"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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mercoledì 25 novembre 2015

Un sasso (ri) lanciato nel Lago: il SuperComune (II)

Dunque, riassumendo: "Verso la fusione dei Comuni di Gemona e Montenars, mentre nella valle del lago da Bordano arriva la proposta di avviare il percorso che porti alla costituzione del Comune del lago. Lo hanno lanciato ieri, nel corso di una conferenza congiunta, i tre sindaci di Gemona, Montenars e Bordano Paolo Urbani, Claudio Sandruvi e Gianluigi Colomba. (...) Per quanto invece riguarda Bordano l’obiettivo è 
l'unione delle forze attorno al grande lago friulano. La fusione dei tre Comuni di Bordano, Trasaghis e Cavazzo porterebbe alla creazione di un unico Comune con 4200 persone. «Senza dubbio - ha detto Gianluigi Colomba - il lago è il vero interesse comune attorno a cui lavorare ». (p.c., Messaggero Veneto, 24-11-15)"

All'invito a discuterne lanciato anche dal Blog, risponde Dino Rabassi:, riallacciandosi alla sua esperienza di  sindaco di Trasaghis negli anni '90:

FUSIONE DEI COMUNI


Accolgo con piacere l’articolo del Blog inerente la proposta del Sindaco Colomba di Bordano di unire i Comuni rivieraschi del lago: vale a dire Trasaghis, Bordano e Cavazzo Carnico.
Risultati immagini per Dino Rabassi Ancor di più cresce la mia soddisfazione nel constatare che si vorrebbe allargare il discorso ai Comuni di Amaro e Venzone, un tempo anch’essi coinvolti nella bozza di un vecchio progetto.
Infatti, e finalmente oserei dire, sembra farsi largo nuovamente quell’idea di riordino politico risalente a ventiquattro anni fa e che i Sindaci di allora nell’ordine: Barazzutti di Cavazzo C., il sottoscritto per Trasaghis, Picco Enore di Bordano, Tomaciello di Amaro, oltre al compianto Cescutti per Venzone, cercarono di attuare in tempi, debbo dire, ancori immaturi con il sentire della nostra gente!
Purtroppo furono poco maturi anche chi, seppur eletti da poco come noi, non aprirono le loro menti e non collaborarono a prescindere su questo progetto: anzi! Lo boicottarono fomentati dagli allora detentori del potere politico in quel di Gemona e Tolmezzo e causa principale del fallimento!
Fu un’idea che guardava lontano ed anticipava soluzioni a problemi di un peso politico già evidenti e che gravano, tuttora, pesantemente sulle nostre spalle e, per di più, oggi calate dall’alto e a tavolino quasi fosse un piano di battaglia, ove spostare truppe di qua e di là infischiandosi delle perdite che ciò può comportare!
Il principale mestiere del politico quindi, dovrebbe essere l’impegno costante e giornaliero nel rappresentare ed abbattere gli ostacoli verso chi, già oberato da problemi suoi, non ha certo tempo da dedicare anche a quelli che, proprio la miopia dei sopra citati eletti, fanno poi gravare e sommare a quelli dei cittadini.
Degli argini, entro i quali non ci viene permesso neanche di poter valorizzare compiutamente e a nostro favore quell’immenso patrimonio paesaggistico, storico e culturale di cui le nostri valli sono ricche, considerandolo solo da sfruttare alla stregua di “mere espressioni geografiche” come affermò il non compianto Metternich.
Voglio ora fornire un’ulteriore precisazione: la nostra idea non era quella dell’”Unione” dei Comuni, bensì della loro“Fusione”: un aggettivo che pur sembrando ininfluente, è invece la sostanza alla soluzione radicale del problema.
Infatti allora si pensava di creare un solo macro-comune che allora, raggiungendo i quasi 10.000 abitanti, comportava nell’immediato un risparmio economico nel gestire un’unica Amministrazione, oltre ad avere un peso politico importante nei confronti della nostra Regione e su cui contare per la soluzione dei nostri problemi.
Inoltre, questa proposta comporterebbe una maggior vicinanza alle nostre problematiche territoriali e dei cittadini rispetto alle U.T.I. avanzate dall’alto e che sono, secondo me, solo fumo negli occhi e palliativi inconcludenti e deleteri per le nostre piccole comunità sospettose, a ben ragione, di essere poco o per nulla rappresentate in futuro.
A completamento vi do anche un’ulteriore notiziola sul nostro lavoro di tanti anni fa, ma che chiarisce anche lo spirito con il quale avevamo affrontato il tema: l’indicazione unanime, senza alcun campanilismo, del capoluogo di questo progettato Comune che si basava esclusivamente sulla baricentricità rispetto al territorio!
Mi auguro che gli attuali Sindaci, al di la dei Comuni da me citati a cui potrebbero aggiungersi altri, trovino e concordino tra loro una bozza di piano per addivenire ad una soluzione più equa e rispettosa del volere dei cittadini, stanchi come sono di essere tirati per la giacca in nome di fantomatici progetti di accorpamento fasulli, che non comportano alcun risparmio e non mancano mai di lasciare in vita cadreghe e cadreghini per i soliti noti!



Dino RABASSI già Sindaco di Trasaghis

                                         Risultati immagini per gemonese dall'alto
Si attendono volentieri altri ulteriori commenti e valutazioni.

3 commenti:

  1. Quale sarebbe, per curiosità, l'ipotizzato capoluogo baricentrico? In un'ipotesi BO - CA - TRA, baricentro sarebbe Alesso; allargandosi ad Amaro, Verzegnis, Venzone potrebbe essere Somplago o Interneppo....
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    1. Vedi caro anonimo, o "Meni" che dir si voglia, se non ho indicato il capoluogo che avevamo "di massima" individuato, è proprio perché tuttora c'é gente incapace di apprezzare un progetto di lungo respiro che avrebbe risolto, per decenni, la situazione ora creatasi, scindendolo da un campanilismo estremo tuttora latente, che ha contribuito notevolmente a portarci fino a questo punto. Parafrasando quindi il Vangelo, mi permetto di suggerirti: "Non guardare la pagliuzza nell'occhio del prossimo, bensì la trave che c'è nel tuo". Mandi: Dino RABASSI

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  2. Dino Rabassi concordo in pieno con quello che dice sia nella lettera che nel post di risposta. Purtroppo come sempre i veri precursori non vengono mai compresi anzi vengono osteggiati e derisi. Un progetto come il vostro di qualche anno fa avrebbe risolto a monte i tanti problemi che ora incombono e che costringeranno i piccoli comuni a morire per asfissia. Non solo ma avrebbe consentito una vera razionalizzazione in termini di costi, di risorse e una valorizzazione generale dell'intero territorio. Invece si è continuato a salvaguardare ognuno il proprio campanile ignorando che così facendo il primo che muore trascina nella tomba anche gli altri.
    Luisella V.

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