto - a movimentare certe notti di Bordano quando non c’erano tanti soldi e la voglia di divertirsi con poco era davvero grande.
Emi Picco
Tolmezzo
Questa tradizione tipicamente bordanese, è stata unificata e codificata solo per il primo d'aprile ,ma in realtà ,fino a 30 anni fa non aveva una data prestabilita..Spieghiamo come funzionava l'usanza di portare tutto in piazza a chi non lo sa...Solitamente nasceva come diversivo tra la gioventù alla monotonia di certe serate (specialmente prefestive).. finchè qualcuno proponeva agli amici"Perchè non portiamo tutto quello che troviamo in piazza.." specialmente tra i giovani (ragazzi e ragazze ), che non avevano ancora la patente o la macchina.. Tutti noi abbiamo partecipato a questa tradizione ..bastava poter rientrare a casa alle ore piccole.. Mi ricordo ancora le grandi fatiche fatte per "portare" in piazza rimorchi di trattore ,cisterne per liquami etc ..Questo succedeva prima del terremoto e le vie di Bordano erano in certi punti strette..Ma era un diversivo ,un continuare la tradizione e man mano che si cresceva si veniva aiutati e sostituiti dalle nuove generazioni Tradizione tipicamente bordanese come quella di sparare con il carburo.. Non ricordo come mai questa tradizione sia stata relagata solo al primo di aprile . In tanti si complimentano con me dicendomi"E bravi voi di Bordano ,anche quest'anno avete portato tutto in piazza..Bravi a mantenere questa tradizione" ed io cerco di spiegare loro che questa usanza non aveva data fissa ma dipendeva dall'umore dei giovani ,che cercavano di trascorrere una serata diversa dalle altre ,facendo trovare alla gente "las Bareles in place"..questo è l'esatto termine per definire "l'odierno mercato del 1° aprile"..L'importante era sentirsi uniti ..!Forse mi viene un dubbio ..la tradizione è diventata "unica " in quanto dopo la ricostruzione ognuno "ha la propria abitazione circondata da un recinto "...e in questi periodi entrare ,come si faceva una volta nei giardini altri ,per "recuperare ,carri ,carriole ,biciclette,bareles,vasi,e tutto quello che si poteva esporre in piazza ",sia diventato un po pericoloso ."Attraverso i tempi la vita cambia " dice un famoso proverbio bordanese ..io mi auguro che questa tradizione non vada a sparire , soffocata dal consuminsmo e dalla noia di certi benpensanti . Bravi ragazzi\e sono orgoglioso di voi
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