Viene criticata in particolar modo la posizione di a2a, che oggi gestisce la centrale di Somplago, dopo i tanti problemi legati alla SADE-Enel prima ed Edipower poi.
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60 anni di sfruttamento delle acque della
Carnia
E’ TEMPO DI COSTITUIRE LA SOCIETA’
ENERGETICA REGIONALE
Sabato 2 dicembre si è svolto a Verzegnis un
convegno sul 60-esimo della costruzione
della
diga che ha originato il bacino
idroelettrico. Promotori dell’evento i
Comuni di Amaro, Cavazzo Carnico, Tolmezzo, Verzegnis e la Gestione Associata
degli stessi 4 Comuni con la sponsorizzazione di a2a spa, Friuli Venezia Giulia
Turismo, Consorzio BIM, Crédit Agricole Friuladria, Circolo Culturale “Pio Frezza” di Verzegnis.
Le relazioni, comprese quelle
tecniche, si sono rivelate di contorno ad un’esaltazione di quel dinosauro,
parente di quello del Vajont, che è l’impianto idroelettrico del Tagliamento e
dell’attuale suo gestore, la multiutility lombarda a2a, il cui relatore ha
calato due affermazioni pesanti:
-la prima, che per il lago di Cavazzo –
come se prima non fosse esistito in ottima salute per secoli e millenni - è vitale
l’apporto dello scarico della centrale, che invece lo ha devastato con
l’apporto di acqua gelida e fango;
- la seconda, che la centrale deve mantenere lo scarico nel lago, ciò che ha il
sapore di un sottile preavviso di contrarietà al bypass del lago, di qualche
accordo con il Consorzio di Bonifica Friulana
per utilizzarne le acque a scopo irriguo a danno – ancora una volta - della montagna, di
recupero del progetto di pompaggio. Dicano
che ne pensano in proposito i sindaci di Trasaghis e Cavazzo presenti in sala e
la Regione assente. La gente ha diritto
di saperlo.
Agli organizzatori, patrocinatori
e relatori ricordiamo noi quanto loro hanno volutamente nascosto:
l’ energia elettrica prodotta
con lo sfruttamento idroelettrico delle acque della Carnia è stata portata
lontano;
i lauti profitti sono finiti nelle
tasche degli azionisti: i Comuni di Milano 25%, Brescia 25%, altri investitori
nazionali ed esteri (fonte il sito a2a), lasciando in loco le briciole dei
sovracanoni e la carità interessata di qualche sponsorizzazione.
Alla Carnia invece sono rimaste
solo le ricadute negative:
- con la
fine dei lavori di costruzione degli impianti idroelettrici la fine anche del
promesso miracolo dello sviluppo della Carnia, l’inizio della disoccupazione e
conseguente emigrazione (Leonardo Zanier: Libars di scugni la!);
-
il dissesto idrogeologico (rii e torrenti senz’acqua, sorgenti sparite,
falde abbassate, sprofondamenti del terreno, prosciugamenti di rogge con
conseguente chiusura di mulini e segherie,
impoverimento di acquedotti, circa 80 km di gallerie di convogliamento
delle acque;
-
il Tagliamento, definito “re dei fiumi alpini” ridotto beffardamente a
schiavo degli interessi idroelettrici, ad una pietraia deserta o con un morente filo d’acqua per lunghi
kilometri;
-
corsi d’acqua su cui il concessionario di derivazione idroelettrica
ritiene di avere tanto potere da opporsi, anche in sede giudiziaria, ad una captazione comunale per acquedotto;
-
livelli occupazionali estremamente ridotti nel settore in questi ultimi
anni ed inadeguata manutenzione delle
opere di presa e dei sentieri di accesso alle stesse;
-
l’aspettativa di uno sviluppo turistico sul bacino di Verzegnis è andata
delusa e compromesse le potenzialità del lago di Cavazzo.
- il lago di Cavazzo ed il bacino di Verzegnis per i quali la perizia del 11.01.2011 sul
progetto di pompaggio stesa dall’ing. Garzon, incaricato dai Comuni di
Trasaghis, Bordano, Cavazzo Carnico,
Verzegnis , dal Consorzio BIM e dalle Comunità Montane della Carnia e del Gemonese,
munita dei relativi calcoli, così conclude a pagina 32, punto 5.3.3 “Tempo
previsto per l’interrimento completo dei laghi”: considerando la situazione attuale con gli impianti esistenti, si avrà
che:
*
il Lago di Cavazzo presumibilmente tra 110 anni sarà riempito;
*il
Lago di Verzegnis (Ambiesta), invece, si riempirà di sedimenti in circa 140 anni.
Una domanda s’impone a cospetto di questa realtà:
l’acquiescenza dei comuni organizzatori e del Consorzio
BIM, enti pubblici che peraltro lamentano difficoltà nell’incasso di tributi da
certi derivatori, verso un convegno rivelatosi un’esaltazione dell’impianto
idroelettrico dinosauro del Tagliamento e dell’attuale gestore a2a, in cui non una parola invece è stata detta
sulle tante e gravi ricadute, è dovuta ad ingenuità, a perdita di memoria, ad
offuscamento del ruolo istituzionale di difesa del proprio territorio e della
sua gente o, forse, anche della dignità?
Il che
farebbe rivoltare nella tomba il socialista Vittorio Cella ed il democristiano
Michele Gortani.
A rivoltarsi
contro questo sfruttamento coloniale della risorsa acqua, che porta lontano i
kw, i relativi profitti ed ora persino l’acqua del rubinetto di casa, dovrebbero
essere i carnici, e non solo, pretendendo, tra l’altro, che il consiglio
regionale, imparando dal Trentino, approvi subito la Proposta di Legge n. 193
“Costituzione della Società Energia Friuli Venezia Giulia” interamente
partecipata dalla Regione, di modo che, acquisendo essa stessa le concessioni,
si possa affermare:
ACQUE NOSTRE, KILOWATTORE
NOSTRI, UTILI NOSTRI!!!
Carnia, 04.12.2017
Comitato per la tutela delle
acque del bacino montano del Tagliamento, Tolmezzo
Comitato di difesa e valorizzazione del lago di Cavazzo o dei Tre
Comuni, Alesso
Comitato Acqua Libera, Alto But, Paluzza,
Legambiente della Carnia, Canal
del Ferro, Valcanale, Tolmezzo
Comitato Val Degano, Ovaro
Comitato Interregionale Carnia-Cadore “Per Altre Strade”, Val
Tagliamento, Forni di Sotto
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