Basta poco, per cambiare una prospettiva (spaziale e culturale)…
Chi legge il "Boletìn di Dalès" ricorderà che, quando era caduto a pezzi "il fajâr di Pàlas" c'era chi aveva scritto "Quando cade un simbolo, finisce un'epoca".
Merita tanto, il leccio di piazza, crollato questa notte sotto il peso della neve? Era lì, in fondo, da pochi anni, collocato a suggello di una ricostruzione ormai completata: una alternativa ragionata a quanti avrebbero voluto la ricollocazione sulla piazza del tiglio presente fino agli anni '30 (una scelta non casuale, perché il leccio è un "relitto mediterraneo" e la nostra zona è stata studiata da botanici di grido in quanto rappresenta, in tutta Europa, l'area più a nord in cui il leccio cresce).
Era lì da una ventina d'anni; Pierin di Pierimenia raccontava con orgoglio di averne seguito la posa e la crescita: se ne sono andati tutti e due nel giro di pochi giorni. Era comunque una presenza ormai consueta, ai suoi piedi avevano avuto luogo manifestazioni significative per il paese (la targa per ricordare lo sfollamento e l'occupazione cosacca, i monumenti ai Donatori di Sangue e agli Emigranti…), tanti momenti di incontro, feste...
E' caduto sotto il peso della neve, di notte, danneggiando anche delle auto ed una panchina; la Protezione Civile ha prontamente rimosso le parti pericolanti.
La piazza e i Dalèssans perdono comunque un amico silenzioso.
(Foto di Aline, da facebook) |
(Foto di Ivano, da facebook) |
Che tristezza...
RispondiElimina:-(
Beh è un piccolo pezzetto di infanzia e di cuore che se ne va (almeno per me). Si tornava giù dal Palar tutti assetati e con le scarpe piene di sassolini e la tappa in piazza era dovuta! La sua fontana protetta dalle fronde di quell'albero ci dava un pò di frescura. E sotto quell'albero magari ci si trovava la sera con le amiche. Su quella panchina posta lì sotto quante babate e segreti! E lui ascoltava lì senza dir niente, testimone discreto di tutte le nostre confidenze. Talvolta, i primi incontri con il moroso avvenivano proprio lì..su quella panchina rossa, sotto quell'albero. Ne ha viste quel leccio di coscrizioni, di celebrazioni importanti, di gente e di feste. Peccato, peccato davvero per un "amico" silenzioso testimone di tante belle cose per ognuno di noi, credo.
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