Enrico Rossi, in un suo ben documentato articolo relativo alla nascita di
Bordano, pubblicato su questo Blog alla fine di novembre (Obiettivo
su Bordano & Interneppo - 3 - Dati e ipotesi sulla nascita di Bordano),
analizza il carattere della più antica
citazione riferita al nome di Bordano: “Un
conto infatti è verificare come il nome di quello che poi fu ed è un paese sia
stato citato in un qualche documento, e un altro è assicurarsi che quella
citazione si riferisca proprio al paese e non, per esempio, a una semplice
località disabitata. Non è dunque scontato collegare la menzione “Bordanum”,
scoperta in un codice della Chiesa gradese dell’anno Mille, alla presenza
effettiva di un villaggio, un gruppo di case, una comunità insomma, anche se in
quel documento si citavano i villaggi friulani sopravvissuti alle invasioni
ungare, che avevano spopolato il Friuli nella prima metà del X secolo.” (1).
Mi permetto di intervenire sulla
questione dal momento che mi pare di essere stato il primo ad aver segnalato,
in zona, il riferimento a quel documento.
Non mi attribuisco ovviamente nessuna paternità: il riferimento era a
uno dei più grandi storici friulani, don Guglielmo Biasutti, che aveva citato
il documento nella sua corposa monografia sul Comune di Forgaria, uscita a
ridosso del terremoto (2). La citazione diceva: “Un antichissimo codice della Chiesa di Grado ci dà il seguente elenco : (...) [50 nomi di località tra cui Osopus, Bordanium, Cabacium, Virgineæ Fageta, Nemas, Buga, Arthenea , Glemona, Julium,
Tumetium, Iblinum , Gortum,..]. Gli storici sono concordi nel far risalire questo
documento a circa il Mille. E in verità vi si avverte chiaramente il vuoto
della Vastata Hungarorum.
Poco importa che il documento ci venga dato in una relazione
filoudinese (…) né è compito nostro risolvere i molti problemi che ne
insorgono, p. es. (…) la difficile identificazione di alcune località, il singolare accostamento a centri
storicamente importanti di villaggi ora di poco conto – quale Bordano-“ (p.
86)
Mi era parso importante segnalare
tale riferimento, e lo feci in un articolo pubblicato sul periodico “Monte San
Simeone” (3) , in seguito riproposto integralmente in apertura del volume di
Enos Costantini dedicato alla toponomastica di Bordano e Interneppo (4).
Negli anni a seguire, mi sono più
volte interrogato su quella isolata citazione ed ho cercato maggiori dettagli.
Il riferimento risale al fatto che nel 1730 Ludovico
Antonio Muratori pubblicava nel XVI volume dei Rerum Italicarum Scriptores il De
vitis et gestis patriarcharum aquilejensium , un’opera rimasta fino ad
allora manoscritta del notaio udinese Antonio Belloni, composta nella prima metà
del XVI secolo e comunque non dopo il 1554, anno della morte dell’autore. L’opera era dedicata alla storia del patriarcato aquileiese, attraverso le vite dei
patriarchi da Marco ai Grimani; in essa il Belloni riportava, nel capitolo
dedicato alla vita e all’opera del vescovo Niceta, un elenco di oppida (luoghi fortificati), per un
totale di una cinquantina di località.
Il Belloni affermava di aver tratto tale elenco da un
codice che egli considerava molto antico e che si conservava in Gradensis
Ecclesiae.
La lista presenta alcuni errori nella trascrizione dei
nomi delle località friulane e carniche dovute forse alla difficoltà, a causa
della grafia, di lettura del manoscritto da parte del Muratori o di errori già
presenti nel manoscritto stesso. I nomi sono tutti latinizzati con l’intento di
farli risalire all’epoca romana per nobilitarne l’origine (5).
Sono poi riuscito a trovare una edizione a stampa del lavoro settecentesco del Muratori (6),
dove il “Bordanium” citato da Biasutti
compare come “Bordanum”, accanto al vicino “Cabatium”:
Un ulteriore dubbio mi è venuto quando ho trovato, in un
lavoro di Vincenzo Joppi (7) dedicato alle prime testimonianze scritte in
friulano, una lettera del notaio Belloni che presentava, questa volta in ordine
alfabetico e in friulano, l’elenco dei più antichi castelli e luoghi fortificati della Regione.
Ebbene, in questo elenco, “Cabatium” era ormai localizzato in Cesclans, e,
soprattutto, non compariva più Bordano ma Barbana!!!
Ecco, penso siano quindi chiari i termini della questione:
si tratta di “andare alla fonte”, trovare – se ci sono ancora – i documenti
originali, per verificare quale sia stata la trascrizione originaria (e, nello
specifico, se esista effettivamente l’antica citazione di Bordano).
In Val del Lago c’è stato il lavoro dei “pionieri delle
carte perdute”(8) (i primi ricercatori, cui va sempiterna lode, da Sabino Leskovic
a Silvio Angeli a Ugo Rossi a don Santo De Caneva e altri) seguito dal lavoro
degli “autodidatti” che soprattutto, dopo il terremoto, hanno tentato di dare
un contributo di ricerca sul territorio (Enos Costantini, Linda Picco, Oscar Rossi,Velia Stefanutti, Decio Tomat, il sottoscritto e altri).
Alla new entry, la generazione giovane, fresca di studi
universitari, l’augurio di “raccogliere il testimone” di questo “spirito di
ricerca” e arrivare concretamente a trovare le “carte perdute”, rivitalizzandole
attraverso una analisi rigorosa e proficua.
Pieri Stefanutti
Fonti:
1)
Enrico Rossi, Tra i due litiganti (Venzone e Tolmezzo) il terzo nasce (Bordano), “Alesso
e Dintorni”, 30 novembre 2017
2)
Guglielmo
Biasutti, Forgaria, Flagogna, Cornino,
San Rocco, Agraf, Udine 1976
3)
Pieri
Stefanutti, Cenni storici su Bordano e Interneppo
“Monte San Simeone”, agosto 1985
4)
Enos
Costantini, Bordan e Tarnep, nons di luc,
Comune di Bordano, 1987
5)
Cf. Eliano Concina, La localizzazione del
castrum di Ibligine alla luce delle fonti. Prima parte, in: Annuario del Museo
Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli, Forum Iulii xxxv (2011)
6)
L.A. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, Tomus XVI, Milano 1730
7)
Vincenzo Joppi, Testi inediti friulani dei
secoli XIV al XIX, Loescher 1878
8) Cf. P. Stefanutti, I pionieri delle carte perdute, in AA.VV. Bordan e Tarnep. Storie e vite ator dal Lac, Comune di Bordano 1997, pp. 13-25
P.S. Sulla necessità di andare sempre, quando possibile, a ricontrollare le fonti originali, ricordo il caso del "feudatario di Trasaghis": diversi studiosi di fine Ottocento riportavano la notizia di una investitura feudale a un "Hermanno de Trasagis". Come credo di avere dimostrato (v. "Messaggero Veneto" 27 maggio 1996), si trattava di una "attribuzione indebita" in quanto il "Trasagis" in questione non era il "nostro" Trasaghis ma Transacqua in Cadore (uguale etimologia per paesi diversi).
P.S. Sulla necessità di andare sempre, quando possibile, a ricontrollare le fonti originali, ricordo il caso del "feudatario di Trasaghis": diversi studiosi di fine Ottocento riportavano la notizia di una investitura feudale a un "Hermanno de Trasagis". Come credo di avere dimostrato (v. "Messaggero Veneto" 27 maggio 1996), si trattava di una "attribuzione indebita" in quanto il "Trasagis" in questione non era il "nostro" Trasaghis ma Transacqua in Cadore (uguale etimologia per paesi diversi).
Scusate non c'entra niente su questo articolo ho appena appreso una brutta notizia spero che sia falsa non faranno lo storico lunare di Dale's si può sapere le motivazioni se fosse vera la notizia
RispondiEliminaEffettivamente, la notizia è vera: il "Lunari di Dalés" nel 2018 non uscirà. Maggiori dettagli in un articolo sul Blog domani.
EliminaHo letto la ricerca ma ho i miei dubbi che si tratti di Bordano , almeno come lo intendiamo ora .. La vecchia tradizione vuole che in questo luogo ,stretto dal Tagliamento ,dalle rovinose piene del rio Cretina e dalle numerose frane fosse esistito solo il villaggio di Nogaredo , che anche se distrutto dal Tagliamento veniva ogni volta ricostruito .Forse Bordanum era il luogo sul Tagliamento dove i zattieri e chi navigava sul fiume poteva abbordare ,avvicinarsi alla riva per riposare ,una specie di Peonis ante literam..Certamente se esisteva il paese "sorgeva" sulle alture e sui colli sovrastanti . Comunque anche questa sponda del Tagliamento apparteneva fino alla fine del 1800 ai signori di Venzone e continuando a seguir leggende e racconti il mistero si infittisce ricordando che al tempo di romani il Tagliamento era navigabile fino a Portis ..Forse anche questa può essere un errore di trascrizione o di misure errate, ma la storia riserva delle grandi ed inaspettate sorprese come cercare aghi in vecchi pagliai
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