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Luigino Ingrassi - Vicesindaco di Forgaria
UTI: il perché di un no. Mi preme sottolineare alcuni aspetti per chiarire meglio la mia contrarietà a questa riforma.
Il primo riguarda il metodo con il quale e' stata propugnata: un vero e proprio attacco alla democrazia, esemplificato dall' invio dei commissari nei territori "ribelli", dall'assenza di rappresentatività delle minoranze consiliari, dall' obbligatorietà delle unioni.
Il secondo concerne l' operatività delle future UTI, sulle quali nutro più di qualche dubbio: riusciranno gli amministratori delle UTI a rappresentare gli interessi delle varie Comunità con l' impegno e la dedizione di un amministratore comunale per il proprio territorio? Come riuscirà un Sindaco a "fare il Sindaco" se sarà impegnato in infinite riunioni a livello di UTI, sub-ambiti, distretti socio-assistenziali?
Quali saranno i tempi per prendere le decisioni?
Il terzo aspetto concerne la standardizzazione delle esigenze: come si può pensare che le esigenze di Flaibano e quelle di Forgaria siano le stesse? Eppure la futura UTI dovrà trovare una sintesi, necessariamente insoddisfacente per entrambi.
Tra i vantaggi, evidenziati nel corso di vari interventi e dibattiti, si e' sottolineato che si potrà avere una più efficiente organizzazione amministrativa, con conseguente maggiore innovazione, migliore formazione e specializzazione del personale, anche rispetto all' utilizzo delle nuove tecnologie. Ma questo significa che al momento la formazione del personale, l' informatizzazione e l' innovazione sono fermi?
Sono convinto che, inoltre, prima di mettere in piedi nuovi organismi, in parte sovrapposti agli esistenti (come nel caso della funzione sociale e socio-assistenziale), sarebbe stato necessario redigere un piano industriale che evidenziasse le previsioni, in termini di tempi e di costi, per i primi anni di attuazione e la tempistica per andare "a regime".
Una buona strada per la riforma, diversamente da quanto e' accaduto, poteva prendere le mosse dalla legge regionale 1/2006 (legge IACOP), che poggiava su una base volontaristica per le associazioni e le fusioni e conteneva già il disegno di aree vaste (gli Aster) cui delegare parte della pianificazione e programmazione strategica.
Il primo riguarda il metodo con il quale e' stata propugnata: un vero e proprio attacco alla democrazia, esemplificato dall' invio dei commissari nei territori "ribelli", dall'assenza di rappresentatività delle minoranze consiliari, dall' obbligatorietà delle unioni.
Il secondo concerne l' operatività delle future UTI, sulle quali nutro più di qualche dubbio: riusciranno gli amministratori delle UTI a rappresentare gli interessi delle varie Comunità con l' impegno e la dedizione di un amministratore comunale per il proprio territorio? Come riuscirà un Sindaco a "fare il Sindaco" se sarà impegnato in infinite riunioni a livello di UTI, sub-ambiti, distretti socio-assistenziali?
Quali saranno i tempi per prendere le decisioni?
Il terzo aspetto concerne la standardizzazione delle esigenze: come si può pensare che le esigenze di Flaibano e quelle di Forgaria siano le stesse? Eppure la futura UTI dovrà trovare una sintesi, necessariamente insoddisfacente per entrambi.
Tra i vantaggi, evidenziati nel corso di vari interventi e dibattiti, si e' sottolineato che si potrà avere una più efficiente organizzazione amministrativa, con conseguente maggiore innovazione, migliore formazione e specializzazione del personale, anche rispetto all' utilizzo delle nuove tecnologie. Ma questo significa che al momento la formazione del personale, l' informatizzazione e l' innovazione sono fermi?
Sono convinto che, inoltre, prima di mettere in piedi nuovi organismi, in parte sovrapposti agli esistenti (come nel caso della funzione sociale e socio-assistenziale), sarebbe stato necessario redigere un piano industriale che evidenziasse le previsioni, in termini di tempi e di costi, per i primi anni di attuazione e la tempistica per andare "a regime".
Una buona strada per la riforma, diversamente da quanto e' accaduto, poteva prendere le mosse dalla legge regionale 1/2006 (legge IACOP), che poggiava su una base volontaristica per le associazioni e le fusioni e conteneva già il disegno di aree vaste (gli Aster) cui delegare parte della pianificazione e programmazione strategica.
Roberto Revelant - Consigliere regionale
Con l'elezione diretta del sindaco prima, e le UTI ora, qualcuno mi dovrà spiegare a cosa serve non solo il consiglio comunale, ma anche la giunta.
L'inarrestabile decadimento della classe politica non potrà che subire una ulteriore accelerazione.
Pierluigi Molinaro - Sindaco di Forgaria
Molte problematiche su questa riforma sono già state esposte, io vorrei soffermarmi su alcuni aspetti cardine di tale percorso. Tutti affermano che tale riforma debba portare negli anni ad un risparmio , ma ad oggi non sono stai fati studi o non esistono piani finanziari che supportino tale principio, anzi , vengono elargiti euro 280mila ad ogni UTI per la fase di avvio ????? totale per 18 UTI oltre euro5mln, inoltre se nei primi tre anni non vengono raggiunti dei risparmi le UTI ed i comuni verranno penalizzati ????? un riforma senza studi che ne attestino ipotetici risparmi parte zoppa, senza contare nomina di direttori , pos.organizzative etc. una riforma per razionalizzare ???? dovrei capire la logica di razionalizzazione nei servizi ai cittadini, tenuto conto che oggi l'esistenza dei consigli comunali con i loro consiglieri e assessori permette di avere un livello adeguato di tali servizi che tali non ppotrebbero essere garantiti solamente del personale in servizio ( forse prima di tale riforma andava riforma il pubblico impiego ) ,dovrei capire la logica di adeguatezza ??? perchè in Fvg si costruiscono uti di 30000 abitanti in montagna e 50000 nel resto della Regione , poi di colpo nascono due uti senza rispettare tali limiti !!! ma oltretutto a livello nazionale la Legge Del Rio fa due passi indietro sia sull'obbligatorietà , sia sul limite demografico, ed invece in Friuli , che oltretutto è una regione particolare per aspetti culturali ,territoriali , tradizionali , tutto va bene . Altra considerazione , gli statuti vengono inviati ai rispettivi consigli comunali e se questi non li approvano o li modificano tali vengono commissariati !!!(siamo all'assurdo !! non abbiamo nemmeno più la libertà di pensiero in un consesso che ha costruito la storia della nostra regione ). Potrei continuare all'infinito portando altri esempi di una legge che disgrega e cancella le comunità ; il presidente UTI non sarà eletto dalla gente ma nominato da altri sindaci, il quale a sua volta nominerà un direttore ( incarico da oltre 100.000euro) e ufficio di presidenza, le minoranza non saranno rappresentate , quindi chi rappresenterà quei cittadini che nei rispettivi comuni deciderà di votare un altro candidato rispetto a quello che diventerà sindaco ? ho la sensazione che diventa più facile controllare 18 presidenti che 217 sindaci ed i loro territori !! inoltre come possiamo garantire un piano di sviluppo e manutenzione di quei territorio marginali rispetto ai centri più grandi , se all'interno dell'assemblea conteremo come il due di spade !! oggi ogni comunità grazie alla presenza di una struttura amministrativa ha costruito opportunità di sviluppo turistico ed economico , ha affrontato con responsabilità ogni problematica sociale, ha con entusiasmo scritto progetti culturali e infrastrutturali etc. Dobbiamo sgomberare quella diceria che i comuni piccoli e medi sono costosi ed inefficienti !!! bisogna cambiare certe regole burocratiche !! non cancellare i comuni !!! Potrei fare numerosi esempi di come la presenza dell'organo amministrativo ha permesso al mio comune di portare avanti alcuni progetti !!! potrei citare l'esempio del 1976 , potrei citare quello che oggi ognuno di noi fa ogni giorno ! Oggi però la moda ci porta a dire che chi si oppone ha paura del cambiamento , come ho già scritto dietro questo termine si cela la paura di assumersi la responsabilità di fare delle scelte forti , il cambiamento dev'essere in meglio non in peggio !!!! e lo dice un sindaco che nel 2018 finirà di fare il sindaco ( due mandati consecutivi come la legge Serracchiani ha scritto ), ma tal cùr simpri là me int e là me tiere !!! #ilmiofvg #noicicrediamo#FuarceeFriùl
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