"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

domenica 3 febbraio 2013

Quel che si muove ... sul "fronte centraline". In tribunale per la mancata concessione sull'Arzino


Mentre si aspetta di riuscire a "capì un dret", capirci cioè qualcosa  districandosi nella selva di richieste di realizzazione di centraline tra Leale  e Tagliamento, dalla "cugina"  Val d'Arzino rimbalza la notizia che il "no"  dato da quelle amministrazioni comunali  e da Legambiente alla realizzazione di una Centralina sull'Arzino  viene contestato dalla Soietà che doveva eseguire i lavori. Della serie: il quadro è sempre più complesso...

........................................

Finisce in tribunale il “no” alla centralina sull’Arzino

Una società di Teramo ha chiamato a giudizio Regione e Comune di Vito d’Asio. Prosegue intanto la battaglia per bloccare un altro impianto più impattante

di Fabiano Filippin
VITO D’ASIO. La mancata centralina sull’Arzino finisce in un’aula di tribunale. Comincerà mercoledì a Roma, di fronte allo speciale giudice per le acque pubbliche, il processo intentato da una ditta di Teramo contro il Comune di Vito d’Asio e la Regione.
Tutta colpa della delibera comunale dello scorso settembre con cui l’amministrazione civica ha dato parere negativo alla costruzione di un impianto idroelettrico in località Marins. Secondo i tecnici e gli amministratori dell’ente locale quel progetto, presentato dalle Industrie tessili del Vomano, non è in linea con i principi della tutela dell’ambiente. Dello stesso avviso la Regione, che ha definitivamente cassato l’idea.
La società abruzzese non si è però data per vinta e ha notificato ai due enti pubblici un ricorso giudiziario. Secondo la Itv gli atti amministrativi prodotti per l’occasione sono nulli e quindi Comune e Regione devono pagare i danni. Il risarcimento sarebbe equivalente all’energia elettrica che non è stato possibile vendere in questi mesi di impasse.
Il sindaco Pietro Gerometta ha discusso della vicenda con l’avvocato regionale, già costituitosi a Roma. «Abbiamo deciso di non partecipare al contenzioso visti gli alti costi che la difesa a Roma imporrebbe alle nostre finanze – ha spiegato il primo cittadino –. Siamo convinti della bontà del nostro operato. Il parere richiestoci è previsto dalla legge. La procedura è stata corretta. Di fatto siamo protetti dalla presenza in aula della Regione, alla cui assistenza ci rimettiamo senza timore alcuno».
Intanto in valle prosegue la battaglia per evitare la costruzione di una centrale ben più impattante lungo il greto dell’Arzino. Il geologo Dario Tosoni ha ricordato come già negli 50 ci avesse provato la Sade, la società veneziana responsabile del disastro del Vajont. L’idea dello sbarramento sull’Arzino venne però bocciata dagli stessi ingegneri veneziani, accusati dopo qualche anno della strage del 9 ottobre 1963.
«Prima di prendere una decisione furono studiate per anni le portate del fiume – ha raccontato l’esponente di Vito d’Asio –. Poi venne decretato di non fare nulla perché c’erano troppa poca acqua e dislivelli eccessivamente ridotti. Il bello è che gli attuali piani di sfruttamento usano quegli stessi dati, vecchi di 60 anni. Perché si cerca di accaparrarsi con violenza quello che non c’è, inviando carte in Regione che dicono tutto e il contrario di tutto?».
A settembre, poco prima dell’inizio della valutazione del progetto, i proponenti della diga avrebbero dichiarato di volere aumentare da 200 a 468 litri al secondo il deflusso minimo vitale, ovvero il volume di acqua lasciata in alveo.

Messaggero Veneto (edizione di Pordenone), 2 febbraio 2013

Nessun commento:

Posta un commento

Ogni opinione espressa attraverso il commento agli articoli è unicamente quella del suo autore, che conseguentemente si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione sul Blog "Alesso e Dintorni" del testo inviato.
OGNI COMMENTO, ANCHE NELLA CATEGORIA ANONIMO;, DEVE ESSERE FIRMATO IN CALCE, ALTRIMENTI NON SARà PUBBLICATO.
Grazie.