Come mai i vertici della AAS 3
non rispondono alla nostra richiesta di rimettere a Gemona il servizio di
chemioterapia sui 5 giorni come un tempo, altro che chiuderlo, per evitare un
inutile quanto pesante pendolarismo su altre sedi ai pazienti oncologici? Dato
che l’ambulatorio oncologico, come altri,
non solo di Gemona, come si legge sulla stampa, obbliga le persone a spostarsi
sull’intera Azienda? Ma rimaniamo anche in attesa di conoscere i costi di
realizzazione e gestione, nonchè i contenuti
contrattuali per i tre medici che
andranno nell’inutile CAP (Centro di Assistenza Primaria), allocato dal 2
Gennaio al San Michele. Una posizione infelice, che visto l’attuale
affollamento del parcheggio ospedaliero, obbligherà alla sosta negli ultimi
stalli verso Via Praviolai e a una lunga camminata, fino agli ambulatori che si
trovano, come già detto, al terzo piano del nosocomio, dalla parte di
Ospedaletto. Un posizionamento assurdo di questa nuova struttura, voluta dalla
riforma sanitaria, che costringerà gli anziani non accompagnati a un defatigante
spostamento. Inoltre un CAP monco, visto che i Medici che hanno gli ambulatori
in Riva degli Stimmatini, non si sposteranno e con prestazioni per il momento
solo sulla carta. Ma il Coordinamento dei Comitati, nel Convegno del 1°
Dicembre all’Hotel Carnia, ha lanciato una precisa proposta di riorganizzazione
della Sanità in Alto Friuli. Noi chiederemo al prossimo governo regionale che
l’AAS 3 torni pedemontana e montana, comprendendo Gemonese, Carnia, Canal del
Ferro/Valcanale e Tarcentino. Un’area omogenea con circa 100.000 abitanti e con
Tolmezzo, Ospedale di riferimento, però a rete con il San Michele di Gemona. Territori,
e’ stato sottolineato, che da sempre
afferiscono a queste due strutture sanitarie. Una tesi questa, sostenuta
anche dal cdx tolmezzino, preoccupato dalla perdita di alcune funzioni
ospedaliere e dalla fuga dal San Antonio di valenti professionisti. Ma Gemona chiederà
anche, confortata dai numeri presentati al Convegno, di riavere il Pronto
Soccorso con l’Area di Emergenza e i posti Osservazione temporanea e una
Medicina come struttura complessa, sempre per evitare il pendolarismo dei
malati su Tolmezzo e San Daniele, Un ambulatorio cardiologico, con personale e
attrezzature al completo e soprattutto l’ambulatorio oncologico, per i motivi
gia’ descritti. Ma verrà richiesta anche la creazione a Gemona di un servizio
dermatologico, neurologico e soprattutto oculistico, oggi mancanti sull’Alto
Fiuli. Un territorio che non vuol essere secondo a nessuno, che è nella zona
piu’ sismica della Regione e che purtroppo sconta il numero di morti piu’ alto,
confrontato con i residenti, rispetto agli altri territori della Regione.
Coordinamento dei Comitati a
difesa del San Michele di Gemona
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